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Capitolo 12: Altri insegnamenti PEC 66

In tutta la natura si manifesta la potenza risanatrice di Dio. Se un albero è reciso, se un essere umano è ferito o si frattura un osso, la natura immediatamente inizia la sua opera di riparazione. Gli agenti curativi sono pronti prima ancora che sorga la necessità, e non appena una parte è ferita, ogni energia si concentra sull’azione di guarigione. PEC 66.1

Lo stesso accade nel campo spirituale: prima ancora che il peccato ne determinasse la necessità, Dio aveva provveduto il rimedio. Ogni anima che cede alla tentazione è ferita dall’avversario, però ovunque c’è il peccato, c’è il Salvatore. La sua opera consiste appunto nel fasciare quelli che hanno il cuore spezzato “...annunciare la liberazione ai prigionieri... a rimettere in libertà gli oppressi”. Luca 4:18. PEC 66.2

Noi dobbiamo collaborare in questa opera. “Se uno viene sorpreso in colpa, ... rialzatelo con spirito di mansuetudine”. Galati 6:1a. La parola tradotta con “rialzare” significa “reintegrare, rimettere al proprio posto”, come si fa con un osso slogato. Che immagine efficace! Coloro che cadono nell’errore o nel peccato smettono di essere in relazione con tutto ciò che li circonda. Pur riconoscendo lo sbaglio commesso e pur provando un vivo rimorso, non sanno da soli ritornare allo stesso stato di prima: confusi e perplessi, hanno bisogno di essere sollevati, guariti e ristabiliti. “...voi, che siete spirituali, rialzatelo”. Galati 6:1b. Solo l’amore che sgorga dal cuore di Cristo può dare la guarigione; solo colui nel cui cuore quell’amore fluisce come la linfa nell’albero e il sangue nelle vene, può risanare l’anima ferita. PEC 66.3

Gli strumenti dell’amore hanno un potere meraviglioso, perché divini. La risposta dolce che “calma il furore” (cfr. Proverbi 15:1), l’amore che “è paziente, è benevolo” (1 Corinzi 13:4), la carità che “copre una gran quantità di peccati” (1 Pietro 4:8) costituiscono ciò che dobbiamo imparare se vogliamo che la nostra vita sia dotata di questa virtù risanatrice! L’esistenza ne risulterebbe trasformata, e la terra diventerebbe un anticipo del cielo. PEC 66.4