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Messaggi Scelti, Vol. 3

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    CAPITOLO 19—L’INCARNAZIONE

    La pienezza dell’umanità di CristoMS3 109.1

    Noi non potremo mai comprendere perché Gesù si abbassò a diventare un piccolo bambino. Egli poteva venire su questa terra con la Sua bellezza originale, e si sarebbe distinto tra gli esseri umani. Il Suo volto avrebbe potuto essere radioso di Luce, e il suo corpo alto e bello. Sarebbe potuto venire in una forma tale che chiunque l’avesse guardato, sarebbe stato affascinato. Ma il Signore, ha pianificato l’apparizione di Suo Figlio tra gli uomini in tutt’altro modo.MS3 109.2

    Egli doveva essere simile a coloro che appartenevano alla famiglia umana e alla razza ebraica. I suoi lineamenti dovevano essere come quelli di altri esseri umani, senza una particolare bellezza, perché non doveva apparire diverso dagli altri. Egli doveva essere come uno di noi, e presentarsi come un uomo davanti al cielo e alla terra. Era venuto a prendere il posto dell’uomo, e a compromettersi in favore dell’uomo, a pagare il debito per i peccati di tutti gli uomini. Doveva vivere una vita pura sulla terra, e dimostrare che Satana aveva detto una falsità quando affermò che la famiglia umana apparteneva a lui per sempre, e che Dio non poteva riscattare gli uomini dalle sue mani.MS3 109.3

    Gli uomini contemplarono prima Cristo come un bambino…Quanto più pensiamo a Cristo che si fa bambino sulla terra, tanto più meraviglioso appare questo tema. Come poteva essere che il bimbo indifeso nella mangiatoia di Betlemme fosse il divino Figlio di Dio? Anche se non possiamo capire questo mistero, possiamo credere che Colui chi ha creato i mondi, per causa nostra divenne un bambino indifeso. Benché era superiore a tutti gli angeli, benché era così grande come il Padre nel suo trono nei cieli, Egli divenne uno come noi. In Lui, Dio e l’uomo divennero uno, ed è in quest’atto che noi troviamo la speranza della nostra razza caduta. Guardando a Cristo nella carne, noi guardiamo a Dio nell’umanità, e vediamo in Lui lo splendore della gloria divina, l’immagine espressa di Dio Padre.
    The Youth’s Instructor, 21 Novembre, 1895
    MS3 109.4

    Cristo si abbassò al livello dell’umanità cadutaMS3 109.5

    Cristo ha fatto un sacrificio infinito. Ha sacrificato la Sua vita per noi. Egli prese su di Sé le nostre trasgressioni. Mettendo da parte la Sua corona regale, ha acconsentito a discendere gradino dopo gradino al livello dell’umanità caduta.
    The Review & Herald, 30 aprile 1901
    MS3 109.6

    Dal fiume Giordano, Gesù fu condotto nel deserto, dove fu tentato.MS3 110.1

    E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani. Matteo 4:2,3MS3 110.2

    Cristo soffrì le più acute agonie della fame, e questa tentazione fu molto crudele. Ma Lui doveva iniziare l’opera di redenzione precisamente dove iniziò la rovina. Adamo aveva fallito a causa dell’appetito, e Cristo doveva trionfare in questo. Il potere che era sceso su di Lui veniva direttamente dal Padre e non doveva essere esercitato a proprio vantaggio. Con questo lungo digiuno è stato intessuto nella sua esperienza un potere e una forza che solo Dio può dare. Affrontò e resistette al nemico con la forza di un: “Così dice il Signore”. “L’uomo non vive di solo pane, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio”. (v. 4)MS3 110.3

    Tale forza, è privilegio di tutti quelli che sono tentati. L’esperienza di Cristo è per nostro beneficio. Il Suo esempio nel vincere l’appetito apre la via, affinché coloro che lo seguono possano vincere.MS3 110.4

