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Chiamati dai sentieri comuni SC 23

Anche le persone semplici possono avere il loro posto tra gli operai. Nel condividere le sofferenze di uomini e donne come il Salvatore lo ha fatto nei confronti dell'umanità, essi vedranno, per fede, che egli agisce al loro fianco. — Gospel Workers, 38 (1915). SC 23.1

Da tutti i territori, vicini e lontani, gli uomini saranno chiamati ad abbandonare le loro occupazioni abituali e formarsi accanto a uomini di esperienza. Mentre imparano a lavorare con efficacia, essi proclameranno la verità con potenza e, grazie all'azione meravigliosa della divina provvidenza, riusciranno a spostare le montagne delle difficoltà e a gettarle in mare. Il messaggio, che ha un così grande significato per gli abitanti della terra, è annunciato e capito. Gli uomini sapranno dov'è la verità. L'opera progredirà sempre più, fino a quando tutta la terra non sarà avvisata. Allora verrà la fine. — Testimonies for the Church 9:96 (1909). SC 23.2

Dio potrà servirsi, e lo farà, di persone che non hanno ricevuto un'istruzione completa nelle scuole degli uomini. Avere dei dubbi sulla sua potenza in tal senso, equivale a manifestare incredulità, a limitare la forza onnipotente di colui per il quale niente è impossibile. Questa prudenza fuori luogo e sospettosa preclude l'utilizzo di molte energie della chiesa; chiude il passaggio, impedendo allo Spirito Santo la possibilità di servirsi degli uomini; mantiene in uno stato di pigrizia quelli che sarebbero disponibili e ansiosi di servire tra le fila di Cristo; scoraggia l'impegno di tante persone che, se fosse data loro una corretta possibilità, diventerebbero collaboratori efficienti di Dio. — Gospel Workers, 488, 489 (1915). SC 23.3

A ognuno viene offerto il privilegio di progredire. Quelli che sono in comunione con Cristo cresceranno nella grazia e nella conoscenza del Figlio di Dio fino a raggiungere la statura perfetta di uomini e donne. Se tutti coloro che affermano di credere nella verità avessero sfruttato al massimo le loro capacità e approfittato delle opportunità, sarebbero diventati forti in Cristo. Nonostante la loro occupazione — agricoltori, meccanici, insegnanti o pastori — se si consacrassero a Dio diventerebbero operai efficienti per il Maestro. — Testimonies for the Church 6:423 (1900). SC 23.4

Le persone che nella chiesa hanno sufficienti talenti da essere impiegate in una delle diverse vocazioni della vita, come insegnamento, costruzione, artigianato o agricoltura, dovrebbero essere, in genera le, preparate all'opera di edificazione della chiesa in modo che possano dare il loro contributo nei comitati o come animatori della Scuola del Sabato, nelle attività missionarie o in altri compiti collegati all'attività della chiesa. — The Review and Herald, 15 febbraio 1887. SC 23.5

Per realizzare la sua missione, Cristo non si è servito né di uomini colti ed eloquenti del sinedrio giudaico né della potenza di Roma. Per proclamare le verità che avrebbero scosso il mondo, Cristo ha tralasciato i maestri giudei pieni di autoreferenzialità scegliendo uomini umili e illetterati. Il Maestro si è proposto di prepararli e formarli per diventare le guide della sua chiesa in modo da istruire altri, a loro volta, ad annunciare il messaggio del Vangelo. Con la potenza dello Spirito Santo e di Dio, e non per mezzo di potenza e saggezza umane, avrebbero ottenuto il successo della loro missione. — The Acts of the Apostles, 17 (1911). SC 24.1

Tra coloro che hanno ricevuto il mandato del Signore: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli”, c'erano molte persone di umili origini, uomini e donne che avevano imparato ad amare il Salvatore e che avevano deciso di seguire il suo esempio nel servizio altruistico. Gesù, durante il suo ministero terreno, aveva dato questo prezioso incarico, sia a questi umili credenti sia ai suoi discepoli. Tutti dovevano portare al mondo la buona notizia della salvezza in Cristo. — The Acts of the Apostles, 105, 106 (1911). SC 24.2