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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Capitolo 10

    Il cielo alla ricerca delle anime7ACB 183.1

    Nel decimo capitolo degli Atti abbiamo un altro esempio del ministero degli angeli celesti; come per esempio la conversione di Cornelio e dei suoi compagni. Leggete il capitolo 8° e 10° con particolare attenzione. In essi vediamo come il cielo sia vicino al cristiano che è impegnato nella salvezza delle anime. Dovremmo imparare attraverso questi personaggi, il grande rispetto di Dio per ogni essere umano e che ciascuno deve trattare i suoi simili come uno degli strumenti del Signore per la realizzazione della Sua opera sulla terra. (NIS 17, 1908)7ACB 183.2

    1- 4; Preghiera ed elemosina come dolce incenso — (Filippesi 4:18; Atti 10:1-4)7ACB 183.3

    Vi era in Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Quest’uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente.Egli vide chiaramente in visione, verso l’ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: Cornelio! Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: Che c’è, Signore? E l’angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio. 7ACB 183.4

    Questo brano parla di un favore meraviglioso per un uomo chiamato Cornelio. E qual era il motivo di tale approvazione? Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio. Né la preghiera, né l’elemosina ha alcuna virtù in sé di raccomandare il peccatore a Dio. Solo la grazia di Cristo, per mezzo del suo sacrificio espiatorio, può rinnovare il cuore e rendere le nostre opere gradite a Dio. Tale grazia riempì il cuore di Cornelio. Lo spirito di Cristo aveva parlato alla sua anima; Gesù l’aveva attirato a Sé ed egli aveva risposto. Le preghiere e le elemosine di Cornelio non provenivano dalla bontà del suo cuore; non era il prezzo per garantirsi la salvezza; ma erano il frutto d’amore e di gratitudine verso Dio. Tale preghiera proveniente da un cuore sincero, era salita come incenso davanti al Signore; le offerte per la Sua casa, i doni ai bisognosi e la sofferenza, sono a Lui graditi.7ACB 183.5

    Così i doni dei fratelli di Filippi, che coprivano i bisogni dell’apostolo Paolo mentre si trovava in prigione a Roma, erano un profumo soave, un sacrificio accettevole, gradito a Dio. (Filippesi 4:18)7ACB 184.1

    La preghiera e l’elemosina sono strettamente collegate tra loro; sono l’espressione d’amore verso Dio e verso i nostri simili. Sono l’adempimento dei due grandi principi della legge divina: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua, e con tutta la tua forza… e…Ama il tuo prossimo come te stesso. Così, mentre i nostri doni non possono guadagnare il favore di Dio, sono una prova che abbiamo ricevuto la grazia di Cristo. Si tratta di una prova della sincerità del nostro amore. (RH, May 9, 1893).7ACB 184.2

    1 — 6 - Gli angeli notano ogni singolo individuo — (Ebrei 1:14)7ACB 184.3

    Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza? 7ACB 184.4

    Il Santo Osservatore dice: Come Abramo, anche Cornelio vide in visione un angelo mandato da Dio con un messaggio, affinché portasse a tutti la luce che Dio gli aveva dato. L’angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite come una ricordanza davanti a Dio. Ed ora, manda degli uomini a Ioppe, a fa chiamare un certo Simone soprannominato Pietro; Egli alloggia da un certo Simone, conciatore, la cui casa è vicina al mare; egli ti dirà ciò che devi fare. Così l’angelo del Signore incaricò Cornelio di portare la luce nel mondo. È necessario studiare questo capitolo con attenzione per comprendere la semplicità di tutta la transazione e quindi prendere in considerazione che il Signore conosce ciascuno di noi per nome, le case in cui viviamo, lo spirito che possediamo e ogni atto della nostra vita. Gli angeli ci tutelano attraverso le chiese, notando la nostra fedeltà individuale. (Letter 20a, 1893)7ACB 184.5

    Onesti studiosi della Parola non si lasciano sopraffare dalle tenebre7ACB 184.6

    Qui viene data la prova positiva che il Signore non lascia nelle tenebre coloro che seguono la Luce e manda i Suoi angeli per comunicare con loro. Cornelio viveva in conformità alle istruzioni fornite nell’Antico Testamento e il Signore mandò un messaggero a dirgli cosa doveva fare. Dio avrebbe potuto dare direttamente a Cornelio tutte le istruzioni di cui aveva bisogno, ma questo non era nel Suo piano. Il Suo scopo era di mettere Cornelio in contatto con quelli che avevano ricevuto la luce dall’alto, il cui compito era quello, di diffondere questa conoscenza a coloro che cercavano la luce. Questo era il modo di cui il Signore si serve per collaborare con il suo popolo. Cornelio ubbidì alle istruzioni ricevute e si unì alla chiesa diventando un operaio del Signore utile e influente. (MS 67, 1900)7ACB 184.7

