Come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Romani 5:21 SGD 341.1
La sola soluzione che poteva garantire la salvezza dell’uomo doveva coinvolgere tutte le creature del cielo: essa implicava un sacrificio infinito. Quando il Cristo presentò il piano della salvezza, non se ne rallegrarono. Avevano compreso, infatti, che ciò avrebbe richiesto un prezzo immenso a Colui che li guidava ed essi lo amavano. Con angoscia e meraviglia ascoltarono dalla Sua voce la decisione di lasciare la perfezione e la pace del cielo, la gioia, la gloria e l’immortalità per andare a vivere sulla terra, così degradata, esponendosi alla tristezza, alla vergogna e alla morte. Gesù si sarebbe posto tra il colpevole e la sua condanna; tuttavia, pochi lo avrebbero accolto come Figlio di Dio. Avrebbe lasciato la sua elevata posizione di Sovrano del cielo per scendere sulla terra, umiliandosi come un uomo qualunque. Attraverso questa esperienza Egli avrebbe conosciuto la sofferenza e le tentazioni che l’umanità doveva affrontare. Ciò era necessario perché gli avrebbe permesso di aiutare gli esseri umani sottoposti alle tentazioni. (Ebrei 2:18) Una volta terminata questa Sua opera, sarebbe stato abbandonato nelle mani dei malvagi e avrebbe subito tutti gli insulti e le torture che Satana avrebbe loro suggerito. Sarebbe morto nella maniera più crudele, inchiodato tra il cielo e la terra, come un colpevole; avrebbe trascorso lunghe ore di angoscia, così terribili che gli angeli, non sopportando di assistere a tanto strazio, sarebbero stati costretti a distogliere lo sguardo. Avrebbe dovuto affrontare una profonda sofferenza; sarebbe stato privato del sostegno del Padre proprio nel momento in cui doveva portare su di sé l’insopportabile responsabilità del male, un peso grande quanto il mondo intero. SGD 341.2
Gesù chiese dunque agli angeli di aderire a quel piano, perché il Padre stesso lo aveva accettato. Egli desiderava che tutto questo fosse un motivo di gioia: tramite la Sua morte, gli uomini, sebbene peccatori, si sarebbero potuti riconciliare con Dio. SGD 341.3
Allora in cielo si diffuse una gioia immensa. La prospettiva di un mondo redento, glorioso e felice offuscò in Gesù la visione del suo terribile sacrificio. Nelle corti del cielo echeggiarono le note del canto che sarebbe risuonato un giorno sulle colline di Betlemme: Gloria a Dio nei luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini che Egli gradisce.5 (Luca 2:14) SGD 341.4