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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Capitolo 4:1-5

    Trasformare la Verità in menzogna7ACB 360.2

    (ch. 2:14-18, 23-26; Romani 1:25; Colossesi 2-8)7ACB 360.3

    Nessuno deve distorcere la Verità, costruendo sopra false contemplazioni. Coloro che lo fanno, sono in pericolo di trasformare la Verità in menzogna. Molti hanno bisogno di un tocco dello Spirito divino nel cuore. Qualora essi saranno alla ricerca di cose strane e nuove, lo stesso messaggio celeste può diventare per loro un fardello. Il sabato del 4° comandamento è una grande prova per nostri giorni.7ACB 360.4

    In mezzo ai giovani vi è un gran desiderio di scoprire cose nuove, pensando che si tratti di qualcosa più conveniente per loro. Il Signore non vuole che noi sprechiamo tempo nella ricerca di ciò che non si può trovare. Egli desidera che ci impegniamo a purificare l’anima nel sangue di Cristo. È la veste bianca della giustizia di Cristo che dà al peccatore la possibilità di entrare nei ranghi celesti. Non il colore dei capelli ma, la perfetta ubbidienza a tutti i comandamenti di Dio ci apre le porte della Santa città. (Letter 207, 1899)7ACB 360.5

    1-7 — Fedeltà nel ministero — (cap. 2:1- 4)7ACB 360.6

    Con l’avvicinarsi alla fine della sua corsa, Paolo desidera che Timoteo prenda il suo posto alla guida delle chiese, per difenderle dalle eresie con cui Satana e i suoi agenti avrebbero tentato di allontanarle dalla verità. Egli (Paolo) lo ammonisce a fuggire le occupazioni temporali ed altri coinvolgimenti che gli avrebbero impedito di donarsi interamente all’opera di Dio.7ACB 360.7

    Egli lo esorta a sopportare le persecuzioni a cui la sua fede lo avrebbe esposto. Egli avrebbe dovuto dar prova riguardo al suo ministero, impiegando ogni mezzo per il bene dei suoi simili. (YI, July 10, 1902)7ACB 361.1

    3, 4 — Vedi commento di EGW al cap. Atti 20:30; Colossesi 2:08, 1 Giovanni 4:17ACB 361.2

    6-9 - Vedi commento di EGW al cap. 1: 1, 27ACB 361.3

    7, 8 — Vedi commento di EGW al cap. Apocalisse 14:137ACB 361.4

    13, 14 — Effetti finali dell’arresto di Paolo — (Atti 19:33)7ACB 361.5

    A causa di un discepolo (Alessandro), Paolo era stato nuovamente arrestato nella città di Troade, e da quel momento scattò l’incarcerazione finale. Alessandro, il ramaio, che invano si era opposto all’opera dell’apostolo ad Efeso, colse l’occasione per vendicarsi di colui che non riusciva a sconfiggere. (LP 305)7ACB 361.6

    13, l6-21 - Paolo con coraggio affronta la morte7ACB 361.7

    Paolo termina la sua lettera con vari messaggi personali e ripete ancora a Timoteo di fare il possibile per passare da lui ancor prima dell’inverno. Inoltre, egli descrive la sua solitudine a causa della diserzione di alcuni amici e necessaria assenza di altri. Per timore che Timoteo potesse ancora esitare davanti alle fatiche che lo aspettavano, Paolo afferma di aver già mandato Tichico come suo collaboratore in caso della sua assenza. In fine, aggiunge una toccante richiesta: Quando verrai, porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene. 7ACB 361.8

    Al suo secondo arresto, Paolo era stato preso con tale violenza che non ebbe la possibilità di raccogliere i suoi pochi libri e le pergamene e nemmeno di prendere il mantello. E adesso che stava arrivando l’inverno, lui sapeva che avrebbe sofferto il freddo nella sua umida cella. Non aveva nemmeno soldi per comprare un altro indumento, per cui intuiva che la sua fine sarebbe potuta arrivare da un momento all’altro. Con la sua premura di pensare agli altri e la paura nei confronti degli oneri della chiesa, egli non desiderava essere di peso a nessuno. (LP 327)7ACB 361.9

    16,17 — Paolo e Nerone faccia a faccia7ACB 362.1

    Il volto del monarca davanti a Paolo era pieno di vergogna a causa delle sue passioni. Il volto del prigioniero raccontava la storia di un cuore in pace verso Dio. Il risultato del sistema d’istruzione era ben evidente quel giorno tra la vita di auto indulgenza del monarca e la vita di sacrificio di Paolo. Entrambi rappresentavano due vite totalmente diverse: una piena di egoismo, che non aveva nulla di prezioso in sé, l’altra colma di abnegazione, e se necessario, pronta ad essere donata per il bene degli altri. (YI, July 3, 1902)7ACB 362.2

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