    Cristo soffriva come soffrono tutti i membri della famiglia umana sotto la tentazione, ma non era nella volontà di Dio che Egli esercitasse il Suo potere divino a proprio vantaggio. Se non fosse stato il nostro rappresentante, l’innocenza di Cristo l’avrebbe liberato da tutta quest’angoscia, ma fu a causa della sua innocenza che sentì così intensamente i tremendi assalti di Satana. Ogni sofferenza che è il risultato del peccato, fu versata sul seno del Figlio di Dio. Satana feriva il calcagno di Cristo ma, ogni angoscia sopportata da Gesù, ogni Suo spasimo, ogni dolore, ogni inquietudine, era il compimento del grande piano di redenzione dell’uomo. Ogni colpo inferto dal nemico si ripercuoteva su lui stesso. Cristo stava ferendo la testa del serpente.
    The Youth’s Instructor, 21 dicembre 1899
    MS3 110.5

    Cristo cedette alla tentazione?MS3 110.6

    Nella sua lettera, relativa alla tentazione di Cristo lei dice: “Se Egli era Uno con Dio, non poteva cadere” …. Il punto riguardo il quale lei mi domanda è questo: “Nella grande scena del conflitto di nostro Signore nel deserto, apparentemente Gesù era sotto il potere di Satana e dei suoi angeli, lui nella sua natura umana era a rischio di cedere a queste tentazioni?MS3 110.7

    Cercherò di rispondere a questa importante domanda: Come Dio, Egli non poteva essere tentato, ma come un uomo poteva esserlo, e nonostante la Sua forza, Egli poteva cedere alle tentazioni. La sua natura umana passò attraverso la stessa prova che passarono Adamo ed Eva. La Sua natura umana fu creata, e non possedeva ancora le facoltà degli angeli. Era umano, identico a noi. Camminava sul terreno, dove Adamo cadde.MS3 110.8

    Lui era nel luogo, dove, se avrebbe resistito alla prova in favore della razza caduta, avrebbe redento nella propria umanità la caduta e il fallimento disgraziato di Adamo.MS3 111.1

    Cristo aveva un corpo umano e una mente umanaMS3 111.2

    Cristo aveva una mente e un corpo umana. Le Sue ossa erano le nostre ossa e la Sua carne era la nostra carne. Nello stesso momento in cui entrò in questo mondo fu soggetto alla povertà, alla delusione, alle prove nella sua stessa casa tra i suoi fratelli. Non era circondato come nelle coorti celesti da caratteri puri e belli. Era circondato da difficoltà. Venne nel nostro mondo a mantenere un carattere puro e impeccabile, e confutare le menzogne di Satana, il quale sosteneva che per l’uomo era impossibile osservare la legge del Signore. Cristo venne a vivere la legge nel Suo carattere umano nello stesso modo, in cui tutti possono compierla nella loro natura umana se fanno quello che Cristo ha fatto. Egli aveva ispirato i santi uomini del passato a scrivere a beneficio degli uomini:MS3 111.3

    Uno dovrebbe piuttosto aggrapparsi alla mia forza per fare pace con me, sì, per fare pace con me.
    Isaia 27:5
    MS3 111.4

    Fu fatta un’abbondante provvista, affinché l’uomo finito potesse relazionarsi con Dio che, grazie alla stessa Fonte per la quale Cristo vinse nella sua natura umana, l’uomo può resistere fermamente a ogni tentazione come fece Cristo. Gesù era soggetto alle difficoltà della stessa natura umana. Respirava l’aria del mondo che noi respiriamo. Egli viveva e viaggiava nello stesso mondo in cui anche noi lo abitiamo e nel quale secondo le prove positive che abbiamo, non era più amichevole alla grazia e alla giustizia di quello di oggi.MS3 111.5

    I suoi attributi possono essere i nostriMS3 111.6

    Se lo vogliamo, abbiamo il privilegio di possedere i più alti attributi del suo essere, e per la sua prodigalità, appropriarci di queste benedizioni e coltivare diligentemente il bene anziché il male. Noi abbiamo l’intelligenza, una coscienza, una memoria, una volontà, gli affetti, insomma tutti gli attributi che un essere umano può possedere. Attraverso la provvidenza fatta quando Dio e il Figlio di Dio fecero un patto per riscattare l’uomo dalla schiavitù di Satana, fu fornita ogni possibilità necessaria affinché la natura umana si unisse alla Sua natura divina. In una natura tale, nostro Signore fu tentato. Egli avrebbe potuto cedere alle suggestioni bugiarde di Satana, come fece Adamo, ma dobbiamo adorare e glorificare l’Agnello di Dio, perchè non cedette su nessun punto, neppure uno iota o un apice.MS3 111.7

