Lasciate che la vostra anima vada a Gesù: MS1 313.1
“Ecco l',Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”!
Giovanni 1:29 MS1 313.2
Nessuno è costretto ad andare a Cristo, ma l’invito suona come una struggente preghiera: “Guardate e vivrete”. Andando a Cristo, vedremo che il Suo amore è senza confronti, che ha preso il posto del peccatore e gli ha imputato la Sua giustizia immacolata. Quando il peccatore vede il suo Salvatore che muore sulla croce al suo posto sotto la maledizione del peccato, nel contemplare il suo amore misericordioso, dentro al suo cuore si risveglia l’amore. Il peccatore amerà Cristo, perché Cristo lo ha amato per primo, e l’amore è il compimento della legge. L’anima pentita si rende conto che Dio “è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni colpa”. Lo Spirito di Dio opera nell’anima del credente, consentendogli di progredire nell’obbedienza, crescendo nella forza e nella grazia in Gesù Cristo. MS1 313.3
Dio condanna tutti quelli che non considerano Gesù Cristo loro personale Salvatore, ma perdona ogni anima che va da Lui con fede, e la rende capace di compiere le opere di Dio attraverso la fede di essere uno con Cristo. Di tali persone Gesù dice: MS1 313.4
“Io sono in loro, e tu sei in me; perché essi siano compiuti in una stessa cosa, e perché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che tu li hai amati, come tu hai amato me”.
Giovanni 17:23 MS1 313.5
Il Signore ha provvisto tutto il necessario affinché l’uomo possa raggiungere la salvezza piena e gratuita, e sia completo in Lui. Il proposito di Dio è che i suoi figli abbiano i brillanti raggi del Sole di Giustizia, che tutti abbiano la luce della Verità. Dio ha provveduto la salvezza per il mondo a un prezzo infinito, il dono del suo Unigenito Figlio. MS1 313.6
L’apostolo chiede: MS1 313.7
“Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l',ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui”?
Romani 8:32 MS1 313.8
Se noi non siamo salvati, la colpa non è di Dio, ma nostra, perché non abbiamo collaborato con gli agenti divini. La nostra volontà non si è unita a quella divina. Il Redentore del mondo, ha rivestito l’umanità, per raggiungere l’uomo. In questo modo ha potuto portare su questa terra la salvezza tanto necessaria per riscattare il peccatore. MS1 314.1
La divinità necessitava unirsi all’umanità, affinché quest’ultima potesse avere un canale di comunicazione con Dio. L’uomo ha bisogno di un potere esterno e superiore a lui per essere restaurato alla somiglianza di Dio; tuttavia, il fatto che necessita dell’aiuto divino, non significa che l’attività umana non sia essenziale. Quindi da parte dell’uomo è richiesta la fede; perché la fede opera per amore purificando l’anima. La fede si afferra al potere di Cristo. MS1 314.2
Il Signore non desidera che il potere umano si blocchi, ma che attraverso la cooperazione con Lui sia efficiente per il bene. Il proposito di Dio non è quello di distruggere la nostra volontà, perché mediante questo attributo possiamo compiere l’opera che lui vuole che realizziamo nelle nostre case e in pubblico. Dio ha dato ad ogni uomo il giusto compito, e ogni operaio coscienzioso irradia luce al mondo, perché egli è unito con Dio, con Cristo e con gli angeli celesti nella grande opera della salvezza. Mediante questo legame divino, l’uomo sarà capace di realizzare le opere di Dio. Manifestando all’esterno quello che la grazia divina opera interiormente, il credente diventa grande spiritualmente. Chi lavorerà secondo le capacità ricevute da Dio, diventerà un saggio edificatore per il Maestro, poiché egli impara alla scuola di Cristo a realizzare le opere di Dio. Non eviterà gli oneri della responsabilità, perché si renderà conto che ognuno deve esaltare la causa di Dio secondo l’abilità ricevuta e sarà disposto a sopportare la pressione dell’opera. Tuttavia, Gesù non permetterà mai che il suo servo obbediente e ben disposto sia schiacciato. Non è l’uomo che porta pesanti responsabilità nella causa di Dio e che necessita della vostra compassione, perché egli è fedele nella collaborazione con il Signore, e attraverso l’unione tra lo sforzo divino e lo sforzo umano, l’opera può essere compiuta. Colui che è oggetto di compassione è quello che evita le responsabilità, che non comprende il privilegio al quale è chiamato. MS1 314.3