Or il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: «Orsù, facci un dio che vada davanti a noi, perché quanto a Mosè, l'uomo che ci ha fatto uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa gli sia accaduto». Esodo 32:1 FFD 212.1
In assenza di Mosè, Aaronne era stato nominato giudice supremo, e gli rivolse questa richiesta: “...Orsù, facci un dio, che ci vada dinanzi, poiché, quanto a Mosè, a quest’uomo che ci ha tratto del paese d’Egitto, non sappiamo che ne sia stato”. Esodo 32:1. In quel momento di crisi sarebbe stato necessario un uomo fermo, deciso, pieno di coraggio, che considerasse la fedeltà a Dio più importante del favore del popolo, della propria incolumità e perfino della vita. Ma Aaronne si oppose al popolo con fermezza: le sue esitazioni e la sua timidezza resero gli ebrei ancora più convinti. La rivolta si allargò.... Aaronne temeva per la propria vita e, invece di difendere l’onore di Dio, si piegò alle richieste della folla. Ordinò al popolo di raccogliere tutti gli anelli d’oro, nella speranza che l’orgoglio li inducesse a rifiutare questo sacrificio. Ma gli israeliti si spogliarono degli ornamenti e li fusero per forgiare un vitello simile agli dèi egiziani. PP 316,317 FFD 212.2
Ripetiamo che il peccato di Aaronne fu quello di essere un pacificatore, un conciliatore, quando invece la percezione dovrebbe essere chiara nel discernere il male e presentarlo così com’è, anche quando ci mettiamo in una posizione sgradevole perché i nostri motivi possono essere fraintesi. Non dobbiamo permettere che si faccia del male o si danneggi nessun fratello, nessuna anima con la quale ci relazioniamo. Trascurare di mantenersi dalla parte della verità fu il peccato di Aaronne. Se lui avesse detto la verità chiaramente, il vitello d’oro non sarebbe mai stato fatto. 1BC, 1109 FFD 212.3
Anche oggi esistono persone deboli, che... cedono ai disideri di chi non crede in Dio e li incoraggia alla trasgressione. PP 317 FFD 212.4
Coloro che hanno l’onore di seguire un ordine divino, non devono dimostrarsi deboli... o trascurare i doveri poco piacevoli, dovrebbero compiere l’opera di Dio con rigorosa fedeltà. PP 324 FFD 212.5