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Febbraio 17—Un legame vivente con Dio vivente VG 56

“Perché noi siamo collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio”. 1 Corinzi 3:9 VG 56.1

Dobbiamo avere una dipendenza viva dal Dio vivente. Quando c’è una connessione vitale col Dio vivo, Cristo dimora nel cuore mediante una fede viva e lo strumento umano opera in armonia con la vita di Cristo. Lui cambierà la nostra vita e il nostro carattere in tal modo che parleremo come Cristo e riveleremo il suo carattere. E se sopraggiungeranno le prove, non manifesteremo uno spirito ribelle. VG 56.2

Le prove si presentano quando vediamo oppressione e asprezza, e quando vengono deposti su di noi dei pesi che a nostro giudizio ci sembrano ingiusti e quindi siamo tentati di manifestare l’IO. VG 56.3

Lasciamo che l’io si alzi, quello che dobbiamo fare è collocare le prove al posto che gli competono. E qual è questo posto? Cristo dice a chiunque si sente gravato e stanco: “Venite a me!” Perché? “Imparate da me che sono mansueto e umile di cuore”. Nonostante l’oppressione del conflitto attraverso il quale dobbiamo passare, se accettiamo la verità di origine celeste, saremo umili e mansueti in tutto ciò che faremo. Nascondiamoci in Cristo Gesù. La nostra vita e il nostro carattere devono rimanere nascosti con Cristo in Dio, pertanto non dobbiamo permettere che qualsiasi impulso istintivo controlli le nostre parole e le nostre azioni, ma dobbiamo mantenere sempre davanti a noi l’esempio del Salvatore e fare esattamente quello che Gesù avrebbe fatto in simili circostanze. Non dobbiamo essere vendicativi. Abbiamo bisogno di comprendere chiaramente l’opera che sta davanti a noi. È un’opera di misericordia, un’opera d’amore, un’opera simile a quella di Cristo… Lui dice che un ricco uomo partì e se ne andò lontano e a ciascuno diede il suo lavoro da svolgere. Lo strumento umano deve cooperare col divino. Ad ognuno di noi è stata data un’opera e quest’opera è quella di Cristo. Non è l’opera dell’uomo. VG 56.4

Questi non deve sentire che tutto quello che deve fare è diretto a sé stesso. No! Vi è un campo più ampio. Se ne deve occupare “fino a che io ritorni”. Ma occuparsi di cosa? VG 56.5

Nell’essere operaio insieme con Dio. Pertanto, è della massima importanza comprendere chiaramente cosa significhi essere operai insieme a Dio. VG 56.6

Dobbiamo essere imbevuti dello Spirito di Cristo. Non dobbiamo lavorare con Dio semplicemente sulla base del nostro intelletto o della nostra educazione. Non possiamo comprare la grazia di Dio col denaro; tanto meno comprarla con l’eloquenza, né col potere del nostro intelletto; tutto è di Dio…. VG 56.7

Dobbiamo lavorare usando la più grande saggezza e senso di responsabilità che abbiamo, permettendo così, che attraverso di noi la nostra luce brilli su coloro che ci circondano, e facendolo staremo facendo l’opera di Dio. VG 56.8

(Manoscritto 11, del 17 Febbraio 1894, “Isaia 58”) VG 56.9