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La fede che resiste alla prova TT2 181

Mosè non si limitava solo a pensare a Dio: lo vedeva. Egli aveva del continuo la visione di Dio dinanzi a sé e mai perse di vista il suo volto. Egli vedeva in Gesù il suo Salvatore e credeva che i suoi meriti gli sarebbero stati imputati. Questa per Mosè non era supposizione: era realtà. E’ questo il genere di fede di cui abbiamo bisogno: una fede che resisterà alla prova. Quante volte, ahimè, noi cediamo alla tentazione perché non teniamo il nostro sguardo fisso su Gesù! La nostra fede non è costante, perché per effetto dell’indulgenza verso noi stessi, pecchiamo e perciò non possiamo perseverare “come vedendo Colui che è invisibile”. TT2 181.1

Fratello mio, faccia di Cristo il suo compagno di ogni giorno, di ogni ora e non si lamenterà, allora, di non aver fede. Contempli Cristo, esamini il suo carattere; parli di lui. Meno lei esalta l’io, più esalterà Gesù. Dio ha per lei un’opera da compiere. Tenga sempre presente il Signore davanti a sé. Fratello e sorella Q., raggiungete una cima più elevata per godere di una visione più chiara del carattere di Cristo. Allorché Mosè pregò: “Ti supplico, mostrami la tua gloria!”, il Signore non lo rimproverò: esaudì la sua preghiera. Dio dichiarò al suo servitore: “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il nome dell’Eterno davanti a te”. Noi ci teniamo in disparte da Dio: questa è la ragione per cui non discerniamo le meraviglie della sua potenza. TT2 181.2