Le opere delle sue mani sono verità e giustizia; tutti i suoi comandamenti sono fermi, stabili in eterno per sempre, fatti con verità e rettitudine. Salmo 111:7,8 CIF 132.1
“E il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto, e si vide... l’arca del suo patto...” Apocalisse 11:19. L’arca del patto di Dio è nel luogo santissimo, la seconda parte del santuario. Nel rituale del santuario terrestre “...figura e ombra delle cose celesti” (Ebrei 8:5) questa sezione veniva aperta solo nel gran giorno delle espiazioni, per la purificazione del santuario. L’annuncio che il tempio di Dio in cielo era stato aperto, e che l’arca del suo patto era visibile, indica l’apertura del luogo santissimo del santuario celeste nel 1844, quando il Cristo vi entrò per cominciare la fase conclusiva della sua opera di espiazione. Coloro, che con l’occhio della fede, avevano seguito il loro Sommo Sacerdote che inaugurava il suo ministero nel luogo santissimo, videro l’arca del patto. Avendo studiato l’argomento del santuario, avevano capito il cambiamento sopravvenuto nelle funzioni sacerdotali del Salvatore che officiava davanti all’arca di Dio, presentando i meriti del suo sangue in favore dei peccatori. CIF 132.2
L’arca del tabernacolo terreno conteneva le due tavole di pietra sulle quali erano scritti i precetti della legge di Dio. L’arca era semplicemente il contenitore delle tavole del decalogo: era la presenza di questi precetti divini che le conferiva valore e carattere sacro. Quando il tempio di Dio in cielo fu aperto si vide l’arca del patto. Nel luogo santissimo del santuario celeste è custodita con cura la legge divina, legge che fu promulgata da Dio stesso in mezzo ai tuoni del Sinai e scritta dal suo stesso dito su tavole di pietra. CIF 132.3
La legge di Dio, custodita nel santuario celeste, è il documento originale di quel codice i cui i precetti scritti sulle tavole di pietra e ricordati da Mosè nel Pentateuco erano solo una trascrizione. Coloro che giunsero a comprenderne l’importanza, capirono anche il carattere sacro e immutabile della legge divina. Si resero conto, come mai prima, della forza delle parole di Gesù: “...finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà”. Matteo 5:18. La legge di Dio, essendo una rivelazione della sua volontà e una riproduzione del suo carattere, deve durare eternamente, “fedele testimone nei cieli”. Nessun comandamento è stato annullato, non uno iota o un apice è stato mutato. Dice il salmista: “In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli”; “...tutti i suoi precetti sono fermi, stabili in sempiterno...” Salmi 119:89; 111:7, 8 GC 433,434 CIF 132.4