    Dio si serve delle agenzie umane da Lui designate — (Atti 10:1- 4 )7ACB 185.1

    L’angelo non diede direttamente la luce a Cornelio, ma gli ordinò di mettersi in contatto con un’altra persona che poteva trasmettergli la preziosa Verità. (Atti 10:5,6) Cornelio, implicitamente ubbidì. Poi, lo stesso angelo si recò da Pietro e a sua volta gli diede istruzioni.7ACB 185.2

    In questo capitolo (Atti 10) troviamo molti consigli per noi, oggi. Dobbiamo studiare la Parola con attenzione e umiltà. Quando il Signore designa i suoi collaboratori per portare aiuto alle anime, se loro non portano rispetto ai messaggeri di Dio e si rifiutano di ricevere il loro aiuto, decidendo di voler essi stessi diffondere la luce, il Signore non accetta il loro impegno. L’uomo che prende tale posizione è in pericolo di annunciare false verità o di condurre in direzioni sbagliate. Sia Cornelio sia Pietro sono stati istruiti in ciò che dovevano fare e hanno ubbidito alla parola dell’angelo. Cornelio unì la sua famiglia per ascoltare il messaggio di Pietro. Se egli avesse detto: Non voglio essere istruito da chiunque, allora l’angelo lo avrebbe lasciato a sé stesso. Fortunatamente non fu questo il suo atteggiamento. (RH, Oct.10, 1893).7ACB 185.3

    Oggi molti sono come Cornelio7ACB 185.4

    Oggi, molti si trovano nella posizione di Cornelio, perché hanno accettato di vivere nella luce di Dio, ascoltando la Sua Parola come fece Cornelio. Dio si rivela a coloro che si sforzano di migliorare il proprio carattere per mezzo della Verità che hanno accettato nei loro cuori. Le preghiere di quelli che temono Iddio, che riconoscono i loro obblighi verso di Lui, sono ascoltate ed esaudite. Il Signore pone la Sua particolare attenzione verso quelli che camminano nella Sua luce, che Lo onorano con le proprie azioni. Attraverso Pietro, il Signore spiega la perla di grande valore, mentre attraverso Cornelio e la sua famiglia, fa conoscere le anime che saranno portate alla luce. (RH, Aug. 8, 1899)7ACB 185.5

    Con le opere meravigliose di Dio, Cornelio era stato convinto dallo Spirito a collaborare con grande energia con i discepoli di Cristo. La stessa cosa avverrà negli ultimi giorni. Molti apprezzeranno la sapienza di Dio sopra ogni altra sapienza terrena e ubbidiranno alla Parola di Dio come legge suprema. Questi credenti saranno portati verso la grande luce. Essi conosceranno la Verità e vorranno predicarla a tutti quelli che desidereranno veramente ricevere la luce. In questo modo le persone potranno diventare portatori di luce in tutto il mondo. E poiché essi sono stati convinti dall’amore di Dio, convinceranno gli altri, cogliendo occasione per sollecitarli a vedere la bellezza della Verità, infondendo in loro la capacità di far progredire l’opera di Dio. (MS 97, l898)7ACB 186.1

    Alcuni che fanno parte dei commercianti, oppure gli stessi principi, saranno convinti ad ubbidire alla Parola. L’occhio di Dio si posa su quelli che agiscono in base alla luce ricevuta, mantenendo la loro integrità. Cornelio aveva rigorosamente mantenuto la sua esperienza religiosa, camminando nella luce che aveva ricevuto. L’occhio del Signore era sopra di Lui, perché inviò il Suo angelo con un messaggio e il messaggero celeste venne da Cornelio e lo chiamò per nome. (MS 97, 1898)7ACB 186.2

    Molto è stato detto riguardo al nostro dovere verso i poveri. Non dovremmo quindi concedere più attenzione verso questa classe di persone? Molti li vedono come persone senza speranza. Essi non vogliono aprire gli occhi perché sono accecati dalla gloria terrena. Alla resa dei conti, queste persone perderanno l’eternità. Migliaia di uomini ricchi sono sepolti senza essere stati messi in guardia; ma indifferentemente da come possono apparire, le loro anime sono molto aggravate. La ricchezza e la gloria mondana non possono soddisfare l’anima. Molti tra i ricchi bramano la garanzia divina, e un po’ di esperienza spirituale.7ACB 186.3

    Altri bramano portare a termine la monotonia della loro vita senza scopo. Altri ancora sentono il bisogno di qualcosa che non hanno. Pochi dei ricchi si recano in chiesa, perché credono di ricevere pochi benefici. Gli insegnamenti che ricevono non toccano i loro cuori. E noi cristiani, non dobbiamo forse rivolgere a queste persone gli appelli con più decisione? Dio chiama i Suoi umili operai a portare il Vangelo alle classi superiori. Non è per nulla inverosimile che i ricchi possano essere tratti a Cristo. Dobbiamo attirare a Cristo tutti quelli che sono scoraggiati con grande spirito missionario. (RH, April 6, 1911)7ACB 187.1

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