    Due nature unite in CristoMS3 112.1

    Partecipando alla natura divina, possiamo essere puri, santi e immacolati. La Deità non si fece umana, né l’umano si fece divino dall’unione di queste due nature. Cristo non possedeva la stessa slealtà peccaminosa, corrotta e caduta che noi possediamo, perché altrimenti lui non poteva essere un’offerta perfetta.
    Manoscritto 94, 1893
    MS3 112.2

    La realtà delle tentazioni di CristoMS3 112.3

    Quando il seguace di Cristo affronta prove e perplessità, non deve scoraggiarsi. Non deve respingere la sua fiducia se non porta a termine tutte le sue speranze. Quando è schiaffeggiato dal nemico, deve ricordare la vita del Salvatore, una vita di prova e scoraggiamento. Gli esseri celesti servirono Cristo nelle sue necessità, e tuttavia questo non fece della vita del Salvatore una vita libera da conflitti e tentazioni. Lui fu tentato in ogni punto come lo siamo noi, e tuttavia non peccò mai. Se il popolo di Dio seguisse questo esempio, sarebbe ripieno di Spirito Santo e gli angeli celesti ne avrebbero cura. Le tentazioni alle quali Cristo fu sottomesso erano una terribile realtà. Come ogni persona libera lui fu messo alla prova, in piena libertà di cadere nelle tentazioni di Satana e operare in disaccordo con i propositi di Dio. Se non fosse stato così, se per lui non fosse stato possibile cadere, non poteva essere tentato in ogni punto com’è tentata la famiglia umana.MS3 112.4

    Le tentazioni e le sofferenze di Cristo, erano proporzionate al suo carattere elevato e impeccabile. Ma in ogni momento di prova Gesù si rivolse a suo Padre. Lui resistette fino alla morte nell’ora in cui la paura del fallimento morale era come la paura della morte. Inginocchiandosi nel Getsemani, a causa della tremenda agonia della sua anima, grosse gocce di sangue sgorgarono dai pori della sua pelle inumidendo la terra. Pregò con forti grida e lacrime e fu udito a causa della sua paura. Allora il Padre gli diede forza, come dà forza a tutti coloro chi si umilia e mette — anima, corpo e spirito - nelle mani di un Dio che guarda al patto. Sopra la croce, Cristo conobbe, come nessun altro, il terribile potere delle tentazioni di Satana, e il suo cuore si colmò di pietà e perdono per il buon ladrone moribondo che era stato intrappolato dal nemico.
    The Youth’s Instructor, 26 ottobre, 1899
    MS3 112.5

    Il cuore di Cristo fu trafitto da un dolore molto più acuto di quello che gli causarono i chiodi che gli attraversarono le mani e i piedi. Egli portò il peso di tutti i peccati del mondo, soffrendo il castigo dovutoci, l’ira di Dio contro la trasgressione. La sua prova implicava la terribile tentazione di pensare che fosse stato abbandonato da Dio. La Sua anima era oppressa da grande oscurità, per paura d’essere sviato dalla sua rettitudine durante la terribile prova. Se non c’è possibilità di cadere, la tentazione non è tentazione. La tentazione permane quando l’uomo è potentemente persuaso a commettere un’azione erronea; e sapendo che può commetterla, resiste per fede, afferrandosi fermamente al potere divino. Questa fu la prova per la quale Cristo è passato.
    The Youth’s Instructor 20 luglio 1899
    MS3 112.6

    Possiamo vincere come Cristo ha vintoMS3 113.1

    L’amore e la giustizia di Dio, e anche l’immutabilità della Sua legge, sono rivelati nella vita del Salvatore, e nella Sua morte. Egli assunse la natura umana con le sue debolezze, con tutti i suoi rischi, e le sue tentazioni.MS3 113.2

    Egli… è stato tentato come noi in ogni cosa, (Ebrei 4:15). Non esercitò a proprio vantaggio nessun potere che l’uomo non possa esercitare. Come uomo affrontò la tentazione e vinse con la forza che Dio gli diede. Egli è per noi un esempio di perfetta obbedienza. Lui ha reso possibile che anche noi possiamo diventare partecipi della natura divina; ci assicura che possiamo vincere come Lui ha vinto. La Sua vita ha testimoniato che in base all’aiuto del potere divino che Cristo stesso ha ricevuto, è possibile che l’uomo ubbidisca alle leggi di Dio.
    Manoscritto 141, 1901
    MS3 113.3

