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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Romani

    Capitolo 1:1

    Inizio dell’apostolato di Paolo7ACB 202.1

    Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, è stato prescelto per annunziare il vangelo di Dio.7ACB 202.2

    L’ordinazione formale di Paolo per l’opera d’evangelizzazione, segna l’inizio di una nuova epoca nella sua vita. Poco prima della partenza per il suo viaggio missionario, egli era stato assegnato all’apostolato nella Chiesa cristiana con una cerimonia solenne. (RH, May 11, 1911)7ACB 202.3

    7, 8 - (vedi commento di EGW al cap. Atti l8: 2)7ACB 202.4

    Una solida Chiesa a Roma7ACB 202.5

    Nonostante l’opposizione, venti anni dopo la crocifissione di Gesù, grazie all’intervento del Signore, la chiesa di Roma riviveva ed era diventata forte e zelante. (RH, March 6, 1900)7ACB 202.6

    l4 — Accettando Cristo divenne il Suo debitore7ACB 202.7

    In che senso Paolo divenne debitore sia per l’ebreo sia per il greco? Egli aveva ricevuto lo stesso compito dato ad ogni discepolo di Cristo: Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente. (Matteo 28:19, 20) Accettando Cristo, Paolo aveva accettato l’incarico. Egli si rese conto di aver assunto l’onere di lavorare per tutte le classi sociali di uomini: sia per l’ebreo, sia per il gentile; sia per i dotati sia per gl’ignoranti; sia per le classi di alto rango, sia per gli umili. (Letter 262, 1903)7ACB 202.8

    17 - Una crescente comprensione di fede7ACB 203.1

    La giustizia di Cristo è rivelata da fede a fede, cioè, dalla fede presente a quella maggiore che opera per amore e purifica l’anima. (RH, Sept. 18, 1908)7ACB 203.2

    20 - Vedi commento di EGW al cap. l2:1, 27ACB 203.3

    20, 2l - La natura agisce come un predicatore silenzioso7ACB 203.4

    Il mondo materiale è sotto il controllo di Dio. Le leggi che governano tutta la natura vengono rispettate dalla natura stessa. Tutta la creazione parla e agisce secondo la volontà del Creatore. Le nuvole, la pioggia, la rugiada, il sole, il vento, la tempesta, tutti sono sotto il controllo di Dio, ed Egli li rende ubbidienti al Suo volere. Un piccolo filo d’erba spunta dalla terra, poi diventa stelo, poi spiga e infine spighe pieno di grano. Il Signore si serve di quei Suoi servitori ubbidienti per realizzare la Sua volontà. Il fiore, al suo nascere racchiude il frutto di pera, pesca o mela. E il Signore li fa maturare nella loro stagione. Essi non si oppongono alla volontà di Dio. Le Sue opere, come si può vedere nel mondo naturale, non sono sempre bene apprezzate o comprese dagli uomini. Questi silenziosi predicatori, insegnano agli uomini una grande lezione, cioè di ascoltare attentamente Dio e di ubbidirgli. (Letter 131,1897)7ACB 203.5

    20-25 — Rivelazione della natura imperfetta - (Salmo 19: 1-3, Atti 17:22-29, 1 Corinzi 1:21; Colossesi 2:9; Ebrei 1:3)7ACB 203.6

    La lezione più difficile e umiliante che l’uomo deve imparare, è la sua inefficienza riguardo alla sapienza umana e il fallimento dei suoi sforzi nello studiare correttamente la natura. Il peccato ha oscurato la sua visione. L’uomo, da solo non è in grado di interpretare la natura senza l’aiuto di Dio. Egli (l’uomo) non è capace di discernere in essa Dio, o Gesù Cristo. L’uomo è nella stessa posizione degli ateniesi, che avevano eretto i loro altari per rendere culto alla natura. In mezzo alla collina di Marte, Paolo aveva presentato al popolo di Atene la maestà dell’Iddio vivente in contrasto al loro culto idolatrico.7ACB 203.7

    E Paolo, stando in piedi in mezzo all’Areòpago, disse:«Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi. Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo; e non è servito dalle mani dell’uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: “Poiché siamo anche sua discendenza”. Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall’arte e dall’immaginazione umana. (Atti 17:22-29)7ACB 203.8

    Coloro che hanno una vera conoscenza di Dio non diventeranno così esaltati dalle leggi della materia o dalle sue operazioni, per rifiutare di riconoscere il continuo coinvolgimento di Dio nella natura. La natura non è Dio, né è stata mai Dio. La voce della natura testimonia Dio, ma la natura non è Dio. Essa è la creazione di Dio e porta semplicemente una testimonianza della Sua potenza. La Divinità è l’autore della natura. Il mondo naturale di per sé non ha alcun potere, perché essa è governata da Dio stesso.7ACB 204.1

    Vi è un Dio personale nella persona del Padre; vi è il Figlio di Dio nella persona di Cristo. (Ebrei 1:1,2; Salmo 19:1-3)7ACB 204.2

    Gli antichi filosofi si vantavano della loro conoscenza superiore. Leggiamo cosa ci dice l’apostolo a questo proposito: Pur dichiarandosi savi, sono diventati stolti e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, e di uccelli e di quadrupedi e di rettili… Essi hanno mutato la verità di Dio in menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore. (Romani 1:22,23, 25)7ACB 204.3

    Nella sua saggezza umana il mondo non può conoscere Dio. Questi sapientoni riuniscono la loro conoscenza imperfetta contro le opere di Dio e, nella loro stoltezza, esaltano la natura e le leggi della natura al di sopra di Dio, Creatore della stessa. Coloro che non hanno conosciuto Dio, Colui che si è rivelato per mezzo di Cristo, otterranno soltanto una conoscenza imperfetta di Lui nella natura; e questa conoscenza tanto lontana dal Creatore e dalla Sua volontà, li porterà all’idolatria. Quindi, mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti.7ACB 204.4

    Coloro che pensano di poter ottenere una conoscenza di Dio al di fuori della Sua Rappresentanza, che la Parola dichiara essere “l’immagine esplicita della Sua persona”, dovranno diventare pazzi nella loro stessa stima prima che possano essere saggi. Non è possibile acquisire una conoscenza perfetta di Dio dalla sola natura, perché la natura stessa è imperfetta. Essa, nella sua imperfezione, non può rappresentare Dio, non può rivelare il carattere di Dio, Colui che rappresenta la perfezione morale. Ma Cristo venne come Salvatore personale per il mondo. Egli ha rappresentato un Dio personale. Come un personale Salvatore, Egli salì in cielo, ma poi ritornerà di nuovo — come personale Salvatore. Egli è l’immagine espressa della persona del Padre. In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità. (Colossesi 2:9) (RH, Nov. 8, 1898)7ACB 205.1

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