Allora Giosuè disse ad Akan: «Figlio mio, ti prego, da’ gloria all'Eterno, il DIO d'Israele, confessa a lui e dimmi ciò che hai fatto; non me lo nascondere”. FFD 217.1
La storia di Acan ci insegna una grande lezione, ossia che a causa del peccato di un uomo, il dispiacere di Dio si posò su tutto il popolo e tutta la nazione, fintantoché la trasgressione non fosse stata scoperta e punita. Il peccato è corrotto per natura. Un uomo infettato dalla lebbra, può contagiare migliaia di persone... Molti non osano condannare l’iniquità per paura di perdere la posizione e la popolarità. Alcuni considerano che è mancanza di carità rimproverare il peccato. Il servo di Dio non dovrebbe permettere mai che il suo spirito si mescoli col rimprovero che si impone che egli dia, anzi è obbligato a presentare la Parola di Dio senza paura e senza favoritismi. Il peccato deve essere chiamato col suo nome... L’amore di Dio non indurrà mai qualcuno a dare poca importanza al peccato, mai coprirà o scuserà un errore inconfessato. Acan imparò troppo tardi che la legge di Dio come il suo Autore è immutabile. La legge ha a che fare con tutti i nostri atti, pensieri e sentimenti. Raggiunge ogni motivo segreto delle nostre azioni. Per la compiacenza verso il peccato gli uomini sono indotti a considerare la legge di Dio con troppa leggerezza. Molti nascondono le loro trasgressioni davanti agli uomini adulando sé stessi dicendo che Dio non è poi tanto severo nel condannare l’iniquità. Ma la Sua legge è la grande norma di giustizia, e ogni atto della vita dovrà essere messo a confronto con essa nel giorno in cui Dio giudicherà ogni opera segreta, sia buona che sbagliata. La purezza del cuore conduce alla purezza della vita. Tutte le scuse riguardo al peccato sono vane. Chi può difendere il peccatore quando il Signore stesso è contro di lui? 2BC 996,997 FFD 217.2
Il più grande bisogno del mondo è il bisogno di uomini che non si possono né comprare né vendere; uomini che sono leali e onesti fino nell’intimo del loro animo; uomini che non hanno paura di chiamare il peccato con il suo vero nome; uomini la cui coscienza è fedele al dovere come l’ago magnetico lo è al polo; uomini che stanno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli. Ed 57 FFD 217.3