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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Capitolo 4:1-2

    Il digiuno di Mosè non è il digiuno di Cristo - (Esodo 34:28; Deuteronomio 9:9; Luca 4:2)7ACB 9.8

    Nel deserto Cristo è stato tentato durante il digiuno di quaranta giorni. In alcune occasioni speciali, anche Mosè digiunava a lungo senza però sentire i morsi della fame. Egli non fu tentato e tormentato come il Figlio di Dio da un nemico vile e potente, perché era stato elevato al di sopra dell’umano, ed era stato particolarmente sostenuto dalla gloria di Dio che lo avvolgeva. (ST June 11, 1874)7ACB 10.1

    1 — 4 - La potenza dell’appetito degradato (Luca 4:1-4)7ACB 10.2

    Tutto è stato perduto a causa dell’appetito smisurato di Adamo. Il Redentore, nel quale erano presenti l’umano e il divino, si trovò nella stessa situazione di Adamo e subì un devastante digiuno di circa sei settimane. La lunghezza di quel digiuno è la prova evidente della potenza del peccato e del potere dell’appetito degradato della famiglia umana. (RR 4 agosto 1874)7ACB 10.3

    Una lezione per noi stessi7ACB 10.4

    Cristo è il nostro esempio in tutte le cose. Vedendo la Sua umiliazione in una cosi lunga prova nel deserto a causa delle tentazioni, per vincere come Lui ha vinto, dobbiamo imparare la lezione quando siamo tentati. Se il potere dell’appetito è così forte per la famiglia umana, se l’indulgenza provoca in noi il timore di essere sottoposti alla stessa prova che sopportò il Figlio di Dio, quanto mai dovrebbe essere importante sentire la necessità di mettere sotto controllo gli appetiti sulla ragione. Il nostro Salvatore ha digiunato circa sei settimane e quindi Egli potrebbe ottenere per l’uomo la stessa vittoria sui nostri appetiti. Come possono i cristiani che si credono tali, avendo un modello come Cristo, cedere nell’indulgenza degli appetiti che influiscono negativamente sulla mente e sul cuore? È un fatto doloroso che le abitudini autogratificanti a scapito della salute, o a scapito dell’indebolimento del potere morale, rimangano nelle catene della schiavitù nella gran parte del mondo cristiano.7ACB 10.5

    Molti di coloro che professano pietà non indagano sulla ragione del lungo periodo di digiuno di Cristo e della Sua sofferenza nel deserto. La Sua angoscia e i morsi della fame, non dipendevano così tanto dalla sopportazione della fame, bensì dal risultato che temeva provenisse dall’indulgenza degli appetiti e delle passioni della razza umana. Gesù sapeva che l’appetito sarebbe diventato l’idolo dell’uomo, che lo avrebbe portato a dimenticare Dio e diventare l’ostacolo sulla via della salvezza. (RH, Sept. 1, 1874)7ACB 10.6

    Satana attacca nei momenti più deboli7ACB 11.1

    Mentre Cristo digiunava nel deserto, diventò molto vulnerabile a causa della fame. Per questa ragione si impegnò nella fervente preghiera al Padre perché potesse resistere all’avversario e non sentire la fame. Egli trascorse tutto il tempo in preghiera con Dio, ed era come se fosse in presenza di Suo Padre. Con grande forza affrontò il nemico ed era certo di ottenere tutto quello che aveva intrapreso a favore dell’umanità. Al pensiero di quella lotta dimenticò tutto il resto, così la Sua anima era alimentata col pane della vita. Anche oggi, le anime tentate possono essere alimentate allo stesso modo con l’aiuto di Dio. Gesù si nutriva con la Verità, la stessa Verità che Egli oggi può dare a chiunque per liberare dalle tentazioni di Satana. Egli vide l’influenza distruttrice del nemico sui caduti e tentati. Vide Sé stesso mentre guariva i malati, mentre confortava i casi senza speranza, e gli scoraggiati; si vide a predicare il vangelo ai poveri; che faceva il lavoro che Dio aveva tracciato per Lui. In quel modo Egli non si rese conto di aver fame, fino a quando quei lunghi quaranta giorni non furono trascorsi. Le visioni erano finite e poi la natura umana si fece sentire e Gesù sentì un forte desiderio di cibo. Quel momento diventò un’occasione propizia per Satana. Decise di apparire a Cristo come uno degli angeli di luce. (Letter 159, 1903)7ACB 11.2

    La prova non diminuisce7ACB 11.3

    Cristo sapeva che Suo Padre avrebbe potuto fornirgli il cibo in qualsiasi momento per evitargli quella dura prova qualora la fame diventasse insopportabile oltre misura, ma Egli non volle servirsi della potenza del Padre per diminuire la prova nemmeno in minima parte. L’uomo caduto, mentre subisce le prove non ha il potere di operare miracoli per proprio conto, non può salvarsi dalla sofferenza o dall’angoscia e divenire vittorioso sui suoi nemici. È stato proprio lo scopo di Dio mettere alla prova la razza umana al fine di darle l’opportunità di sviluppare il carattere, di metterla in una posizione tale per testare la propria fede e la fiducia nel Suo amore e nel Suo potere. La vita di Gesù è un modello perfetto. Attraverso il Suo esempio, Cristo ha insegnato all’uomo che egli dipende da Dio, e che solo di Lui può fidarsi in ogni tempo. (RH Aug. 18, 1874)7ACB 11.4

