Gesù non accondiscese mai nel dare delle spiegazioni al nemico sul suo modo di agire e in quale forma era il Figlio di Dio. In maniera provocante e insultante, Satana si riferì alla debolezza del momento e all’aspetto sfavorevole, in contrasto con la Sua reale potenza e gloria. Si burlò che Cristo, era un povero rappresentante degli angeli, e con meno senno del suo eccelso Comandante, riconosciuto come il Re delle corti celesti. Il suo aspetto attuale indicava che era stato abbandonato sia dal Padre sia dall’uomo. Egli affermò, che se Cristo era veramente il Figlio di Dio e il monarca del cielo, certamente avrebbe avuto lo stesso potere del Padre, di conseguenza avrebbe potuto operare il miracolo nel cambiare le pietre in pane e alleviare la Sua fame. Satana promise, che se Cristo avrebbe fatto questo miracolo, avrebbe condiviso con Lui il potere di superiorità e così l’antagonismo tra loro due sarebbe terminato per sempre. MS1 226.2
Cristo, non sembrava notare le denigranti beffe di Satana. Egli non rispose alle sue provocazioni per provare il Suo potere. Con umiltà sopportò i suoi insulti senza alcuna ritorsione. Le Parole pronunciate dal cielo durante il battesimo di Cristo, erano preziose ed evidenziavano l’approvazione del Padre Celeste per la decisione del Figlio nel partecipare al piano della salvezza come sostituto e garante dell’uomo. MS1 226.3
I cieli aperti e la discesa della colomba celeste, erano le garanzie che suo Padre univa il suo potere nel cielo con quello di suo Figlio sulla terra per riscattare l’uomo dal dominio di Satana, e che Dio accettava lo sforzo di Cristo per unire la terra col cielo, e l’uomo finito con l’Infinito. MS1 226.4
Nei momenti più gravi del conflitto con il ribelle, i segni ricevuti dal Padre, erano di una preziosità inestimabile per il Figlio di Dio. Durante la prova nel deserto, o durante tutto il Suo ministero, Gesù non aveva alcun dovere di convincere Satana della Sua potenza e che era il Salvatore del mondo. Satana ebbe sufficienti prove del rango eccelso del Salvatore, la sua rinuncia nel dare a Gesù l’onore , e manifestargli la sua sottomissione come essere inferiore, fecero maturare la sua ribellione contro Dio, per questo motivo fu espulso dal cielo. Nella Sua missione, Cristo, non esercitò mai il suo potere divino a proprio beneficio o per alleviare la sua sofferenza. Egli scelse e accettò volontariamente il percorso della sua sorte come uomo. Aveva accondisceso di rivestire la natura umana e ciò che essa comportava, ossia gli inconvenienti come la sofferenza, le malattie e le afflizioni. Egli non fece mai alcun miracolo per proprio beneficio. Egli era venuto su questa terra per salvare gli altri. Il Suo obbiettivo era portare benedizioni, speranza e vita agli oppressi e agli afflitti. MS1 227.1
Egli era venuto per condividere i dolori e i fardelli dell’umanità sofferente. Anche se Cristo stava soffrendo i più acuti tormenti della fame, resisté alla tentazione. Respinse Satana con la Parola, la stessa Parola data a Mosé sul monte Sinai, affinché l’insegnasse ai ribelli Israeliti quando la loro alimentazione fu ristretta e gridavano chiedendo la carne come cibo: MS1 227.2
“Non di solo pane vivrà l',uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”.Matteo 4:4 MS1 227.3
Con questa dichiarazione, come anche col Suo esempio, Egli voleva mostrare all’uomo che la fame di cibo temporale non era la maggior calamità che gli potesse succedere. Contrariamente a ciò che il Signore aveva dichiarato, Satana ingannò i nostri progenitori con la lusinga che nel mangiare il frutto dell’albero della “Vita”* (della Conoscenza del bene e del male), che Dio aveva proibito, avrebbero ricevuto un gran beneficio, e gli assicurava che non sarebbero morti affatto. MS1 227.4
“…ma dell',albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”.
Genesi 2:17 MS1 227.5
Se Adamo avesse ubbidito al Signore, non avrebbe mai conosciuto il dolore e la morte. Se la gente vissuta prima del diluvio avesse ubbidito alla Parola del Signore, non sarebbe morta nelle acque del diluvio. Se gli Israeliti avessero ubbidito alla Parola del Signore, invece di subire gravi conseguenze, avrebbero ricevuto benedizioni speciali. Essi non ubbidirono ai comandamenti. I loro appetiti pervertiti e le loro passioni li condussero a commettere altri gravi peccati. Se loro avessero preso in considerazione le raccomandazioni del Signore, nessuno di loro sarebbe morto nel deserto, e si sarebbero stabiliti nella santa terra di Canaan quale popolo sano e santo, senza subire malattia in ogni tribù. MS1 227.6
Il Salvatore del mondo divenne peccato per la razza umana. Nel diventare il sostituto dell’uomo, Egli non manifestò il potere quale Figlio di Dio. Egli si classificò come figlio dell’uomo. Sopportò la tentazione come uomo, e a favore dell’uomo in diverse circostanze, lasciò un esempio di perfetta fede nel Padre Celeste. Cristo sapeva, che suo Padre gli avrebbe dato il cibo, quando avrebbe voluto farlo. In questa severa prova, quando la fame l’opprimeva fino allo stremo, Cristo non fu disposto a ridurre prematuramente un solo apice della prova che gli era data, tanto da esercitare il suo potere divino. L’uomo caduto, trovandosi in circostanze difficili, non aveva alcun potere di fare miracoli in suo favore, per salvarsi dalla sofferenza e dall’angoscia, o avere la vittoria sui suoi nemici. MS1 228.1
Fu la volontà di Dio a mettere alla prova ed esaminare la razza umana, dandogli l’opportunità di sviluppare il proprio carattere e verificare la loro fede e la fiducia nel Suo amore e nel Suo potere. La vita di Cristo, fu un perfetto modello. Egli, col Suo esempio insegnò all’uomo la dipendenza da Dio, e che la sua fede e fermezza dovevano essere in Dio. Cristo sapeva da sempre che Satana era un bugiardo, e ciò richiese un grande autocontrollo nell’ascoltare questo ingannatore offensivo, senza rimproverare immediatamente la sua arroganza. MS1 228.2
Satana aspettava di provocare il Figlio di Dio e di indurlo in controversia con lui, sperando così di condurlo fino al limite della debolezza e all’estrema agonia dello Spirito per avere un vantaggio su di Lui. Egli pervertiva le parole di Cristo a suo vantaggio, e chiamava in suo aiuto i suoi angeli caduti per usare il loro potere al massimo per sconfiggerlo. MS1 228.3
Il Salvatore del mondo non si abbassò mai a polemizzare col nemico che fu espulso dal Regno dei Cieli. Satana non era degno di rimanere più a lungo in quel sacro luogo, altrimenti avrebbe potuto influenzare gli altri angeli contro l’amato Supremo Comandante e contro Suo Figlio e ottenere la loro simpatia. Per quattromila anni, Satana aveva lottato contro il governo di Dio e non aveva mai perso la sua abilità o potere nel tentare e nell’ingannare. MS1 228.4