Go to full page →

Eden, 6 gennaio CeC 10

L’Eterno DIO prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. Genesi 2:15 CeC 10.1

Oltre a tutto ciò che Dio ha fatto per la loro felicità, manifestò pure il Suo grande amore donando loro uno stupendo giardino dove abitare. Una parte del loro tempo dovevano occupare nella cura di questo giardino con aiuto dei suggerimenti degli angeli che gli visitavano per dar loro le istruzioni necessarie. Il loro lavoro non era stancante ma piacevole e corroborante. Questo bellissimo giardino doveva essere la loro casa. CeC 10.2

In questo giardino il Signore mise alberi di ogni varietà sia per utilità sia per bellezza. C’erano alberi carichi di frutti lussureggianti, di profumo intenso, belli da vedere e piacevoli al gusto, pensati da Dio come cibo per la santa coppia. C’erano le deliziose viti cariche di frutta, mai più visti da uomo dopo la sua caduta. Il frutto era molto grande e di diversi colori; alcuni erano neri, altri viola, rosso, rosa e verde chiaro. Questa bella e rigogliosa varietà di frutta della vite era chiamata uva. Sebbene i frutti erano pesanti, furono supportati dai robusti tralci. Il compito di Adamo ed Eva era formare bellissime pergole con gli stessi rami di vite, carichi di frutti profumati, creando in questo modo uno spazio per riposare sotto l’ombra dei suoi fogli. Ibid. 21,22 CeC 10.3

Nei piani di Dio l’uomo doveva essere felice grazie alle meraviglie del creato e doveva compiere la Sua volontà mangiando i frutti degli alberi della vita... Se la felicità fosse stata fatta nel non fare nulla, l’uomo, nel suo stato di santa innocenza, sarebbe stato lasciato senza lavoro; ma Colui che creò l’uomo sapeva cosa occorreva per la sua felicità; e non appena l’ebbe creato, gli diede il giardino di cui prendersi cura. La promessa della gloria futura e il decreto che l’uomo deve faticare per il suo pane quotidiano, provenivano dallo stesso trono. The Adventist Home, 27 CeC 10.4