Cristo non era in una posizione tanto favorevole nel resistere alle tentazioni di Satana nel deserto desolato, come lo fu Adamo quando fu tentato nell’Eden. Il Figlio di Dio umiliò sé stesso e rivestì la natura umana dopo quattromila anni che la razza umana fu espulsa dall’Eden e aveva perso il suo stato di purezza e rettitudine. MS1 219.1
Per secoli, il peccato ha lasciato il suo terribile marchio sull’umanità, di conseguenza il decadimento fisico, mentale e morale è prevalso nella famiglia umana. Quando Adamo fu assalito dal tentatore, egli era senza macchia di peccato. Davanti a Dio egli era retto e puro. Tutti gli organi e le facoltà del suo essere erano perfettamente sviluppati e armoniosamente equilibrati. Nel deserto della tentazione, Cristo prese il posto di Adamo per sopportare la prova a cui lui non aveva resistito. Dopo che Adamo rifiutò la luce, quattromila anni più tardi, Cristo vinse sul peccato in nome del peccatore. Separata dalla presenza di Dio, la famiglia umana di generazione in generazione, perse sempre più l’originaria purezza, saggezza e conoscenza che Adamo possedeva nell’Eden. Cristo, venendo in questo mondo, prese su di sé i peccati e le infermità degli uomini per venirgli in aiuto. In nome della razza umana, con la stessa debolezza caduta su di Lui, Egli si ritrovò a sopportare le tentazioni di Satana, le stesse a cui sono sottoposti tutti gli esseri umani. MS1 219.2
Adamo è stato circondato da tutto ciò che il cuore umano poteva desiderare. Ogni suo desiderio fu appagato. Nel glorioso Eden e intorno a lui, non esisteva né peccato né vi erano segni di degrado. Gli angeli di Dio conversavano con la santa coppia liberamente e amabilmente. I felici uccelli canori cinguettavano i loro innocenti e gioiosi canti di lode al loro Creatore. Le pacifiche bestie, nella loro felice innocenza e obbedienti alla loro parola, giocavano intorno ad Adamo ed Eva. Adamo era la perfezione della virilità, la creatura più nobile uscita dalle mai di Dio. Egli, anche se inferiore agli angeli, fu creato all’immagine di Dio. MS1 219.3