    1-11 - Tutte le energie maligne si concentrano nell’apostasia - (Marco 1:12, 13, Luca 4:1-13;7ACB 12.1

    Vedi commento di EGW al capitolo: Giovanni 2:1, 27ACB 12.2

    Tutte le energie maligne si concentrano nell’apostasia7ACB 12.3

    Satana, nel suo consiglio con i suoi consimili aveva stabilito che doveva superare Cristo. Nessun essere umano che sia venuto al mondo è sfuggito al potere del seduttore. Tutte le forze degli agenti del male si impegnarono in una guerra contro Cristo e possibilmente a prevalere su di Lui. L’inimicizia più feroce e più incallita venne usata tra la stirpe della donna e il serpente, lo stesso serpente di cui Cristo si era servito come segno di ogni arma dell’inferno. La vita di Cristo fu una lotta perpetua contro gli agenti satanici. Satana radunò tutte le sue energie d’apostasia contro il Figlio di Dio. Il conflitto aumentò costantemente in ferocia e in malignità ma, di volta in volta la sua preda fu strappata dalle sue grinfie. Satana assalì Gesù con tutte le forme possibili di tentazione. (RH Oct. 29,1895)7ACB 12.4

    Nessun errore, nemmeno su un piccolo punto7ACB 12.5

    Grazie alla scena del Suo battesimo, Cristo uscì vittorioso da una delle più grandi tentazioni. Egli si rifugiò nel deserto dove incontrò Satana, il quale lo tentò sugli stessi punti in cui anche l’uomo era stato tentato. Il nostro Sostituto e la nostra Garanzia vinse là dove Adamo aveva fallito. E ora si pone una domanda: avrebbe fallito Egli come Adamo nell’osservanza dei comandamenti di Dio? Ogni volta che Gesù incontrò Satana ripeté: STA SCRITTO, e ogni volta il nemico fu vinto e quindi abbandonò il campo di battaglia. Cristo ha redento la vergognosa caduta di Adamo, lasciando ad esempio il modello all’uomo al fine di correggere il carattere umano.7ACB 12.6

    Se Gesù avesse fallito in un solo punto riguardo alla legge di Dio come fece Adamo, non sarebbe potuto diventare un sacrificio perfetto per la razza umana. (RH June 10, 1890).7ACB 13.1

    Le bugie di Satana contro Cristo7ACB 13.2

    Satana disse a Cristo che doveva solo mettere i suoi piedi sulla strada insanguinata, ma non doveva percorrerla. Come Abramo, Gesù è stato sottoposto alle prove per mostrare la Sua perfetta ubbidienza. Egli stesso dichiarò che fu angelo a trattenere la mano di Abramo armata di coltello pronta a uccidere Isacco; successivamente, lo stesso angelo venne per salvare la Sua vita. L’angelo credeva che non fosse necessario che Cristo dovesse subire la morte a causa della fame e quindi voleva aiutarlo a sopportare l’incarico del piano di salvezza. (RH Aug. 4, 1874).7ACB 13.3

    Preziosi segnali mostrano approvazione - (Cap. 3:16, 17, Marco 1:10, 11; Luca 3:21, 22)7ACB 13.4

    Cristo non sembrava aver notato gli scherni di Satana. Egli non doveva dare a lui alcuna prova del Suo potere e sopportò umilmente i suoi insulti senza vendetta. Le parole pronunciate dal cielo al Suo battesimo erano state molto preziose, perché avevano confermato che il Padre aveva approvato la partecipazione di Gesù nella salvezza come Sostituto dell’uomo. La discesa della colomba celeste fu la garanzia che il Padre avrebbe unito il Suo potere in cielo con quello del Figlio Suo sulla terra allo scopo di salvare l’uomo dalla schiavitù di Satana e che il Signore aveva accettato l’impegno di Cristo ad unire la terra al cielo e l’uomo finito all’Infinito. Questi preziosi segni che Gesù ricevette dal Padre, furono indicibilmente preziosi durante la sofferenza e il terribile conflitto con il ribelle. (RH Aug. 18, 1874)7ACB 13.5

    Satana fu impotente nell’influenzare Cristo - (Gen. 3:1-6)7ACB 13.6

    Satana tentò il primo Adamo nell’Eden, il quale si lasciò corrompere. Dopo aver esercitato il suo potere sulla coppia, usò lo stesso potere su Cristo ma, non appena udì la Parola, egli non ebbe alcuna possibilità di vittoria su Lui. (Letter 159, 1903)7ACB 13.7

    Il contrasto tra i due Adamo - (Romani 5:12-19; 1 Corinzi 15:22, 45; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 2:14-18; 4:15)7ACB 14.1

