Sta scritto: “Che giova, fratelli miei, se uno dice d’aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?” Giacomo 2:14. Ogni volta che lei lavora il sabato, praticamente rinnega la sua fede. Le Sacre Scritture ci insegnano che la fede senza le opere è morta e che la testimonianza di una vita proclama al mondo se una persona è coerente o meno con la fede che professa. Il suo comportamento sminuisce la legge di Dio agli occhi dei suoi amici non credenti e dice loro: “Voi potete ubbidire ai comandamenti, ma potete anche farne a meno. Io credo che la legge di Dio sia vincolante, ma il Signore non è così esigente da pretendere una stretta osservanza dei suoi precetti; quindi una trasgressione occasionale non sarà punita con severità”. TT1 336.2
Molti, per scusare la violazione del sabato, citano il suo esempio: dicono che se un uomo rispettabile, che crede che il settimo giorno sia il sabato del Signore, può in quel giorno occuparsi di attività di carattere temporale quando le circostanze sembrano richiederlo, anch’essi possono fare altrettanto senza essere condannati. Nel giorno del giudizio molti si scuseranno dicendo che la loro disubbidienza era frutto del suo esempio. Questo non la scagionerà affatto e per lei rappresenterà anche una terribile condanna. TT1 336.3
Dio ha parlato e vuole che l’uomo ubbidisca. Egli non chiede se si tratta di qualcosa che all’uomo risulti conveniente o meno, perché il Signore della vita e della gloria non ha cercato né il proprio piacere né il proprio interesse quando ha rinunciato alla sua posizione ed è diventato un uomo provato dal dolore e dalle sofferenze, accettando la vergogna e la morte pur di liberare l’uomo dalle conseguenze della sua disubbidienza. Gesù morì non per salvare l’uomo nei suoi peccati, ma dai suoi peccati. L’uomo, perciò, deve abbandonare il proprio modo di vivere, seguire l’esempio del Cristo, prendere la sua croce, rinunciare all’io e ubbidire a Dio a ogni costo. TT1 336.4
Gesù ha detto: “Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l’uno ed amerà l’altro, o si atterrà all’uno e sprezzerà l’altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona”. Matteo 6:24. Se siamo veri figli di Dio, non dovremmo avere nessun dubbio circa l’osservanza dei comandamenti dell’Eterno e non dovremmo affatto essere limitati dai nostri interessi personali. Se coloro che credono alla verità non sono sorretti dalla fede in questi tempi relativamente tranquilli, dove troveranno la forza quando sopraggiungerà la grande prova e sarà emanato il decreto contro tutti coloro che non adoreranno l’immagine della bestia e non prenderanno il suo marchio né sulla fronte né sulla mano? Questo momento drammatico è vicino. Il popolo di Dio, invece di mostrarsi debole e indeciso, deve acquisire costantemente nuove forze e rinnovato coraggio in vista del tempo di “distretta”. TT1 336.5
Gesù, il nostro grande esempio, insegnò l’ubbidienza assoluta sia nella sua vita sia tramite la sua morte. Morì, giusto per gli ingiusti, innocente per i colpevoli, affinché l’onore della legge di Dio potesse essere salvaguardato e l’uomo fosse salvato. Il peccato è la trasgressione della legge. Se il peccato di Adamo ebbe come conseguenza il sacrificio del diletto Figlio di Dio, quale sarà il castigo di chi, pur conoscendo il messaggio della verità, infrange il quarto comandamento del Signore? TT1 337.1