Perciò tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede di Dio per mezzo di Cristo. Galati 4:7 FFD 352.1
I galati si erano abbandonati all’idolatria. La predicazione degli apostoli ebbe un grande successo. Essi erano felici di accettare un messaggio che prometteva loro la libertà dal peccato. Paolo e i suoi collaboratori proclamarono la dottrina della giustificazione per fede nel sacrificio espiatorio di Cristo. Presentarono il Salvatore come Colui che, vedendo la disperata condizione dei peccatori, venne a redimere l’umanità, vivendo una vita di totale ubbidienza alla legge di Dio e sottoponendosi alla pena prevista per chi la trasgredisce. Molti di quelli che non avevano ancora conosciuto il vero Dio, cominciarono a comprendere la grandezza dell’amore del Padre celeste, guardando la croce. Così i galati furono istruiti nelle fondamentali verità riguardanti “Dio Padre” e il “Signor nostro Gesù Cristo, che ha dato sé stesso per i nostri peccati per strapparci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. Galati 1:3, 4 (Luzzi). Per mezzo della “predicazione della fede” i galati ricevettero lo Spirito di Dio e divennero “figliuoli di Dio, per la fede in Cristo Gesù”. Galati 3:2, 26 FFD 352.2
L’esempio di Paolo mentre viveva con i galati fu tale che egli, in seguito, poté dire: “Siate come son io, fratelli, ve ne prego”. Galati 4:12 (Luzzi). Le sue labbra erano state toccate con il tizzone ardente dell’altare. Egli fu reso capace di innalzarsi al di sopra delle infermità corporali, e di presentare Gesù come l’unica speranza del peccatore. Quelli che l’udirono riconobbero che era stato con Gesù. Egli riuscì, con l’aiuto di Dio, a dare una buona testimonianza delle cose che riguardavano il regno di Dio e a superare gli ostacoli che Satana metteva sul suo cammino. La presentazione dell’amore di Dio, rivelato nel sacrificio del suo unico Figlio, toccò i cuori, e molti furono indotti a chiedere: “Cosa devo fare per essere salvato?... FFD 352.3
La croce ci avvicina a Dio e ci riconcilia con il suo Spirito. Con la stessa tenerezza di un padre per i figli, Jahveh guarda alle sofferenze che suo Figlio ha patito per poter salvare l’umanità dalla morte eterna, e ci accetta per i suoi meriti. AA 207-209 FFD 352.4