    Dio ha inviato in questo mondo un Essere senza peccatoMS3 113.4

    Il Signore ha fatto per noi una cosa straordinaria, ossia, ha inviato dal cielo un essere senza peccato per manifestarsi a questo mondo di peccato, in modo che i salvati debbano essere puri, santi e immacolati nel carattere, avendo Cristo formato in loro. Lui inviò il suo Ideale nella persona di Suo Figlio, e chiede agli uomini che costruiscano il proprio carattere in armonia con questo Ideale.
    Lettera 58, 1906.
    MS3 113.5

    L’uomo creato con una natura morale senza peccatoMS3 113.6

    Nel concili celesti il Signore disse:MS3 113.7

    Facciamo l’',uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza…così lo creò a immagine di Dio”.
    Genesi 1:26,27
    MS3 113.8

    Il Signore creò le facoltà morali dell’uomo e le sue capacità fisiche. Tutto di lui era un duplicato di Dio stesso. Dio dotò l’uomo con attributi santi e lo mise in un giardino fatto appositamente per lui. Solo il peccato poteva rovinare gli esseri creati dalle mani dell’Onnipotente.
    The Youth’s Instructor, 20 luglio, 1899
    MS3 113.9

    Fu il vicario delle infermità degli altriMS3 114.1

    Solo Cristo fu in grado di sopportare l’afflizione di tutta la famiglia umana. “Nella loro afflizione Egli stesso fu afflitto”. Lui non ha mai portato la malattia nel suo corpo ma, portò le infermità degli altri. Quando l’umanità sofferente gli si avvicinava, Colui chi era in salute e in una perfetta virilità, era come uno che soffriva con loro….
    Durante la Sua vita sulla terra, Cristo sviluppò un carattere perfetto, rese un’ubbidienza perfetta ai comandamenti di Suo Padre. Venendo in questo mondo in forma umana, divenne soggetto alla legge e rivelò agli uomini che Egli stesso portò la loro malattia, il loro dolore, la loro colpa, ma nonostante questo non peccò.
    MS3 114.2

    Davanti ai Farisei poté dire: Chi di voi mi convince di peccato?” (Giovanni 8:46)
    Non una macchia di peccato è stata trovata in Lui. Apparve davanti al mondo come l’Agnello di Dio senza macchia.
    The Youth’s Instructor, 29 dicembre, 1898
    MS3 114.3

    Il carattere impeccabile di Cristo disturbava SatanaMS3 114.4

    Cristo, il Redentore del mondo, non visse in luoghi in cui le influenze esterne che lo circondavano fossero meglio calcolate per preservare una vita di purezza e di moralità incorrotta, eppure non ne fu contaminato. Non era libero dalla tentazione. Satana si sforzò e perseverò nei suoi intenti d’ingannare e vincere il Figlio di Dio, attraverso le sue insidie. Cristo fu l’unico che ha camminato su questa terra che non si è macchiato di peccato. Il fatto che sulla terra ci fosse qualcuno senza contaminazione di peccato, disturbava grandemente l’autore del peccato, e Satana non risparmiò alcun mezzo per vincere Cristo col suo potere ingannevole. Ma il nostro Salvatore dipendeva dal Padre celeste per ricevere saggezza e forza per resistere e vincere il tentatore. Lo Spirito di Suo Padre animava e disciplinava la sua vita. Era impeccabile. La virtù e la purezza caratterizzarono la sua vita.
    The Youth’s Instructor, febbraio 1873
    MS3 114.5

    La nostra natura umana decaduta unita alla divinità di CristoMS3 114.6

    Benché nel suo carattere non ci fosse nessuna macchia di peccato, Egli accondiscese a unire la nostra natura umana decaduta con la Sua divinità. Nel prendere su di sé la natura umana, Egli onorò l’umanità. Nel prendere la nostra natura caduta, dimostrò ciò che l’umanità poteva diventare, accettando la mediazione che lui aveva fatto, rendendola partecipe alla natura divina.
    Lettera 81, 1896
    MS3 114.7

    Tentato come i figli lo sono oggiMS3 115.1

    Qualcuno potrebbe pensare che Gesù essendo il Figlio di Dio, non avrebbe subito tentazioni come i figli (terreni) di oggi. La Scrittura ci insegna che anche Lui è stato tentato in tutti i punti come lo siamo noi.
    The Youth’s Instructor, aprile 1873
    MS3 115.2

