Dopo la benedizione finale, tutti dovrebbero rimanere ancora in silenzio, quasi timorosi di perdere la pace di Cristo. Tutti, quindi, dovrebbero uscire senza spingersi, né parlare a voce alta, ricordando che sono alla presenza di Dio, che il suo sguardo si posa su di loro e che perciò debbono comportarsi di conseguenza. Non è bene soffermarsi fra le panche a conversare, bloccando così l’uscita agli altri. I locali della chiesa dovrebbero essere considerati con sacro rispetto e non trasformati in un luogo d’incontro con vecchi amici per parlare e introdurre pensieri profani o addirittura trattative di affari commerciali. Questi dovrebbero essere lasciati fuori della chiesa. Dio e gli angeli sono stati disonorati dalla negligenza, dalle risate rumorose e dal rumore dei passi che si odono in certi luoghi di culto. TT2 133.1
Genitori, elevate l’ideale del cristianesimo nella mente dei vostri figli; aiutateli a introdurre Gesù nella loro esperienza; insegnate loro a coltivare il massimo rispetto per la casa di Dio e a capire che quando entrano in essa debbono farlo con animo commosso e soggiogato da pensieri come questi: “Dio è qui; questa è la sua casa. Io debbo nutrire pensieri puri e motivi santi. Non debbo coltivare l’orgoglio, l’invidia, la gelosia, i cattivi sospetti, l’odio o la frode nel mio cuore, poiché mi presento al cospetto dell’Iddio santo. Questo è il luogo dove Dio si incontra col suo popolo e lo benedice. L’Essere eccelso e santo che abita l’eternità mi osserva, esamina il mio cuore e legge i pensieri e gli atti più segreti della mia vita”. TT2 133.2