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Volgi lo sguardo a Gesù

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    Marzo 10—Abbiate un medesimo sentimento

    “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale essendo in forma di Dio non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini”. Filippesi 2:5-7VG 77.1

    Daniele era solo un giovane quando fu portato in cattività a Babilonia. Approssimativamente aveva 15 o 16 anni, perché veniva chiamato ragazzo, questo significa che era nell’età adolescenziale. Perché Daniele rifiutò di mangiare alla tavola del Re? Perché rifiutò di bere il vino che era stato messo davanti a lui, per comando del Re? Sapeva che se avrebbe bevuto il vino l’avrebbe gustato e avrebbe potuto preferirlo all’acqua. Daniele avrà pensato che nella tavola reale e davanti al comando del Re, non poteva comportarsi diversamente. Lui e i suoi compagni fecero una riunione e si consultarono. Discussero la questione in maniera esaustiva cercando di vedere come potevano migliorare le loro facoltà fisiche e mentali mediante l’uso del vino. Studiarono diligentemente questo tema, e giunsero alla conclusione che il vino era una trappola. Rifletterono sulla storia di Nadab e Abiù che conoscevano dalle pergamene. In quegli uomini il consumo di vino aveva incrementato il loro gusto per quella bevanda. Bevvero vino prima di realizzare il servizio sacro nel santuario, e i loro sensi si ottenebrarono. Non poterono distinguere tra il fuoco sacro e quello profano. Con i loro cervelli intorpiditi fecero quello che il Signore aveva proibito a coloro che servivano nel servizio santo. Malgrado Dio avesse ordinato espressamente che si usasse solamente il fuoco sacro che egli stesso aveva acceso e che non doveva spegnersi mai, essi collocarono fuoco comune nei suoi incensieri. . .VG 77.2

    Daniele e i suoi compagni amavano la verità che era arrivata fino a loro attraverso labbra umane, trasmessa di generazione in generazione. L’immagine di Dio era incisa nei loro cuori.VG 77.3

    Un altro tema che questi giovani prigionieri presero in considerazione fu che il re chiedeva sempre una benedizione prima di cibarsi, ed era diretta ai suoi idoli. Separava una parte dei suoi alimenti ed anche una parte del suo vino al fine di presentarli agli idoli che adorava. Questa porzione, d’accordo con l',istruzione religiosa che avevano ricevuto, consacrava la totalità al dio pagano. Daniele e i suoi tre compagni considerarono che sedersi alla tavola dove si praticava tale idolatria avrebbe disonorato il Dio del cielo. Questi quattro giovani decisero che non potevano sedersi alla tavola del Re per mangiare gli alimenti a loro destinati o per condividere il vino, tutto questo era stato dedicato a un idolo… Non vi era presunzione in questi giovani, ma un fermo amore per la verità e la giustizia. Essi non scelsero di essere diversi, ma dovettero esserlo, altrimenti avrebbero corrotto le loro pratiche alla corte di Babilonia.VG 77.4

    (Manoscritto 122, del 10 Marzo 1897, “Daniele”)VG 77.5

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