    Ciò che raggiunge l’incarnazioneMS3 115.3

    Il Signore non ha creato l’uomo solo per redimerlo, ma perché portasse sempre la Sua immagine. Ma a causa del peccato egli ha perduto l’immagine di Dio. E’ solo attraverso la redenzione dell’uomo che Dio può terminare il suo proposito in suo favore e rendergli la condizione di prima affinché diventi di nuovo un figlio di Dio.MS3 115.4

    Come tutti quelli che l', hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d', uomo, ma sono nati da Dio. E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: “Chi viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
    Giovanni 1:12-16
    MS3 115.5

    A causa del riscatto pagato per l’uomo, per propria scelta, con la sua ubbidienza, Egli può compiere il disegno di Dio; e attraverso la Sua grazia, l’uomo può portare l’immagine che gli fu data al principio e che poi perse a causa della caduta.MS3 115.6

    L’ubbidienza di Cristo non è diversa dalla nostraMS3 115.7

    Il grande Maestro venne nel nostro mondo, non solo per espiare il peccato, ma per essere un Maestro sia per precetto sia come esempio. Venne per mostrare all’uomo come osservare la legge nell’umanità, affinché non avesse alcuna scusa per seguire il suo giudizio difettoso. Vediamo l’ubbidienza di Cristo, la sua vita senza peccato. La Sua ubbidienza nel corso di tutta la vita è un rimprovero per l’umanità disobbediente. L’ubbidienza di Cristo non deve essere messa da parte come fosse qualcosa di completamente diverso dall’ubbidienza che lui richiede da noi individualmente. Egli ha mostrato a tutta l’umanità che è possibile obbedire alla legge divina.MS3 115.8

    L’opera di Cristo non fu il servizio di un cuore diviso. Egli non è venuto tra noi per fare la Sua volontà, ma la volontà di Colui chi l’ha mandato. Gesù dice: Camminate sulle mie impronte come figli, in ogni obbedienza. Io ubbidisco al Padre come se avessi firmato un contratto. Voi dovete ubbidire come soci col Figlio di Dio. Spesso non vedrete il sentiero in modo chiaro; allora chiedete a Dio, e lui vi darà saggezza, coraggio e fede per andare avanti e lasciate tutti i problemi a Lui.MS3 115.9

    Abbiamo bisogno di comprendere, per quanto possibile, la vera natura umana di nostro Signore. Il divino e l’umano sono uniti in Cristo, ed entrambi si completano.MS3 116.1

    Il nostro Salvatore assunse la vera relazione di un essere umano come Figlio di Dio. Noi siamo quindi figli e figlie di Dio. Per sapere come comportarci in modo circospetto, è necessario seguire il Suo esempio. Per trent’anni Cristo ha vissuto la vita di un uomo perfetto, compiendo le più alte norme di perfezione. Perciò, l’uomo sebbene imperfetto, speri in Dio e non dica: …. “se io avessi una disposizione diversa, servirei Dio”, ma si presenti al Signore per rendergli un servizio vero…
    Questa natura è stata redenta da me (dice Gesù):
    MS3 116.2

    …ma a tutti quelli che l', hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome…Giovanni 1:12MS3 116.3

    …Voi non siete degradati, ma siete elevati, nobilitati e raffinati da Me. Potete trovare rifugio in Me. Potete ottenere la vittoria ed essere più che vittoriosi nel mio nome.”
    Lettera 69, 1897
    MS3 116.4

    Satana dichiarò che l’uomo non può ubbidire alla legge di DioMS3 116.5

    Il Redentore del mondo ha camminato sullo stesso terreno, dove Adamo è caduto a causa della sua disobbedienza alla legge di Jehovah. L’Unigenito Figlio di Dio venne nel nostro mondo come un uomo, per rivelare al mondo che gli esseri umani potevano osservare la legge di Dio. Satana, l’angelo caduto, aveva dichiarato che nessun uomo poteva osservare la legge di Dio dopo la caduta di Adamo. Lui affermava che tutta la razza umana era sotto il suo dominio.MS3 116.6

