“Fu tentato come noi, ma senza peccare”. Ebrei 4:15 VG 84.1
Cristo assunse la natura umana a un costo infinito, mediante un processo penoso e misterioso sia per gli angeli sia per gli uomini. Occultando la sua divinità e mettendo da parte la sua gloria, nacque come un bambino a Betlemme. VG 84.2
In forma umana visse la Legge di Dio col fine di condannare il peccato nella carne, e confermare davanti alle intelligenze celesti che la legge fu stabilita per dare la vita e assicurare la felicità, la pace e il bene eterno di tutti coloro che obbediscono….Questo è il mistero della pietà; qualcuno uguale al Padre rivestì la sua deità con l’umanità e mettendo da parte la gloria appartenente al grado di Comandante del Cielo, discese passo dopo passo sul sentiero dell’umiliazione, sopportando sempre di più la vergogna. Senza peccato né contaminazione, comparve davanti al tribunale per essere giudicato, affinché il suo caso fosse investigato e sentenziato dalla stessa nazione che era venuto a liberare dalla schiavitù. Il Signore della gloria fu respinto, condannato e peggio ancora, fu coperto dagli sputi. Manifestando disprezzo per ciò che essi consideravano essere delle pretese, vi furono uomini che lo schiaffeggiarono. Queste persone, un giorno, grideranno alle rocce e alle montagne che ricadano su di loro e li nascondano dall’ira dell’Agnello. VG 84.3
Pilato, dichiarò l’innocenza di Cristo, affermando che non aveva trovato nessuna colpa in Lui. Tuttavia, al fine di compiacere i giudei, ordinò che fosse fustigato e flagellato; ferito e sanguinante soffrì la morte crudele della crocifissione. La Maestà del Cielo fu condotta come un agnello al macello, e tra urla, scherni, accuse false e ridicole, fu crocifisso sulla croce. La folla, nei cui cuori il sentimento d’umanità sembrava morto, cercò d’aggravare le crudeli sofferenze del Figlio di Dio mediante le ingiurie. Ma così come una pecora rimane in silenzio davanti ai suoi tosatori, allo stesso modo Lui non aprì bocca. Stava sacrificando la sua vita per la vita del mondo, affinché tutti quelli che avrebbero creduto in Lui non sarebbero periti…. VG 84.4
Cristo portò su di sé i peccati del mondo intero. Sopportò il nostro castigo, l’ira di Dio contro la trasgressione. Tutto questo implicò la tremenda tentazione di pensare che Dio lo avesse abbandonato. La sua anima fu torturata dal peso dell’errore di una grande oscurità…. Egli non sarebbe stato tentato in tutte le cose, come lo è l’uomo; se non fosse esistita la possibilità di cadere. Fu un libero mediatore, messo alla prova, come lo fu Adamo e come lo è l’uomo. VG 84.5
Se non vi è possibilità di cadere, la tentazione non è tentazione. La tentazione quando arriva può essere respinta, benché l’uomo sia potentemente influenzato a fare il male; sapendo che si può respingere solo con la fede, afferrandoci fermamente al potere divino. VG 84.6
(Manoscritto 29, del 17 Marzo 1899, “Sacrificato per noi”) VG 84.7