Il Cristo spiega le ragioni di questo ordine: “...Io vi dico non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi fare diventare un solo capello bianco o nero”. Matteo 5:33-36. GMB 81.1
Tutto proviene da Dio. Non c’è nulla che non abbiamo ricevuto, nulla che non sia stato acquistato per noi con il sangue del Cristo. Tutto ciò che possediamo è frutto della croce, acquistato a prezzo di un sacrificio inestimabile: la vita stessa di Dio. Non c’è nulla per cui possiamo giurare, rivendicandone la proprietà, od offrendolo in pegno garantendolo con la nostra parola. GMB 81.2
Gli ebrei sapevano che il terzo comandamento proibiva di profanare il nome di Dio, ma si prendevano la libertà di utilizzarlo nei giuramenti e a volte con estrema facilità. Nonostante Mosé avesse proibito la falsa testimonianza, trovavano mille modi per sottrarsi all’impegno assunto con la promessa e non avevano timore né di bestemmiare né di spergiurare se potevano trovare qualche cavillo della legge che risultasse a loro favore. GMB 81.3
Gesù condannò il loro comportamento dichiarando che i loro giuramenti rappresentavano una trasgressione della legge di Dio. Il nostro Salvatore non intendeva proibire il giuramento giudiziario in cui Dio veniva chiamato come testimone affinché ciò che veniva dichiarato fosse la verità e soltanto la verità. Egli stesso davanti al Sinedrio non rifiutò di giurare quando il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù gli rispose: Tu l’hai detto”. Matteo 26:63, 64. Se pronunciando il Sermone sul Monte Gesù avesse condannato il giuramento in tribunale, in questa occasione avrebbe rimproverato il sommo sacerdote e, per il bene dei discepoli, confermato il suo insegnamento. GMB 81.4
Molti non temono affatto di ingannare il loro prossimo nonostante lo Spirito Santo glielo abbia indicato e quindi sappiano quanto sia terribile mentire al proprio Creatore. Chi giura deve sapere che lo fa davanti a Dio e non semplicemente per gli uomini. Se rende una falsa testimonianza sa di essere in presenza di chi legge nei cuori e quindi conosce la verità. Il ricordo del terribile castigo che colpì coloro che si macchiarono di questo peccato, eserciterà un influsso positivo. GMB 82.1
Ma se c’è qualcuno che può giurare è proprio il cristiano. Egli vive alla costante presenza di Dio, sa che ogni suo pensiero è noto al Signore a cui deve rendere conto. Quando il cristiano è chiamato a giurare è naturale che chiami Dio come testimone, il quale sa che le sue dichiarazioni corrispondono a verità. Gesù ci insegna comunque un principio che rende inutili i giuramenti. Egli ci insegna che dobbiamo essere sempre sinceri: “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno”. Colossesi 4:6. Questo avvertimento si riferisce a frasi prive di significato, a quei giuramenti che sono al limite della bestemmia. Condanna ogni forma di adulazione, di contraffazione della verità, di esagerazione, di frode commerciale, nella società in generale e nel mondo degli affari in particolare. Chi cerca di apparire per ciò che non è, e le cui parole non esprimono correttamente i suoi sentimenti, non è sincero. GMB 82.2
Se gli insegnamenti di Gesù fossero messi in pratica, rappresenterebbero un freno alle critiche e ai sospetti. Non conoscendo esattamente le azioni e le intenzioni degli altri come possiamo essere certi di non commettere errori nel giudicarli? Quante volte l’orgoglio, la collera, il risentimento personale influiscono sulle nostre impressioni. Uno sguardo, una parola, il tono della voce a volte bastano per esprimere qualcosa di falso. Ricordiamoci che tutto quello che si discosta anche minimamente dalla verità “viene dal maligno”. GMB 83.1
Il comportamento del cristiano dovrebbe essere trasparente come la luce del sole. La verità appartiene a Dio. La menzogna, sotto qualsiasi forma, è frutto dell’azione di Satana. Chiunque si allontana dalla verità si pone sotto il suo influsso. È difficile dire l’esatta verità. Non possiamo dirla se non la conosciamo, infatti pregiudizi, distorsioni mentali, conoscenza parziale, errori di valutazione ci impediscono di comprendere correttamente i problemi che dobbiamo affrontare. Non possiamo parlare sinceramente se non siamo guidati da colui che è la Verità. Tramite Paolo, il Cristo afferma; “Il vostro parlare sia sempre con grazia...”. Colossesi 4:6. “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta”. Efesini 4:29. GMB 83.2
Alla luce di queste dichiarazioni della Parola di Dio si comprende che le parole di Gesù pronunciate sul monte condannino gli scherni, le frivolezze e le conversazioni volgari: esse esigono che le nostre parole non solo siano sincere, ma anche pure. GMB 84.1
Coloro che conoscono il Signore non partecipano “alle opere infruttuose delle tenebre”. Efesini 5:11. Le loro parole e il loro comportamento saranno improntati alla sincerità e alla semplicità perché essi si preparano per vivere con coloro in cui “non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili”. Apocalisse 14:5. GMB 84.2