    Il Figlio di Dio prese il posto del peccatore, camminò sullo stesso terreno dove Adamo peccò, sopportò la tentazione nel deserto che fu cento volte più forte di quello che avrebbe dovuto sopportare la razza umana. Gesù resistette a tutte le provocazioni di Satana nello stesso modo in cui ogni anima tentata può resistere, appellandosi alla Parola Ispirata: “Sta scritto”.MS3 116.7

    L’umanità può osservare la legge di Dio con la potenza divinaMS3 116.8

    Come uomo, Cristo vinse ogni tentazione di Satana, per cui, anche l’uomo è in grado di vincere come Cristo ha vinto. Egli umiliò sé stesso per noi. Fu tentato in ogni punto, come noi. Redense l’umanità dal fallimento della caduta di Adamo, e fu vincitore, testimoniando così a tutti i mondi non caduti e davanti a tutta l’umanità che l’uomo può osservare i comandamenti di Dio attraverso il potere divino che il cielo gli avrebbe concesso. Gesù, il Figlio di Dio, sì umiliò per noi, subì le tentazioni per noi, vinse in nostro favore per mostrarci come possiamo vincere. Così, vincolò i suoi interessi divini con l’umanità, con dei legami più stretti ci ha dato la certezza che non possiamo essere tentati più di quello che siamo in grado di sopportare, ma con la tentazione darà una via d’uscita.MS3 116.9

    Lo Spirito Santo ci rende idonei alla vittoriaMS3 117.1

    Lo Spirito Santo fu promesso a coloro chi desidera lottare per la vittoria come dimostrazione di una forza totale, dotando l’agente umano con dei poteri soprannaturali, istruendo l’ignorante nei misteri del Regno di Dio. Che lo Spirito Santo sia il grande Ausilio, è una promessa meravigliosa nei nostri riguardi. Quanto ci è stato d’aiuto che il Figlio unigenito di Dio si sia umiliato, sopportando le tentazioni dell’astuto nemico, combattendo contro di lui durante tutta la Sua vita sulla terra, ed è morto, “il Giusto per gli ingiusti”, affinché l’umanità non perisse, se lo Spirito non ci fosse stato dato come un agente rigenerante costante e attivo per concretare nelle nostre vite ciò che ha fatto il Redentore del mondo?MS3 117.2

    Lo Spirito Santo è stato impartito ai Suoi discepoli, agli apostoli perché fossero fortificati contro ogni specie d’idolatria, e esaltare solo il Signore. Chi, se non Cristo Gesù per mezzo del suo Spirito e del suo potere divino ha guidato le penne degli scrittori sacri affinché si presentasse al mondo la preziosa registrazione dei detti e delle opere di Gesù Cristo?MS3 117.3

    Lo Spirito Santo promesso, che lui doveva inviare dopo essere asceso al Padre, sta lavorando costantemente per attrarre l’attenzione al grande sacrificio fatto sulla croce del Calvario, per spiegare al mondo l’amore di Dio per l’uomo, per aprire davanti all’anima colpevole le cose preziose contenute nelle Sacre Scritture, per presentare alle menti ottenebrate i brillanti raggi del Sole di giustizia e quelle verità che fanno ardere i loro cuori risvegliati alla conoscenza della Verità riguardo l’eternità.MS3 117.4

    Chi se non lo Spirito di Dio presenta alla mente la norma morale di giustizia, convince di peccato e produce il pietoso dolore che opera il pentimento, un pentimento del quale non abbiamo bisogno di pentirci, e ispira a esercitare la fede in Colui chi solo può salvare da ogni peccato?MS3 117.5

    Chi se non lo Spirito Santo può operare nelle menti umane per trasformare il carattere, togliendo l’interesse a quelle cose temporali e periture, riempiendo l’anima con un sincero desiderio nel presentargli l’eredità immortale, la sostanza eterna incorruttibile, ricreando, raffinando e santificando gli agenti umani, affinché possano diventare membri della famiglia reale, e figli del Re del cielo?….MS3 117.6

