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Rispetto PEC 139

Un’altra preziosa grazia da coltivare con cura è il rispetto. Il vero rispetto verso Dio è ispirato dal senso della sua infinita grandezza e dalla comprensione della sua presenza. Questo senso dell’invisibile dovrebbe suscitare una profonda impressione nel cuore di ogni bambino al quale bisognerebbe insegnare a considerare sacri l’ora e il luogo della preghiera e del culto pubblico, perché Dio vi è presente. Così mentre il rispetto si manifesta nell’atteggiamento e nella condotta, il sentimento che lo ispira si approfondirà. PEC 139.4

Giovani e anziani dovrebbero studiare, meditare, e spesso ripetere le parole della Sacra Scrittura che insegnano come deve essere considerato il luogo contrassegnato dalla presenza di Dio. Quando Mosè era presso il rovo ardente, Dio gli disse: “Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro”. Esodo 3:5. Giacobbe, dopo la visione degli angeli, esclamò: “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo... Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!” Genesi 28:16, 17. PEC 139.5

“Ma il Signore è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!” Abacuc 2:20. PEC 139.6

“Poiché il Signore è un Dio grande, un gran Re sopra tutti gli dèi... Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al Signore che ci ha fatti”. Salmi 95:3-6. PEC 140.1

Si deve aver rispetto anche per il nome di Dio; mai lo si deve pronunciare con leggerezza. Anche nella preghiera si eviti la sua frequente e inutile ripetizione. “Santo e tremendo è il suo nome”. Salmi 111:9. Gli angeli quando lo nominano si coprono il volto. Con quanta maggior riverenza noi, esseri caduti e peccatori, dovremmo pronunciare il nome del Signore! PEC 140.2

Dovremmo sempre tenere in considerazione la Parola di Dio e mostrare rispetto anche verso le pagine stampate, non facendone mai un uso improprio, o maneggiandole con noncuranza. La Scrittura non deve mai essere citata per scherzo o parafrasata per fare dello spirito. PEC 140.3

“Ogni parola di Dio è affinata con il fuoco”. Proverbi 30:5. “Le parole del Signore son parole pure, sono argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte”. Salmi 12:6. PEC 140.4

Il rispetto va pure manifestato nei confronti dei rappresentanti di Dio: ministri, insegnanti e genitori, tutti coloro cioè che sono chiamati a parlare e ad agire in sua vece. Dio è onorato dal rispetto che noi mostriamo verso di loro. Il Signore ha particolarmente raccomandato il rispetto per le persone di età avanzata, e dice: “I capelli bianchi sono una corona d’onore; la si trova sulla via della giustizia”. Proverbi 16:31. La canizie parla di battaglie combattute e di vittorie conseguite; di fardelli portati e di tentazioni superate; di stanchezza e di imminente riposo; di posti che presto rimarranno vacanti. Aiutate i bambini a pensare a queste cose; essi allora cercheranno di appianare il sentiero delle persone anziane con la cortesia e con il rispetto, e accresceranno la grazia e la bellezza delle loro giovani vite ascoltando il divino invito: “Alzati davanti al capo canuto, onora la persona del vecchio”. Levitico 19:32. PEC 140.5

Padri, madri e insegnanti devono apprezzare maggiormente l’onore e la responsabilità che Dio ha loro accordato nel farli, nei confronti dei bambini, suoi rappresentanti. Il carattere, manifestato nelle relazioni di ogni giorno, interpreterà per il fanciullo, o in bene o in male, queste parole di Dio: “Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono”. Salmi 103:13. “Come un uomo consolato da sua madre così io consolerò voi”. Isaia 66:13. PEC 140.6

Beato quel bambino nel quale parole come queste suscitano amore, gratitudine e fiducia; beato quel bambino al quale la tenerezza, la giustizia e la benevolenza del padre e della madre rappresentano la giustizia e la benevolenza di Dio; beato quel bambino che per la fiducia, l’ubbidienza e il rispetto che ha verso i propri genitori, impara ad avere fiducia in Dio, a ubbidirgli e a rispettarlo. Coloro che comunicano ai figli o agli alunni un tale dono, li arricchiscono di un tesoro più prezioso di qualsiasi altra ricchezza, un tesoro che dura per l’eternità. PEC 140.7