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Messaggi Scelti, Vol. 1

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    CAPITOLO 32—LA GIUSTIZIA DI CRISTO NELLA LEGGE*“Questo articolo apparve nella Review and Heald del 22 aprile 1902

    La più grande difficoltà che Paolo dovette affrontare sorse dall’influenza dei maestri giudaizzanti. Essi gli provocarono molte difficoltà creando dissensi nella chiesa di Corinto. I Giudei presentavano continuamente le virtù delle cerimonie della legge, e le esaltavano al di sopra del Vangelo di Cristo, e nel frattempo condannavano Paolo, perché non le imponeva ai nuovi convertiti. Paolo li affrontò sul loro stesso terreno e disse:MS1 192.1

    Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d’Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosé a motivo della gloria, che pur svaniva, dal volto di lui, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? e, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia.
    2 Corinzi 3:7-9
    MS1 192.2

    La legge di Dio, pronunciata con paurosa grandezza al monte Sinai, è l’espressione della condanna dei peccatori. La condanna è competenza della legge, ma la legge non ha alcun potere di perdonare né di redimere. Fu stabilita per la vita. Quelli che camminano in armonia con i suoi precetti riceveranno la ricompensa della loro ubbidienza. Ma apporta schiavitù e morte a quelli che permangono sotto la sua condanna. La legge di Dio è sacra e gloriosa. Quando Mosé ritornò dal monte Sinai dove si era incontrato con Dio per ricevere dalla sua mano le tavole di pietra, il suo volto rifletteva una gloria che il popolo non poteva contemplare senza provare dolore. Così, Mosé fu obbligato a coprirsi con un velo.MS1 192.3

    La gloria che brillava dal suo volto era un riflesso della giustizia di Cristo attraverso la legge. La stessa legge non avrebbe alcuna gloria se non fosse incarnata in Cristo. Essa non ha nessun potere di salvezza. É offuscata a meno che in essa sia rappresentato Cristo nella pienezza della giustizia e della verità. I simboli e le ombre del servizio dei sacrifici, e le profezie, diedero agli Israeliti una visione velata e confusa della misericordia e della grazia che dovevano essere portate al mondo mediante la rivelazione di Cristo. Davanti a Mosé fu spiegato il significato dei simboli e delle ombre che indicavano Cristo. Egli vide la fine di quello che doveva essere abolito quando, nella morte di Cristo, il simbolo si sarebbe incontrato con la realtà.MS1 192.4

    Vide, che solo per mezzo di Cristo l’uomo può osservare la legge morale. Con la trasgressione di questa legge, l’uomo portò il peccato nel mondo, e con il peccato la morte. Cristo diventò la vittima espiatoria dei peccati dell’uomo. Offrì la perfezione del suo carattere al posto della peccaminosità dell’uomo. Prese su di sé la maledizione della disobbedienza. I sacrifici e le offerte erano il preannuncio del sacrificio di Gesù. L’agnello immolato, impersonava l’Agnello che doveva togliere il peccato del modo. Vedendo l’oggetto di ciò che doveva essere abolito, e vedendo Cristo rivelato nella legge, il viso di Mosè si illuminò.MS1 193.1

    Il ministero della legge, incisa sulla pietra, era un ministero di morte. Senza Cristo, il trasgressore sarebbe stato lasciato sotto la maledizione senza alcuna speranza di perdono. Questo ministero, di per sé, era senza gloria, ma il Salvatore promesso rivelato nei simboli e nelle ombre della legge cerimoniale, rese la legge morale gloriosa.MS1 193.2

    L’apostolo Paolo desiderava, che i suoi fratelli vedessero che la gloria di un Salvatore che perdona i peccati dava significato a tutto il sistema giudaico. Egli desiderava ancora, che essi si rendessero conto che quando Cristo venne nel mondo e morì come sacrificio per l’uomo, il tipo si era incontrato con l’antitipo. Dopo la morte di Cristo sulla croce come sacrificio per il peccato, la legge cerimoniale non aveva più alcun valore, tuttavia, era relazionata con la legge morale ed era gloriosa. Tutto l’insieme portava il sigillo della divinità ed esprimeva la santità, la giustizia e la rettitudine di Dio. Se il ministero della dispensazione che si doveva abolire era glorioso, quanto più gloriosa doveva essere la realtà, quando Cristo fosse rivelato elargendo il suo Spirito Santificatore a quelli che credono?MS1 193.3

    La proclamazione della legge morale (i dieci comandamenti) fu una splendida testimonianza della gloria e della maestà di Dio. Il popolo come fu impressionato da questa manifestazione di potere? Essi erano terrorizzati. Ecco cosa essi videro:MS1 193.4

    “Or tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tal vista, tremava e stava lontano. E disse a Mosè: “Parla tu con noi e noi ti ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo”.
    Esodo 20: 18,19
    MS1 193.5

    Il popolo d’Israele desiderava che Mosé fosse il loro mediatore. Essi non capivano che Cristo era il loro vero Mediatore stabilito e qualora fossero privati della Sua mediazione, essi sarebbero stati consumati certamente.MS1 193.6

    “Mosè disse al popolo: “Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e così non pecchiate”. Il popolo dunque se ne stava lontano, ma Mosé si avvicinò alla nuvola dov',era Dio”.
    Esodo 20:20,21
    MS1 193.7

    Il popolo aveva una concezione sminuita delle verità concernente il perdono dei peccati, la giustificazione per fede in Gesù Cristo, e l’accesso a Dio unicamente attraverso un Mediatore, questo era dovuto alla loro condizione perduta, alla loro colpevolezza e ai peccati.MS1 194.1

    In gran parte avevano perso la conoscenza di Dio e dell’unico modo per arrivare a Lui. Essi avevano perso il senso di ciò che costituisce peccato e di ciò che è giustizia. Il perdono dei peccati per mezzo di Cristo, il Messia promesso, simbolizzato dalle loro offerte, era inteso solo oscuramente. MS1 194.2

    L’apostolo Paolo ha dichiarato:MS1 194.3

    “Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza, e non facciamo come Mosé, che si metteva un velo sul volto, perché i figli d',Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio. Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d',oggi, quando leggono l',antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosé, un velo rimane steso sul loro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso”.
    2 Corinzi 3:12-16
    MS1 194.4

    I Giudei rifiutarono di accettare Gesù come Messia, e non poterono comprendere che le loro cerimonie non avevano più alcun significato, che i sacrifici e le offerte avevano perso il loro proposito. Davanti agli occhi della loro mente, il velo collocato da loro stessi nella loro ostinata incredulità è rimasto steso. Esso sarà rimosso qualora accetteranno Cristo, la giustizia della legge.MS1 194.5

    Nel mondo cristiano, molti hanno lo stesso velo davanti agli occhi del cuore. Essi non percepiscono la conclusione di ciò che è stato già rimosso. Non vedono con chiarezza quello che è stato abolito. Non vogliono comprendere che fu unicamente la legge cerimoniale a essere abrogata alla morte di Cristo. Essi sostengono che la legge morale è stata inchiodata alla croce. Il velo dell’ignoranza è molto pesante. I cuori di molti sono costantemente in guerra contro Dio, perché essi non vogliono essere soggetti alla Sua legge. Solo quando si metteranno in armonia con le regole del loro Governatore, Cristo sarà valorizzato. Anche se essi parlano di Cristo come loro Salvatore, alla fine gli dirà: Io non vi conosco. Voi non vi siete pentiti veramente delle vostre trasgressioni, perché non avete avuto fede in me. La mia missione era, esaltare la legge di Dio. MS1 194.6

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