Quando Cristo fu tentato nella prova dell’appetito, Egli non si trovava nello stupendo giardino d’Eden, come nel caso di Adamo, che era sotto lo sguardo di Dio, attorniato dal Suo amore, ma era in uno sterile e desolato deserto circondato da bestie feroci. MS1 223.3
Tutto intorno a Lui era ripugnante, e la sua natura umana era incline ad evitare tutto ciò. In questo ambiente, Egli digiunò per quaranta giorni e quaranta notti, in quei giorni non mangiò nulla. (Luca 4:2) A causa del prolungato digiuno, Cristo si sentì debole e affamato. Il suo viso era più sfigurato più di quello dei figli degli uomini. MS1 224.1
Così, Cristo iniziò la Sua vita di conflitto, la prima prova che doveva affrontare era simile a quella di Adamo, sconfiggere il potente nemico e spezzare il suo potere per riscattare l’uomo dalla disgrazia nella quale era caduto. A causa dell’incontrollabile appetito di Adamo, tutto era perduto. Il Redentore, la cui natura era unita tra umano e divino, prese il posto di Adamo, per subire quel terribile digiuno per quasi sei settimane. Il periodo di questo lungo digiuno è la prova della gravità del peccato e del potere dell’appetito depravato sulla la famiglia umana. MS1 224.2
L’umanità di Cristo aveva raggiunto la profondità della miseria umana, mentre la Sua natura divina era in costante comunione con l’Eterno. Prendere le colpe della trasgressione dell’uomo, non significava dargli l’autorizzazione di continuare a violare la legge di Dio, ma poiché la violazione della legge ha reso l’uomo debitore a questa legge, Cristo stesso si offrì di pagare questo debito con la propria sofferenza. Le prove e le sofferenze di Cristo dovevano servire a sensibilizzare l’uomo nei confronti del suo peccato, portarlo al pentimento e all’obbedienza della legge, e infine attraverso l’obbedienza accettare la volontà di Dio. La Sua giustizia doveva essere imputata all’uomo, e quindi questo avrebbe permesso di ripristinare il suo valore morale davanti agli occhi di Dio, in modo che i suoi sforzi per osservare la legge sarebbero stati accettati. La missione di Cristo consisteva nel riconciliare l’uomo con Dio attraverso la Sua natura umana, e Dio con l’uomo attraverso la Sua natura divina. MS1 224.3
Ben presto, poco dopo l’inizio del digiuno di Cristo, Satana il tentatore si presentò. Avvolto nella luce, egli venne a Cristo, pretendendo di essere uno degli angeli del trono di Dio, inviato per simpatizzare con Lui, e per alleviare la Sua sofferenza. Pretese di far credere a Cristo che Dio non gli richiedeva di passare per l’abnegazione e la sofferenza che lui anticipava; Egli fu mandato dal cielo per portare il messaggio, che Dio voleva solo provare la sua disposizione a soffrire. Satana disse a Cristo, che avrebbe dovuto solo mettere i Suoi piedi sul sentiero tinto di sangue, ma che non doveva percorrerlo. Nello stesso modo anche Abramo fu provato affinché mostrasse la sua perfetta obbedienza. Satana gli disse di essere un angelo mandato dal cielo che doveva sostenere la sua mano armata di coltello per uccidere Isacco. Ora, era venuto in aiuto di Cristo per salvare la Sua vita, perché non era necessario che sopportasse la dolorosa fame e la morte per inedia, Egli avrebbe aiutato Cristo ad effettuare una parte del suo compito nel piano della salvezza. MS1 224.4
Il Figlio di Dio si rifiutò di ascoltare queste abili tentazioni e rimase fermo nei suoi propositi di realizzare in ogni dettaglio, nello spirito e alla lettera, il piano che era stato ideato per la redenzione della razza caduta. Tuttavia, Satana aveva in serbo altre tentazioni per adescare il Figlio di Dio. Qualora avesse fallito con una tentazione, egli avrebbe insistito con altre. Egli credeva di poter vincere, perché vedeva in Cristo l’umile debolezza umana. Lui stesso si sentiva lusingato per aver assunto le sembianze di un angelo celeste difficile da scoprire. Egli fingeva di dubitare della divinità di Cristo a causa del forte dimagrimento e delle sgradevoli circostanze. MS1 225.1
Cristo sapeva che nel prendere la natura umana, non avrebbe avuto un’apparenza uguale a quella degli angeli del cielo. Satana insisteva, che se Cristo era realmente il Figlio di Dio, avrebbe dovuto dargli le prove del Suo vero carattere. Attaccò Cristo con tentazioni attinenti all’appetito. Su questo punto aveva vinto Adamo e aveva dominato sulla sua discendenza, e per mezzo della compiacenza dell’appetito li aveva indotti a provocare Dio con la loro iniquità, finché i loro crimini diventarono tanto grandi che il Signore fu costretto a distruggere la terra col diluvio. MS1 225.2
Sotto le tentazioni dirette da Satana, i figli d’Israele permisero che l’appetito dominasse la ragione e, grazie alla loro compiacenza, furono indotti a commettere gravi peccati che provocarono l’ira di Dio contro di loro, e caddero nel deserto. Egli credeva di avere lo stesso successo su Cristo, facendo su di Lui le stesse pressioni. Gli disse ancora che il suo aspetto (di Cristo), indicava che, invece di essere il Re del cielo, era l’angelo caduto, e questo spiegava la sua apparenza emaciata e angosciata. MS1 225.3