La Bibbia non condanna un uomo ricco per il semplice motivo che è ricco; non dice che acquisire ricchezze sia un peccato, né che il denaro sia la radice di tutti i mali. Al contrario la Scrittura dichiara che è Dio che permette di acquisire dei beni. Questa capacità rappresenta un talento prezioso quando viene consacrato a Dio e utilizzato per lo sviluppo della sua opera. La Bibbia non condanna il genio o l’arte: sono delle manifestazioni della saggezza accordata da Dio. Non possiamo accrescere la purezza o la santità rivestendo il nostro corpo di tela di sacco o privando la nostra casa di ciò che procura benessere, comodità o esprime buon gusto. CEC 98.5
La Scrittura ci insegna che la ricchezza diventa pericolosa soltanto quando entra in competizione con i beni eterni. Il possesso di cose terrene e temporali rappresenta un’insidia quando assorbe i nostri pensieri, i nostri affetti o limita l’adorazione che Dio richiede. Coloro che scambiano la gloria eterna per i piaceri effimeri, le dimore eterne per una casa in cui abiteranno solo per alcuni anni, fanno una scelta stupida. Esaù fece la stessa cosa scambiando la primogenitura con un piatto di lenticchie; così pure Balaam quando rinunciò all’approvazione divina per godere dei favori del re di Madian e anche Giuda quando tradì Gesù per trenta denari. CEC 98.6
La Parola di Dio denuncia l’amore per il denaro come radice di tutti i mali. Il denaro è un dono che proviene da Dio perché venga fedelmente impiegato al suo servizio. Dio benedì Abramo e lo arricchì con bestiame, oro e argento. La Bibbia racconta che Dio fece altrettanto con Davide, Salomone, Josafat ed Ezechia, accordando loro ricchezze e onori. CEC 99.1
Come per altri doni divini, anche possedere dei capitali implica un maggior numero di responsabilità e suscita tentazioni particolari. Quanta gente rimasta fedele a Dio nell’avversità ha ceduto alle brillanti seduzioni della prosperità! Possedendo ricchezze si può evidenziare la passione dominante di una natura egoista. Oggi la maledizione si estende sul mondo intero a causa dell’avidità e dei vizi sfrenati degli adoratori di Mammona. — The Review and Herald, 16 maggio 1882. CEC 99.2