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Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio

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    La corona della vita, 25 novembre

    Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione. La 2 Timoteo 4:8CIF 339.1

    Paolo teneva sempre in vista la corona della vita che avrebbe ricevuta; ma non solo lui ma anche tutti quelli che amano Cristo e aspettano la Sua venuta. Ma fu la vittoria per mezzo di Cristo che rese la corona della vita così desiderata per Paolo. Gesù non vuole che attendiamo una ricompensa per mezzo delle nostre ambizioni, ma che abbiamo l’ambizione di fare la Sua volontà per riceverla indipendentemente dalla ricompensa. Il dono di Dio è la vita eterna. Il Signore desidera che tutti quelli che ricevono la Sua grazia, confidino interamente in Lui. Egli ci esorta a esercitare una fede pura e semplice, confidando in Lui, senza domandarci su quale ricompensa riceveremo. Dobbiamo lavorare per Lui con tutto il cuore, dimostrando che abbiamo la perfetta fiducia nel Suo giudizio. Durante il giudizio, i giusti si chiederanno che cosa hanno fatto per ricevere una ricompensa. È la risposta sarà ‘perché hanno amato Cristo, perché hanno avuto una totale fiducia in Lui, che erano impregnati del Suo Spirito Santo, e perché operavano per Cristo’. Ma il loro motivo nel lavorare per Gesù, non era quello di ricevere un indennizzo. Lo consideravano il più alto onore a cui fosse permesso di lavorare insieme a Lui. Ciò che hanno fatto è stato fatto per amore verso Cristo e ai loro simili. Colui che si è identificato con l’umanità sofferente ha accreditato questi atti di compassione e amore come se fossero stati fatti a sé stessi... Ogni nostro mandato, ogni nostro talento... dobbiamo al Signore. Ogni vittoria è ottenuta attraverso la Sua grazia. Pertanto, è del tutto fuori luogo per noi vantarci... Se ci ricordassimo che siamo in prova davanti al universo celeste, avremmo contemplato con più serietà, avremmo pregato con più serietà. Non dobbiamo dimenticare che per natura non facciamo nulla di buono. Dobbiamo essere colmi di gratitudine per aver ricevuto il privilegio di avere la comunione con Dio. Dobbiamo avere la stessa fiducia in Dio come un bambino ha nel suo padre terreno. Non tanto per il nostro zelo che saremo ricompensati, ma per quanta tenerezza, la grazia, e l’amore abbiamo avuto per il nostro prossimo malato, oppresso o afflitto. ST, Aug. 9, 1899CIF 339.2

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