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Compromesso, 5 maggio CeC 129

Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c’è tra la giustizia e l’iniquità? E quale comunione c’è tra la luce e le tenebre? 2 Corinzi 6:14 CeC 129.1

Sansone, che era di Tsorea, una città al confine con il paese dei filistei, intrecciò con quella popolazione pagana stretti legami di amicizia che avrebbero influito negativamente su tutta la sua vita. Innamoratosi di una giovane donna che abitava nella città filistea di Timnah, decise di sposarla. Ai genitori, che fedeli a Dio cercavano inutilmente di dissuaderlo rispose: “Mi piace”. Cfr. Giudici 14:3. Così, alla fine, essi si rassegnarono e il matrimonio fu celebrato. CeC 129.2

Proprio nel momento in cui Sansone, ormai uomo, doveva eseguire la missione divina, quando avrebbe dovuto rimanere particolarmente fedele a Dio, egli si legò ai nemici d’Israele. Non si chiese se unendosi a colei che aveva scelto avrebbe potuto glorificare meglio Dio, o se si poneva in una situazione che gli avrebbe impedito di compiere la missione a cui era stato chiamato. Dio aveva promesso saggezza a tutti coloro che avrebbero cercato di onorare prima di tutto lui; per chi ricerca l’appagamento dei propri piaceri non esiste alcuna promessa CeC 129.3

La fede cristiana deve esercitare un notevole influsso sul matrimonio, ma troppo spesso i moventi che conducono a questa unione sono estranei ai princìpi cristiani. Satana cerca costantemente di far sorgere fra i credenti passioni profane che li inducano a unirsi a coloro che già gli appartengono, rafforzando così il suo influsso sul popolo di Dio. CeC 129.4

Il matrimonio di Sansone contribuì a consolidare i suoi legami con coloro che odiavano il Dio d’Israele. Chiunque intreccia relazioni con questo tipo di persone, si sentirà obbligato a conformarsi in una certa misura alle loro abitudini e usanze. Del tempo prezioso viene speso per soffermarsi su pensieri e parole che tendono a infrangere i princìpi e a indebolire l’animo umano. PP 562,563 CeC 129.5