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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Capitolo 2:5

    La luce per gli umili — (Giovanni 8:12; vedi commento di EGW al cap. Tito 2:19)7ACB 321.2

    Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù. Se vi sforzate con tutta umiltà per capire che cosa è la mente di Cristo, non sarete lasciati nelle tenebre. Gesù dice: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. (YI, Oct. 13, 1892).7ACB 321.3

    5-8 - Le circostanze umili della vita di Cristo.7ACB 321.4

    (Giovanni 1:1-3, 14; Ebrei 2:14-18; Vedi commento di EGW al cap. Marco 16:6; Luca 22:44; Giovanni 10: 17,18; Romani 5:12-19; 2 Corinzi 8:9; 1 Timoteo 2: 5; Ebrei 3: 1-3)7ACB 321.5

    Dopo che Cristo aveva lasciato il Suo alto comando nell’alto dei cieli per assumere l’umanità, Egli avrebbe potuto scegliere una qualsiasi condizione umana che Gli aggradava, ma preferì annullare la grandezza per diventare umile. Betlemme, il luogo della Sua nascita era povero, la sua parentela era umile ma, il padrone del mondo era sempre Suo Padre. Nella Sua vita non si trovava alcuna traccia di lusso, di agio, di gratificazione egoistica o di indulgenza. La Sua vita era una continua abnegazione e sacrificio. Egli divenne povero e umile affinché il credente, anche quello più umile, non potesse dire che Cristo non aveva mai conosciuto le privazioni e lo stress della vita. Se Egli avesse avuto la parvenza di manifestare ricchezza, grandezza, avrebbe allontanato da Sé la classe più povera della società, per cui scelse di rivestire la condizione umile per prendere parte della classe più povera. (MS 9, 1896)7ACB 321.6

    La fede non si basa sulle apparenze7ACB 321.7

    Prima che Cristo lasciasse il cielo per venire a morire nel mondo, Egli era a capo di tutti gli angeli, maestoso e bello ma, dopo aver iniziato il Suo ministero, prese le dimensioni degli uomini allora viventi sulla terra. Se Egli fosse venuto tra gli uomini con la Sua nobile forma celeste, il Suo aspetto esteriore avrebbe attirato molti; sarebbe stato ricevuto senza alcun sentimento di fede. La fede degli uomini in Cristo come Messia non doveva basarsi sulle apparenze esteriori, bensì gli uomini avrebbero dovuto credere in Lui considerando l’eccellenza del Suo carattere. (2SP 39).7ACB 321.8

    Il mistero nel quale gli angeli desiderano fissare lo sguardo — (Colossesi 2:9; Efesini 3:9; 1 Pietro 1:11,12)7ACB 322.1

    In Cristo abitò tutta la pienezza della divinità ma, l’unico modo in cui poteva raggiungere gli uomini era di coprire la Sua gloria con indumenti umani. Gli angeli conoscevano il motivo perché la Sua gloria doveva essere velata. Cristo aveva sempre detestato il peccato e desiderava riscattare l’umanità con il proprio sangue. Egli è venuto in mezzo agli uomini per soffrire al posto loro. Questo è il mistero che gli angeli desiderano scoprire. Essi volevano sapere perché Cristo ha vissuto e lavorato in un mondo decaduto, perché mai ha voluto mescolarsi con l’umanità peccatrice. Per essi era un mistero che Colui che odiava il peccato, allo stesso tempo sentisse simpatia per i peccatori. (ST, Jan. 20, 1898)7ACB 322.2

    Un’unione inspiegabile — (Colossesi 1:26,27)7ACB 322.3

    Se l’umanità di Cristo non fosse stata unita al suo carattere divino, Egli non avrebbe potuto fare nulla per salvare l’uomo caduto. La limitata capacità dell’uomo non può comprendere questo meraviglioso mistero: unità delle due nature, quella divina con quella umana. Questo mistero non potrà mai essere spiegato, per cui, all’uomo non rimane altro che stupirsi e tacere. Eppure, egli ha il privilegio di essere partecipe della natura divina e in questo modo egli può in qualche misura entrare nel mistero. (Letter 5, 1889).7ACB 322.4

    Le cose più meravigliose in terra e nel cielo7ACB 322.5

    L’incarnazione del Figlio di Dio è il tema più interessante che si possa studiare. Dio ha sacrificato il Suo Figlio sulla croce per i peccatori, una morte d’ignominia e vergogna. Cristo, il Comandante delle coorti celesti, depose le vesti e la corona regale per rivestire gli indumenti umani e diventare su questa terra capo e modello della razza umana. Umiliò sé stesso e soffrì le più gravi delle afflizioni degli esseri umani. Nonostante il mondo fosse Suo, rinunciò a Sé stesso dichiarando: Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». (Ebrei 2:14-18) (MS 76, 1903).7ACB 322.6

    Cristo al di sopra di ogni legge7ACB 323.1

    Il Figlio di Dio è venuto volontariamente per compiere l’espiazione. Su di Lui non ricadeva era alcun obbligo, perché Egli era al di sopra di ogni legge. Gli angeli, come messaggeri di Dio, sono sottoposti all’ubbidienza; nessuno di loro avrebbe mai potuto espiare l’uomo caduto. Solo Cristo aveva la libertà di scelta per rivendicare la redenzione del genere umano caduto. Egli aveva il potere di dare la vita e di riprenderla di nuovo. Egli “pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio. (SW, Sept. 4 1906)7ACB 323.2

    L’umanità di Cristo, una catena d’oro — (Esodo 3:5)7ACB 323.3

    Per redimere l’uomo, Cristo rimase ubbidiente fino alla morte sulla croce. L’umanità del Figlio di Dio è la catena d’oro che lega le nostre anime a Cristo e attraverso Lui a Dio. Questo tema deve diventare il nostro studio appassionato. Egli, diventando uomo, ha dato prova d’umiltà; ed era Dio in carne. Quando ci avviciniamo al tema della divinità di Cristo rivestito con l’abito dell’umanità, possiamo ascoltare le Sue parole pronunciate con riverenza a Mosè presso il pruno ardente: Non ti avvicinare qui; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro. Dobbiamo studiare questo tema con umiltà e con cuore contrito. Lo studio dell’incarnazione di Cristo è un campo fecondo, che ci permette di scavare in profondità alla ricerca delle verità nascoste. (MS 67, 1898).7ACB 323.4

    6 — L’uguaglianza tra Cristo e il Padre — (Giovanni 1:1-3,14; vedi commento di EGW al cap. Giovanni 1: 1-3; Apocalisse 12:10)7ACB 323.5

    La posizione di Cristo è uguale a quella del Padre e questo ha permesso che Egli potesse diventare il liberatore dei trasgressori.7ACB 323.6

    La Sua presenza era sufficiente per magnificare la legge e renderla onorevole. (MS 48, 1893)7ACB 324.1

    7 — Vedi commento di EGW al cap. Matteo. 26:427ACB 324.2

    7, 8 — Vedi commento di EGW al cap. Ebrei 2:177ACB 324.3

    9 — Vedi commento di EGW al cap. Matteo. 27:21,22,297ACB 324.4

    10, 11 — Vedi commento di EGW al cap. Romani 3:197ACB 324.5

    12 — Vedi commento di EGW al cap. Galati 5:67ACB 324.6

    12, 13 — Vedi commento di EGW al cap. Romani 12: 2; 2 Pietro 1: 5-117ACB 324.7

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