Nella chiesa manca la carità cristiana. Coloro che potevano, per le loro qualità, contribuire nel modo migliore allo sviluppo dell’opera di Dio non si sono impegnati veramente. Dio, nella sua misericordia, ha comunicato la conoscenza della verità a un certo gruppo di persone affinché potessero apprezzarne il valore infinito rispetto alle ricchezze terrene. Gesù ha detto loro: “Seguitemi!”; egli li mette alla prova invitandoli alla cena che ha preparato. Egli li osserva per individuare il loro carattere e verificare se daranno un valore maggiore ai loro interessi o alle ricchezze eterne. Molti di questi cari fratelli imitano coloro che si scusarono nella parabola: TT1 249.5
“...Un uomo fece una gran cena e invitò molti; e all’ora della cena, mandò il suo servitore a dire agl’invitati: Venite, perché tutto è già pronto. E tutti, ad una voce, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità d’andarlo a vedere; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi, e vado a provarli; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. E il servitore, tornato, riferì queste cose al suo signore. Allora il padron di casa, adiratosi, disse al suo servitore: Va’ presto per le piazze e per le vie della città, e mena qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Luca 14:16-21. TT1 249.6
Questa parabola rappresenta esattamente la condizione di molti che professano di credere nella verità. Il Signore li ha invitati a partecipare alla cena preparata per loro, ma gli interessi terreni sembrano molto più importanti delle ricchezze celesti. Essi sono invitati a condividere quei beni che hanno un valore eterno, ma le loro fattorie, il loro bestiame, le responsabilità familiari appaiono loro molto più importanti dell’ubbidienza all’invito di Dio e trovano dei pretesti per non rispondere positivamente all’appello divino: “Venite, tutto è pronto”. Questi fratelli imitano ciecamente l’esempio di coloro che sono rappresentati nella parabola. Considerando i beni terreni, dicono: “No, Signore, non posso seguirti: ti prego, scusami!” TT1 250.1
Le benedizioni che Dio ha concesso a questi uomini per metterli alla prova e vedere se restituiranno “a Dio ciò che è di Dio” vengono utilizzate come una scusa per sottrarsi alle esigenze della verità. Sono così attaccati ai loro beni terreni che dicono: “Io devo occuparmi di queste cose; non posso trascurare gli affari terreni: tutto questo mi appartiene!” Il loro cuore diventa insensibile e duro. Essi chiudono la porta del loro cuore al messaggero celeste che ripete: “Venite: tutto è pronto!” e la spalancano invece alle loro preoccupazioni terrene, ai loro affari, lasciando che Gesù, desideroso di entrare, bussi inutilmente. TT1 250.2