È giusto chiedere in prestito del denaro per far progredire un’opera che Dio vuole veder realizzata. Non dovremmo vivere nella precarietà e sopportare delle difficoltà perché non vogliamo prendere denaro in prestito. Sono stati commessi errori per il fatto di aver contratto dei debiti per realizzare qualcosa che sarebbe stato possibile posticipare. Si corre però un pericolo raggiungendo l’estremo opposto. Non dobbiamo trovarci in una situazione che potrebbe influire negativamente sulla nostra salute e far perdere d’efficacia al nostro lavoro. Dobbiamo agire con saggezza. Dobbiamo compiere il nostro lavoro anche se fosse necessario contrarre un debito pagando gli interessi. — Lettera 111, 1903. CEC 198.4