I tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te»... il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Genesi 3:16,17 VC 26.1
Eva fu informata dei dolori e delle sofferenze che avrebbero caratterizzato la sua esistenza. I tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te... (v.16) Alla creazione, Dio le aveva dato pari dignità rispetto ad Adamo. Se la coppia avesse ubbidito alla grande legge dell’amore, entrambi sarebbero vissuti per sempre in perfetta armonia. Il peccato invece li aveva divisi, suscitando la discordia: così la loro unione si sarebbe mantenuta solo se una delle parti si fosse sottomessa all’altra. Eva era stata la prima a trasgredire: ciò era accaduto perché si era allontanata dal suo compagno, nonostante il comando divino. In seguito alle sue sollecitazioni anche Adamo aveva disubbidito e quindi ora doveva essere soggetta all’autorità di suo marito. Se l’umanità rispettasse i principi della legge di Dio, questa sentenza, benché derivante dalle conseguenze del peccato, costituirebbe tuttavia una benedizione. Spesso, però l’uomo abusa della supremazia che gli è stata conferita, rendendo ancora più amara e opprimente la vita della donna. Nell’Eden Eva viveva felice accanto a suo marito; nonostante questo, come certe insoddisfatte Eve moderne, si illudeva di raggiungere una sfera più elevata di quella assegnatale da Dio. Nel tentativo di nobilitarsi, precipitò in una condizione inferiore. Chiunque non svolga volentieri i propri doveri di ogni giorno, in armonia con il piano di Dio, raggiungerà risultati simili. Spesso, nello sforzo di raggiungere una posizione per la quale non si è adatti, si finisce per abbandonare un ruolo che avrebbe potuto rappresentare una benedizione... Il Signore disse ad Adamo: ... Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io ti avevo dato quest’ordine: non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai. (vv. 17-19) Dio non avrebbe mai voluto che Adamo ed Eva sperimentassero il male. Era stato generoso nel donare loro ogni possibile beneficio, e li aveva protetti dalla sofferenza. Tuttavia, essi avevano trasgredito il suo ordine, mangiando il frutto proibito: ora ne avrebbero gustato il sapore per sempre. La conseguenza del male si sarebbe rinnovata ogni giorno della loro vita. Da quel momento, l’umanità sarebbe stata perseguitata dalle tentazioni di Satana. Il lavoro, che nell’Eden costituiva un’occupazione piacevole, sarebbe diventato motivo di ansia e di fatica; la delusione, l’angoscia, la sofferenza e infine la morte avrebbero caratterizzato l’esistenza dell’uomo. In seguito alla maledizione del peccato, la natura avrebbe testimoniato agli occhi dell’uomo il vero carattere e le conseguenze della ribellione contro Dio. PP, pp. 58,59 VC 26.2