Il mondo ha bisogno di missionari consacrati e nessun cristiano privo di spirito missionario sarà iscritto nel registro del cielo. — The Review and Herald, 23 agosto 1892. SC 74.6
Se i membri di chiesa non si impegnano personalmente in questa attività, mostrano di non avere nessun legame vivente con Dio. I loro nomi sono registrati come servitori indolenti. — Testimonies for the Church 5:462, 463 (1889). SC 74.7
In ogni movimento religioso vi sono quelli che, pur non potendo negare che l'opera è di Dio, mantengono le distanze rifiutando di collaborare. Dovrebbero ricordarsi del registro tenuto in cielo, quel libro nel quale non vengono fatte né omissioni né errori e in base al quale saranno giudicati. In esso viene registrata ogni occasione trascurata ma anche ogni atto di fede e di amore il cui ricordo diventa immortale. — Prophets and Kings, 639 (1916). SC 74.8
Verso le due del mattino del 23 ottobre 1879 lo Spirito del Signore mi mostrò il quadro degli avvenimenti del giudizio futuro... Una grande folla era riunita di fronte a un trono su cui era seduto un essere dall'aspetto maestoso. Vari libri stavano davanti a lui; sui frontespizi era scritto, con lettere d'oro sfavillanti: “Libro del cielo”. Uno di questi libri fu aperto: conteneva i nomi di coloro che dicono di credere nella verità. Improvvisamente persi di vista gli innumerevoli milioni di esseri riuniti intorno al trono perché la mia attenzione fu attratta da coloro che si erano dichiarati figli della luce e della verità. SC 75.1
Fu aperto un altro libro in cui figurava l'elenco dei peccati di coloro che professavano di credere nella verità. Sotto il titolo generale di “egoismo” venivano elencati molti altri peccati. Una certa categoria di persone fu definita: “collaboratori inutili”. Quando gli occhi penetranti del Giudice si posarono su di loro vennero rivelati i peccati di negligenza commessi. Con labbra livide e tremanti confessarono di aver tradito la fiducia che era stata loro riposta: avevano ricevuto avvertimenti e goduto privilegi, ma avevano trascurato i primi e apprezzavano poco i secondi. Ora si accorgevano di aver abusato troppo della misericordia di Dio. È vero che non dovevano confessare gravi peccati, ma erano stati maledetti come il fico sterile perché non avevano prodotto frutti e non avevano utilizzato i talenti loro affidati. SC 75.2
Queste persone avevano concesso all'io il posto supremo e si erano impegnate unicamente per scopi egoistici. Non erano ricche agli occhi di Dio perché non avevano risposto positivamente alle sue aspettative. Si definivano suoi servitori, ma non avevano condotto altri uomini al Signore. Se l'opera di Dio avesse dovuto contare sul loro impegno, essa avrebbe languito perché, oltre ad aver trattenuto i beni loro affidati, non avevano donato se stessi. Avevano lasciato che altri lavorassero nella vigna del Maestro e portassero le maggiori responsabilità, mentre essi si occupavano egoisticamente dei loro interessi terreni. SC 75.3
Il giudice disse: “Tutti saranno giustificati per la loro fede e giudicati secondo le loro opere”. Come risultò chiara la loro negligenza e saggia la decisione di Dio che consisteva nel dare a ogni uomo un'opera da svolgere in vista del suo sviluppo e della salvezza degli uomini! Ognuno doveva manifestare, nella propria famiglia e nel vicinato, una fede viva, dimostrandosi cortese con il povero, pieno di simpatia per l'afflitto, zelante nell'attività missionaria, sostenitore, con i propri mezzi, dell'opera di Dio. Furono colpiti dalla maledizione di Dio, come nel caso di Meroz, per quello che non avevano fatto, preferendo un'attività che avrebbe assicurato loro il massimo profitto in questa vita; accanto ai loro nomi, nel registro delle buone opere, c'era un vuoto desolante. — Testimonies for the Church 4:384-386 (1885). SC 75.4