“Ciascuno dia quindi il suo contributo come ha deciso in cuor suo, ma non di malavoglia o per obbligo, perché a Dio piace chi dona con gioia”. 2 Corinzi 9:7 (Tilc). Se noi agiamo secondo lo spirito di questo consiglio, possiamo invitare Dio a controllare il bilancio dei nostri affari. Possiamo renderci conto che in fondo offriamo perché attingiamo a quanto ci ha dato il Signore. CEC 142.4
Tutte le nostre offerte dovrebbero essere presentate con gioia; esse infatti sono il frutto di quei beni che il Signore ci ha affidato per far progredire la sua opera nel mondo, affinché la verità sia proclamata ovunque. CEC 142.5
Se tutti coloro che hanno accettato il messaggio della salvezza restituissero al Signore una parte di ciò che gli appartiene, sotto forma di decime e offerte, l’opera di Dio disporrebbe dei mezzi necessari. La solidarietà nei confronti dei bisognosi non dipenderebbe più da una generosità frutto dell’impulso momentaneo, variabile in base ai mutevoli sentimenti umani. Gli appelli di Dio sarebbero considerati legittimi e la sua opera beneficerebbe regolarmente di una parte dei capitali che abbiamo in gestione. Ogni fedele amministratore desidererà accrescere la proporzione delle proprie offerte e non ridurle, anche soltanto di un centesimo. Per chi lavora? Per chi sta preparando la sua offerta? Per colui dal quale egli dipende per tutto ciò che ha. Come beneficiari della sua grazia, offriamo agli angeli l’opportunità di vergognarsi di noi e a Gesù di arrossire nel chiamarci fratelli. CEC 142.6
Manifesteremo ingratitudine offrendo con avarizia per l’opera di Dio? No. Abbandoniamo il nostro egoismo offrendo noi stessi come sacrificio vivente a Gesù Cristo. Noi apparteniamo a lui perché ci ha riscattati. Quanti hanno ricevuto la sua grazia, contemplando la croce del Calvario, non si chiederanno quanto devono dare perché si renderanno conto che anche l’offerta più consistente è fin troppo modesta, del tutto sproporzionata, al grande dono di Dio nella persona del Figlio. Mediante lo spirito di sacrificio anche la persona più povera riuscirà a trovare qualcosa da restituire a Dio. — The Review and Herald, 14 luglio 1896. CEC 143.1