In quei giorni venne Giovanni Battista, che predicava nel deserto della Giudea, e diceva: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino! Matteo 3:1,2 Mar 116.1
Giovanni Battista durante la sua vita nel deserto era istruito da Dio. Sotto la guida dello Spirito Santo, giorno e notte studiava nel libro di Isaia le profezie sulla gloria del Messia, finché la mente, il cuore e l’anima non erano pieni di gloriosa visione. Mar 116.2
Contemplava il re nella sua bellezza e perdeva di vista l’Io. Contemplava la maestosità e la santità di Cristo e riconosceva la sua inefficienza e mancanza di meriti. Il suo compito era divulgare il messaggio di Dio. Giovanni si sottomise al potere di Dio e alla Sua giustizia. Egli era pronto ad andare e presentarsi al mondo come messaggero del Cielo, senza timore, perché aveva contemplato il Divino. Si presentava davanti ai monarchi del mondo senza paura, mentre davanti al Re dei re s’inginocchiava con riverenza e timore. Mar 116.3
Senza una particolare elaborazione degli argomenti o teorie, Giovanni presentò il suo messaggio con un tono severo ma pieno di speranza. La sua voce fu udita nel deserto: Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino. (Matteo 3:2) Questa voce motivò il popolo con una potenza nuova e straordinaria. Moltitudini si addensavano nel deserto... Mar 116.4
Giustamente prima della venuta di Cristo sulle nuvole del cielo, si deve compiere un’opera come quella che realizzò Giovanni Battista. Il Signore chiama uomini che preparino un popolo che sia fermo nel gran giorno del Signore ... Come popolo che crede nella prossima manifestazione di Cristo, abbiamo un messaggio da Dare: Preparatevi per andare incontro al vostro Dio. (Amos 4:12) Il nostro messaggio deve essere così diretto come lo fu quello di Giovanni. Rimproverò il re per la sua iniquità. Malgrado rischiasse costantemente la sua vita, non vacillò nel dichiarare la Parola di Dio; e la nostra opera in questi tempi si deve realizzare con la stessa fiducia. Mar 116.5
Al fine di dare un messaggio come quello che diede Gesù, dobbiamo avere un’esperienza spirituale come la sua. La stessa opera deve essere elaborata in noi. Dobbiamo contemplare Dio, e facendolo, perderemo di vista l’Io. 8T 331-333 Mar 116.6