Go to full page →

Imparare a soccorrere gli altri TT2 265

Noi dobbiamo insegnare ai giovani ad aiutare i loro coetanei. Svolgendo questa opera, essi acquisteranno un’esperienza che li qualificherà per diventare operai consacrati in un più vasto campo di attività. Si possono riggiungere migliaia di cuori nella maniera più semplice e umile. Gli intellettuali, coloro che sono considerati e incensati come gli uomini e le donne più dotati del mondo, spesso trovano ristoro nelle parole semplici che sgorgano dal cuore di chi ama Dio e parla di quell’amore in modo tanto naturale come l’uomo del mondo parla di ciò che il suo sguardo contempla e di cui il suo pensiero si alimenta. Spesso le parole ricercate e ben studiate hanno scarsa efficacia, mentre quelle sincere e oneste di un figliuolo o di una figliuola di Dio, dette con spontanea semplicità, apriranno la porta di cuori rimasti lungamente chiusi. TT2 265.1

Si odono intorno a noi i gemiti della sofferenza del mondo. Il peccato ci incalza con la sua ombra e il nostro spirito deve essere pronto per ogni buona parola e azione. Noi sappiamo di godere della presenza di Gesù. Il soave influsso del suo Santo Spirito ammaestra e guida i nostri pensieri, spingendoci a esprimere con le parole ciò che possa rallegrare gli altri e rischiarare il loro cammino. Se riusciamo ad avere frequenti incontri con le nostre sorelle, e anziché dire loro “Andate”, le guidiamo perché agiscano come noi e provino i nostri stessi sentimenti, vi sarà un crescente apprezzamento del valore dell’anima umana. Noi dobbiamo essere dei discepoli se vogliamo essere degli insegnanti. Questa idea deve imprimersi nella mente di ogni membro di chiesa. TT2 265.2

Noi crediamo fermamente nell’organizzazione della chiesa, nondimeno ciò non deve prescrivere un rigido modo di operare, in quanto non tutte le menti possono essere raggiunte con gli stessi metodi. Nulla deve impedire al servitore di Dio di mettersi in contatto coi propri simili. Ogni singolo credente deve adoperarsi in favore dei peccatori. Ognuno deve tenere accesa la propria lampada. Se l’olio celeste viene versato in queste lampade attraverso i condotti d’oro, se i recipienti vengono svuotati dall’io e così preparati a ricevere l’olio sacro, la luce potrà essere diffusa sul sentiero del peccatore. Questa lampada riverserà sul cammino degli erranti una luce maggiore di quella data da una fiaccolata appariscente. Una personale consacrazione e una personale santificazione a Dio risulteranno più efficaci del più imponente sfoggio. TT2 265.3

Insegnate alle sorelle che la loro quotidiana preghiera dovrebbe essere: “Signore, che cosa vuoi che io faccia oggi?” Ogni vaso consacrato accoglierà in sé l’olio sacro per poi, a sua volta, versarlo in altri vasi. TT2 265.4