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Intemperanza nell’alimentazione TT1 283

L’intemperanza nell’alimentazione, anche se il cibo è di buona qualità, avrà delle ripercussioni sull’organismo e indebolirà le emozioni più sante ed elevate. Una rigorosa temperanza nel mangiare e nel bere è estremamente importante per conservare la salute e assicurare il buon funzionamento di tutti gli organi. Le abitudini di una stretta temperanza, unite all’esercizio muscolare e mentale, garantiranno il vigore fisico e mentale e assicureranno una buona resistenza a coloro che si impegnano nel ministero, come anche ai redattori e a quanti svolgono lavori sedentari. Noi, che pretendiamo di diffondere i principi della riforma sanitaria, mangiamo troppo. L’indulgenza nei confronti dell’appetito è la causa principale della debilitazione fisica e mentale ed è alla base della debolezza che si nota ovunque. TT1 283.1

L’intemperanza inizia sulle nostre tavole quando utilizziamo alimenti poco sani. Quando questo uso si prolunga, gli organi dell’apparato digerente si indeboliscono e quindi gli alimenti ingeriti non soddisfano più l’appetito. Si vengono a creare condizioni sfavorevoli alla salute e si cerca un’alimentazione sempre più stimolante. Il tè, il caffè, la carne provocano un effetto immediato e sotto l’azione di questi veleni e tossine il sistema nervoso è eccitato e, in alcuni casi, le capacità cerebrali sembrano apparentemente rafforzate e l’immaginazione più vivace. Siccome questi stimolanti provocano momentaneamente risultati così piacevoli, molti ne deducono di averne un assoluto bisogno e continuano a usarli. Però c’è sempre una conseguenza. Il sistema nervoso è stato eccessivamente sollecitato e ha dovuto attingere alle sue risorse per far fronte alle esigenze attuali. L’eccitazione è seguita da una depressione. Questi stimolanti assicurano un vigore apparente, ma del tutto temporaneo, seguito subito da una fase depressiva, appena l’effetto degli stimolanti stessi finisce. L’appetito si abitua a desiderare qualcosa di sempre più forte, per alimentare il desiderio di una piacevole eccitazione. Così, a poco a poco, l’indulgenza diventa un’abitudine e si prova un’esigenza sempre maggiore di stimoli più forti come tabacco, vino, liquori. Più ci si lascia coinvolgere dal richiamo dei sensi, più frequente sarà la loro richiesta e più difficile sarà autocontrollarsi. Più l’organismo è indebolito, meno sarà in grado di rinunciare agli stimolanti. Il desiderio per queste sostanze aumenterà fino a quando la volontà verrà sopraffatta e si penserà di non avere più nessuna possibilità di rinunciare a questi innaturali e irresistibili desideri. TT1 283.2