    Come uomo, Cristo ha vinto il peccatoMS3 117.7

    La caduta dei nostri progenitori ha spezzato la catena d’oro dell’ubbidienza espressa a chiare lettere nella mente umana. L’ubbidienza non era considerata come una necessità assoluta. Gli agenti umani seguivano le proprie immaginazioni che, secondo quello che il Signore disse riguardo gli abitanti del mondo antico, erano perennemente malvagi. Il Signor Gesù dichiarò: “Io ho obbedito ai comandamenti del Padre mio”. Come? Come uomo! “Ecco sono venuto a fare la tua volontà o Dio”. Affrontando le accuse dei Giudei con un carattere puro, virtuoso e santo, li sfidò con le seguenti parole: “Chi di voi mi convince di peccato?” (Giovanni 8:46)MS3 117.8

    Il nostro esempio e il nostro sacrificio per il peccatoMS3 118.1

    Il Redentore del mondo non venne solo per essere un sacrificio per il peccato, ma come esempio per l’uomo in tutte le cose, possedeva un carattere santo e umano. Era un Maestro, un Educatore, che il mondo ha mai visto e ascoltato prima d’ora. Parlava come uno che aveva autorità, e tuttavia conquistava la fiducia di tutti.MS3 118.2

    Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero. Matteo 11:28-30MS3 118.3

    Dalle sue parole e dal suo pratico esempio, il Figlio Unigenito del Dio Infinito ci lasciò una semplice norma che dobbiamo copiare. Con le Sue parole Egli ci ha insegnato a ubbidire a Dio, e col suo esempio ci ha mostrato come possiamo ubbidire a Dio. Cristo non solo diede delle regole esplicite per diventare figli di Dio ubbidienti, Egli ci mostrò con la sua vita e il suo carattere: come fare le cose giuste e accettevoli a Dio, in modo da non avere nessuna scusa per non fare le opere che sono gradite ai Suoi occhi.MS3 118.4

    Cristo provò la falsità delle proteste di SatanaMS3 118.5

    Dobbiamo essere sempre grati a Gesù perché ci ha dimostrato con fatti reali, che l’uomo può osservare i comandamenti, contraddicendo le menzogne di Satana il quale afferma che l’uomo non è capace di osservarli. Il Grande Maestro venne in questo mondo per essere alla testa dell’umanità, e in questo modo elevare e santificare l’umanità con la sua santa ubbidienza compiendo tutte le richieste di Dio, dimostrando che è possibile ubbidire a tutti i comandamenti del Signore. Ha dimostrato che l’ubbidienza è possibile. Così Gesù invia nel mondo uomini scelti che lo rappresentino, come il Padre inviò suo Figlio, per esemplificare nella loro vita la vita di Gesù.MS3 118.6

    Cristo sopportò la prova come un vero essere umanoMS3 118.7

    Noi non abbiamo bisogno di collocare l’ubbidienza di Cristo in una categoria speciale, come se fosse qualcosa per cui lui era particolarmente idoneo a causa della Sua natura divina, perché lui si presentò davanti a Dio come rappresentante dell’uomo, fu tentato come sostituto e garante dell’essere umano.MS3 118.8

    Se Cristo avesse avuto un potere speciale che l’uomo non ha il privilegio di possedere, Satana si sarebbe avvalso di questo argomento.MS3 119.1

    L’opera di Cristo contrasterebbe le affermazioni di Satana cioè che lui dominava l’uomo, ma il Signore poté farlo solo venendo personalmente in questo mondo come uomo, tentato come uomo, essere ubbidiente come un uomo.MS3 119.2

    Ricordiamoci che la vittoria e l’ubbidienza di Cristo fu quella di un vero essere umano. Spesso, nelle nostre conclusioni, commettiamo molti errori a causa delle nostre opinioni sbagliate sulla natura umana di nostro Signore.MS3 119.3

    Quando nei conflitti con Satana noi diamo alla natura umana di Cristo un potere che per l’uomo è impossibile avere, distruggiamo il carattere completo della Sua umanità. Lui dona a tutti quelli che lo ricevono per fede la sua grazia e il suo potere. L’ubbidienza di Cristo verso il Padre era (ed è) la stessa ubbidienza che è richiesta all’uomo.MS3 119.4

    L’uomo non può vincere le tentazioni di Satana senza che il potere divino si unisca alle sue capacità. Così era anche per Gesù: lui poteva impadronirsi del potere divino. Lui non venne in questo mondo per rendere ubbidienza come un dio minore a un altro dio maggiore, ma come un uomo che doveva ubbidire alla Santa Legge di Dio, e questo fa di Lui il nostro esempio.MS3 119.5

