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ominciare dall’inizio, 11 giugno CMS 172

Mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. 2 Corinzi 4:18 CMS 172.1

Satana sta lavorando continuamente per soffocare le glorie del mondo futuro e per attirare l’attenzione sulle cose di questa vita. Egli fa di tutto per occupare la nostra mente e i nostri pensieri, affinché ci occupiamo pienamente delle cose temporali, dimenticando del tutto le realtà eterne. Il mondo e le sue preoccupazioni sono al primo posto rispetto a Gesù e le cose celesti. Certamente, dobbiamo occuparci coscienziosamente dei nostri doveri quotidiani, ma è anche essenziale che coltiviamo al di sopra di ogni altra cosa, il santo affetto per il nostro Signore Gesù Cristo. The Review and Herald, January 7, 1890 CMS 172.2

La visione delle cose celesti non rende incapaci uomini e donne di svolgere i doveri di questa vita, anzi, li rende più efficaci e fedeli. Anche se le grandi realtà del mondo eterno sembrano incantare la mente, attirare l’attenzione e rapire l’intero essere, tuttavia con l’illuminazione spirituale arriva una calma, una diligenza celeste che consente al cristiano di continuare a eseguire tutti i suoi doveri della vita... La contemplazione dell’amore di Dio manifestata nel dono di Suo Figlio per la salvezza degli uomini caduti, toccherà il cuore e susciterà i poteri dell’anima come nessun altro lo farà. L’opera di redenzione è un’opera meravigliosa; è un mistero nell’universo di Dio. Ma quanto sono indifferenti gli oggetti rispetto a tale grazia incomparabile! Se i nostri sensi non fossero induriti dal peccato e dalla contemplazione dei quadri scuri che Satana costantemente ci presenta, scaturirebbe un flusso continuo di gratitudine dai nostri cuori verso Colui che ci colma giornalmente di benedizioni. Benedizioni che assolutamente non meritiamo. CMS 172.3

Il canto eterno dei morti sarà per Colui che ci ha amati e ci ha lavati nel Suo stesso sangue; e se vogliamo cantare gli inni davanti al trono di Dio, dobbiamo impararli già ora, qui sulla terra. Ibid. CMS 172.4