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Un comportamento egoistico e calcolatore CEC 103

Rivolgo un appello ai miei fratelli in fede e li supplico di coltivare la bontà. Al Signore non piace che alimentiate l’egoismo e l’avidità, qualunque sia la vostra vocazione o la vostra posizione. L’opera di Dio non deve essere amministrata con avarizia ed egoismo nei confronti di chiunque, anche se gli affari in questione riguardano l’opera stessa. Ogni atto compiuto in rapporto con l’opera di Dio deve avere l’approvazione divina. Ogni transazione illegale, ogni tentativo di trarre vantaggio da un uomo che si trovi in circostanze sfavorevoli, ogni tentativo di procurarsi terre o proprietà per una somma che non corrisponde al loro valore non sarebbe gradito a Dio, anche se il denaro così ottenuto costituisse un’offerta per la sua opera. Il suo unigenito Figlio ha pagato per ogni uomo con il suo sangue ed è necessario che si agisca con onestà e giustizia nei confronti di chiunque per applicare i principi della legge di Dio. (...) CEC 103.2

Un fratello che ha lavorato in modo disinteressato per l’opera di Dio, che vede diminuire le sue risorse ed è costretto a cessare la sua attività, non deve essere liquidato e trovarsi costretto a cavarsela come può. È necessario dargli un salario per vivere e ricordarsi che appartiene alla famiglia di Dio e che noi siamo suoi fratelli. — The Review and Herald, 18 dicembre 1894. CEC 103.3