Nell’intraprendere lo studio delle Scritture, per stabilire che esse erano una rivelazione divina, Miller non aveva la minima idea che le sue ricerche lo avrebbero portato a tali conclusioni. Anzi, ebbe una certa difficoltà a credere ai risultati dei suoi studi. Però la chiarezza delle Scritture era tale che non poté fare a meno di accettarla. GSS 79.2
Miller studiava la Bibbia da due anni quando, nel 1818, giunse alla conclusione che dopo venticinque anni Gesù sarebbe apparso per la redenzione del suo popolo. GSS 79.3
“È inutile descrivere la gioia che riempì il mio cuore” egli dice “all’idea della meravigliosa prospettiva né tantomeno esprimere l’ardente desiderio della mia anima al pensiero di partecipare alla felicità dei redenti. Ora la Bibbia era per me un libro nuovo e costituiva una vera gioia per il mio spirito. Tutto ciò che prima mi sembrava oscuro, mistico e confuso nei suoi insegnamenti, diventava sempre più luminoso, per lo splendore che scaturiva dalle sacre pagine. Come mi appariva splendente e gloriosa la verità! Tutte le contraddizioni e le incoerenze che un tempo avevo creduto di trovare nella Parola erano scomparse e nonostante vi fossero ancora dei punti che non ero riuscito a chiarire completamente, avevo ricevuto già sufficiente luce perché la mia mente venisse rischiarata. “Provavo un vero piacere nello studio della Scrittura, un piacere che non avrei mai creduto di poter trovare nei suoi insegnamenti”. GSS 79.4
“Con la solenne convinzione che questi importanti eventi predetti dalle Scritture si sarebbero adempiuti in un breve lasso di tempo, si delineò nella mia mente la domanda relativa al dovere che io avevo nei confronti degli uomini in seguito alle convinzioni che si erano radicate nel mio spirito”. GSS 80.1
Egli si rendeva conto che era suo dovere comunicare ad altri il messaggio ricevuto. Sapeva che non sarebbe mancata l’opposizione da parte degli increduli, ma confidava che tutti i cristiani si sarebbero rallegrati nella speranza dell’incontro con il loro amato Salvatore. Il suo unico timore era che nella loro immensa gioia, all’idea della gloriosa liberazione ormai vicina, molti avrebbero accettato la dottrina senza preoccuparsi di esaminare attentamente le Scritture e avere da esse la conferma di tale verità. Così, esitava a presentarla per paura di essere nell’errore e di provocare confusione in altri. Questa incertezza lo spinse a riesaminare le prove a sostegno delle conclusioni cui era giunto e a considerare attentamente ogni difficoltà che potesse affiorare alla sua mente. Si accorse che davanti alla luce della Parola di Dio le obiezioni svanivano come la nebbia svanisce sotto l’azione dei raggi del sole. Consacrò cinque anni a questa revisione e si convinse ancor più dell’assoluta fondatezza delle sue posizioni. GSS 80.2
Ora il dovere di far sapere agli altri quello che era chiaramente insegnato nelle Scritture, si imponeva con maggiore forza. “Mentre ero intento alle mie occupazioni” egli dice “sentivo echeggiare continuamente alle mie orecchie l’invito: “Va’ avverti il mondo del pericolo!” Mi ritornava in mente il passo biblico: “Quando avrò detto all’empio: — Empio per certo tu morrai! — e tu non avrai parlato per avvertir l’empio che si ritragga dalla sua via, quell’empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l’empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l’anima tua”. (Ezechiele 33:8, 9). Sentivo che se gli increduli avessero potuto essere avvertiti, molti si sarebbero pentiti; mentre, se essi non fossero stati avvertiti, il loro sangue mi sarebbe stato richiesto”. GSS 81.1
Miller cominciò a esporre le sue idee in privato, ogni volta che gli si presentava l’occasione, pregando perché qualche pastore ne valutasse la portata e si consacrasse alla loro diffusione. Comunque non poteva sottrarsi alla convinzione di avere un dovere personale da compiere nel presentare egli stesso l’avvertimento. Riecheggiavano nella sua mente le parole: “Va’, avverti il mondo... domanderò conto del suo sangue!” Per nove anni Miller attese, sentendo sempre di più il peso della sua responsabilità. Fu nel 1831 che per la prima volta egli espose pubblicamente le motivazioni della sua fede. GSS 81.2