“Amerai il Signor Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutte le tue forze e con tutta la tua mente; e il tuo prossimo come te stesso”. Luca 10:27 VG 215.1
La domanda che il dottore della legge formulò a Cristo era di vitale importanza. I farisei che lo avevano incitato a fare questa domanda speravano che il Signor Gesù rispondesse in modo tale, da trovare qualcosa contro di Lui, qualcosa che potesse accusarlo e condannarlo davanti al popolo. La padronanza stessa di Cristo, la sapienza e l’autorità con la quale parlava era qualcosa che non riuscivano a capire. Quando il dottore della legge formulò questa domanda, Cristo sapeva che il suggerimento proveniva dai suoi acerrimi nemici, e che stavano tendendo una trappola per farlo cadere nelle sue stesse parole. Il Signor Gesù rispose alla domanda ponendo il peso sul dottore della legge, in modo da rispondere alla sua domanda davanti alla moltitudine. “Com’è scritto nella legge? Come leggi? Quello, rispondendo disse: Amerai il Signor Dio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta la tua anima, e con tutte le tue forze, e con tutta la tua mente; e il tuo prossimo come te stesso. Gesù gli disse: Hai risposto bene; fa questo e vivrai” (Luca 10:26-28). L’ubbidienza ai comandamenti di Dio è il prezzo della vita eterna. Vi è un’opera molto estesa e importante da compiere per l’umanità caduta. Questa è la giusta interpretazione della vera conversione. La legge del Signore è così perfetta, che converte l’anima. La risposta a questa domanda, come indicata dal dottore della legge, include il dovere totale di un uomo che sta cercando la vita eterna. Il dottore della legge non fu capace di eludere una domanda così diretta ed espressa in maniera significativa come quella che aveva a che fare con le condizioni della vita eterna. Comprese le sue implicazioni, e la necessità di rispondere alle domande della legge con l’amore supremo a Dio, e al prossimo come a sé stesso. Sapeva che non aveva fatto né l’una né l’altra cosa, e la convinzione della sua negligenza nell’obbedire ai primi quattro comandamenti e agli ultimi sei, chiaramente specificati nelle parole degli oracoli santi di Dio, fu gravata dallo Spirito Santo nel suo cuore. Vide sé stesso pesato sulle bilance del santuario e trovato mancante. Non aveva servito Dio al di sopra di tutto, perché non lo aveva amato al di sopra di tutto, con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima, con tutte le sue forze e con tutta la sua mente. Decisamente carente in questi requisiti della legge dell’Eterno, fallì indiscutibilmente nell’amare il suo prossimo come sé stesso. Così davanti alla moltitudine, Gesù presentò con parole concise le condizioni dell’Evangelo affinché ogni membro della famiglia umana, che oggi è davanti a Dio, ottenga la vita eterna….. Queste condizioni sono, invariabili e sempiterne…. Dobbiamo seminare i semi dell’Evangelo. Dalla pratica della verità dipende la salvezza di ogni anima umana. VG 215.2
(Manoscritto 45, del 26 Luglio 1900, “Che cosa ha a che fare la paglia col grano?”) VG 215.3