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Geremia Portavoce Di Dio, 19 agosto CeC 235

Buona cosa è aspettare in silenzio la salvezza dell’Eterno. Lamentazioni 3:26 CeC 235.1

Geremia era fra coloro che avevano sperato in un vero risveglio dopo la riforma di Giosia. Chiamato da Dio al ministero profetico, mentre era ancora molto giovane... Dio aveva riconosciuto nel giovane Geremia un carattere che sarebbe rimasto fedele al proprio dovere e che si sarebbe schierato per la verità contro qualsiasi opposizione... Il Signore disse a questo messaggero che si era scelto: “Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va’ dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò. Non aver paura della gente, perché io sono con te a difenderti”. Geremia 1:7, 8; Geremia 1:17-19. Per quarant’anni Geremia sostenne la verità e la giustizia nei confronti di tutta la nazione. In questo periodo di apostasia aveva dovuto dare l’esempio, tramite la sua vita e il suo carattere, dell’adorazione dell’unico vero Dio. Durante il terribile assedio di Gerusalemme fu il portavoce dell’Eterno. Ibid. 407,408 CeC 235.2

Per natura timido e riservato, Geremia avrebbe desiderato avere una vita quieta e pacifica nella quale non fosse stato il testimone dei numerosi peccati della nazione da lui amata. Il suo cuore era tormentato dall’angoscia che provava per la malvagità del popolo. Geremia 9:1, 2. CeC 235.3

Le esperienze fatte da Geremia quando era giovane e successivamente nel corso del suo ministero gli insegnarono la lezione che “Nessuno sa scegliere la giusta via, nessuno sa decidere bene per la propria vita”. Imparò a pregare: “Correggi il tuo popolo, Signore, ma non essere troppo duro con noi. Non trattarci con ira: per noi sarebbe la fine!” Geremia 10:23, 24. CeC 235.4

Quando fu chiamato ad affrontare sofferenze e disperazione, quando fu tentato di dire: “Non c’è più futuro per me, è finita la speranza che mi veniva dal Signore” si ricordò le benedizioni divine e gridò con entusiasmo: “...la bontà del Signore non è finita, il suo amore continua, la sua bontà si rinnova ogni mattino, la sua fedeltà è grande...”. Lamentazioni 3:18, 22-25 Ibid, 419-421 CeC 235.5