    Gesù ha mostrato ciò che l', uomo può fareMS3 119.6

    Gesù Cristo venne nel nostro mondo non per rivelare ciò che Dio poteva fare, ma per quello che l’uomo può raggiungere per mezzo della fede nella potenza di Dio, aiutandolo in ogni emergenza. Attraverso la fede, l’uomo è partecipe della natura divina, può vincere ogni tentazione che dovrà affrontare. Ora, il Signore chiede a ogni figlio e a ogni figlia di Adamo, mediante la fede in Gesù Cristo, di servirlo in questa natura umana a cui appartiene ora.MS3 119.7

    Il Signor Gesù ha colmato l’abisso provocato dal peccato. Lui ha unito la terra al cielo, e l’uomo finito col Dio Infinito. Gesù, il Redentore del mondo, poté osservare i comandamenti di Dio nello stesso modo in cui l’umanità può osservarli oggi.MS3 119.8

    Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. 2 Pietro 1:4MS3 119.9

    Dobbiamo praticare l’esempio di Cristo, tenendo conto del Suo carattere di Figlio di Dio e del suo carattere umano. Non fu Dio che fu tentato nel deserto, né un Dio dovette sopportare la contraddizione dei peccatori contro di lui: fu la maestà del cielo fatta uomo. Umiliò sé stesso prendendo la nostra natura umana.MS3 119.10

    Come dobbiamo servire DioMS3 120.1

    Non dobbiamo servire Dio come se non fossimo umani, ma dobbiamo servirlo nella natura che abbiamo, che è stata redenta dal Figlio di Dio; per mezzo della sua giustizia siamo perdonati e ci presenteremo davanti a Dio come se non avessimo mai peccato. Non otterremo mai la forza se consideriamo quello che possiamo fare se fossimo angeli.MS3 120.2

    Dobbiamo concentrare la nostra fede in Cristo Gesù e mostrare il nostro amore verso Dio mediante l’ubbidienza ai suoi comandamenti. Gesù “fu tentato in tutto, come lo siamo noi, ma senza peccare”. Egli ci dice: “Seguimi”! “Se uno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua”.
    Manoscritto 1, 1892
    MS3 120.3

    Il vero significato dell', IncarnazioneMS3 120.4

    Cristo ha preso su di se l’umanità e rese la Sua vita in sacrificio, affinché l’uomo diventasse partecipe della natura divina e avesse la vita eterna. Cristo non fu solo il sacrificio, ma fu anche il Sacerdote che offerse il sacrificio.MS3 120.5

    Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, [che darò] per la vita del mondo. Giovanni 6:51MS3 120.6

    Lui era innocente da ogni colpa. Se diede sé stesso in cambio del popolo che si era venduto a Satana per le trasgressioni alla legge di Dio: diede la sua vita per la vita della famiglia umana, e in questo modo essa diventò sua possessione acquisita.MS3 120.7

    Per questo mi ama il Padre; - dice Gesù - perché io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest', ordine l’ho ricevuto dal Padre mio. Giovanni 10:17,18MS3 120.8

    Il salario del peccato è la morte. (Romani 6:23) Prima che Adamo cadesse, il Signore gli disse: “…nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”. (Genesi 2:17) Se trasgredisci la mia legge, sicuramente riceverai la morte come castigo. E così è stato. Nel disubbidire al comandamento di Dio, l’uomo perse la sua vita.MS3 120.9

    Prima della sua caduta, Adamo era libero dai risultati della maledizione. Quando fu assalito dal tentatore, in quel momento ancora nessun peccato era in lui. Fu creato perfetto sia nei pensieri che nelle azioni, ma cedendo al peccato cadde dal suo stato elevato e santo.MS3 120.10

    Simile a carne di peccato MS3 120.11

    Cristo, il secondo Adamo, venne tra noi simile a carne di peccato. In favore dell’uomo, si assoggettò al dolore, alla stanchezza, alla fame e alla sete. Era soggetto alla tentazione, ma non si arrese al peccato. Nessuna macchia di peccato fu su di Lui. Egli dichiarò:
    Io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.
    Giovanni 15:19
    MS3 120.12

    Lui aveva un potere infinito solo perché era perfettamente ubbidiente alla volontà del Padre. Il secondo Adamo sopportò la prova e la tentazione per diventare il Sovrano di tutta umanità.
    Manoscritto 99, 1903.
    MS3 121.1

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