    Prima che Adamo fosse assalito dal tentatore nell’Eden era senza macchia di peccato. Davanti a Dio egli era perfetto in ogni senso, le facoltà del suo essere erano perfettamente sviluppate e armoniosamente equilibrate.7ACB 14.2

    Cristo nel deserto dove fu tentato, fu sottoposto alla stessa prova di Adamo ma, quest’ultimo, sfortunatamente non riuscì a superarla. Cristo, invece, vinse la prova in favore del peccatore quattromila anni dopo la caduta di Adamo. Separata dalla presenza di Dio, la famiglia umana perse l’originale purezza, perse la saggezza e la conoscenza che Adamo possedeva in Eden. Cristo, venendo sulla terra, assunse su di sé il carico dei peccati e le infermità della razza umana. In nome dell’umanità caduta e debole, Egli doveva sopportare le tentazioni di Satana in ogni punto su cui l’uomo era stato tentato. Quale contrasto con il primo Adamo che affrontò Satana con una sola parola!7ACB 14.3

    Dopo la caduta della razza umana, fino al momento dell’avvento di Cristo sulla terra, le forze fisiche e i valori morali dell’uomo erano in forte calo. Fu quella la ragione perché Cristo volle raggiungere l’uomo là dove egli si trovava. Rivestì quindi la natura umana per mettere a nudo le infermità e la degenerazione dell’umanità. Lui, che non aveva conosciuto peccato, divenne peccato per noi. Per raggiungere l’uomo e per salvarlo dal degrado, Egli si umiliò sino ai più profondi abissi del dolore umano. (RH July 28, 1874)7ACB 14.4

    La disciplina più grave7ACB 14.5

    Mantenere velata la Sua gloria come figlio di una razza caduta, quella fu la disciplina più severa a cui il Principe della vita si sottopose. Egli misurò la Sua potenza con Satana, colui che era stato espulso dal cielo lottando disperatamente per la supremazia, colui che diventò geloso davanti al giudice supremo. Quale battaglia era quella! Nessuna lingua potrà mai descriverla. Ma nel prossimo futuro ciò sarà compreso da coloro che avranno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, che testimonierà il martirio subito. (Letter 19, 190l)7ACB 14.6

    Il potere di cui l’uomo si potrà servire - Ebrei 2:14-18; 4:15; 2 Pietro 1:47ACB 15.1

    Il Figlio di Dio fu aggredito ad ogni passo dalle potenze delle tenebre dopo il Suo battesimo, Egli fu guidato dallo Spirito Santo nel deserto, dove subì la tentazione per quaranta giorni. In varie lettere che ho ricevuto, si afferma che Cristo non avrebbe potuto avere la stessa natura dell’uomo, perché se fosse così, Egli sarebbe caduto a causa delle tentazioni simili. Se Egli non avesse avuto la natura dell’uomo, allora non avrebbe potuto essere il nostro esempio. In Cristo, la divinità e l’umanità sono unite. La divinità non è stata degradata dalla Sua umanità. Essa è rimasta intatta, mentre l’umanità, essendo unita alla divinità, ha potuto resistere alle più feroce prova della tentazione nel deserto. Il principe di questo mondo, andò da Cristo dopo il lungo digiuno, quando era affamato, per suggerirgli di trasformare le pietre in pane.7ACB 15.2

    Ma nel piano di Dio, messo a punto per la salvezza dell’uomo, era posta una condizione, ossia che il Salvatore dovesse subire la fame, la povertà e ogni fase dell’esperienza umana. Così Gesù resistette alla tentazione grazie al potere di cui l’uomo può disporre. Egli conquistò il trono di Dio, e non c’è un uomo o una donna che non possa avere accesso alla stessa guida attraverso la fede. L’uomo può diventare partecipe della natura divina; non vi è anima che non possa invocare l’aiuto del cielo nelle prove. Cristo è venuto per rivelarci la sorgente della Sua potenza, e che l’uomo non può fare affidamento sulle sue capacità senza assistenza.7ACB 15.3

    Coloro che desiderano vincere, non devono servirsi di ogni potere del proprio essere. Essi devono inginocchiarsi davanti a Dio per ricevere il potere divino. Cristo è venuto in mezzo a noi come esempio, per farci conoscere come possiamo imparare ad essere partecipi della natura divina. Come? Fuggendo la corruzione che si trova in tutto il mondo a causa della concupiscenza. Satana non ha ottenuto la vittoria su Cristo. Lui non ha messo sotto il suo piede il Redentore. Non ha schiacciato il capo, anche se ha ferito il calcagno. (Genesi 3:15) Cristo con il Suo esempio, ha reso evidente che l’uomo può rimanere integro, che gli uomini possono avere il potere di resistere al male, un potere che né la terra né la morte, né l’inferno può dominare.7ACB 15.4

    Un potere che concede loro la vittoria, come Cristo ha vinto. Divinità e umanità possono essere uniti tra loro. (RH Feb. 18, 1890)7ACB 16.1

    Le terribili conseguenze della trasgressione - (Isaia 53:6; 2 Corinzi 5:21)7ACB 16.2

    La tentazione è la tentazione, a meno che non vi sia la possibilità di provocarla. Alla tentazione si può resistere a condizione che si abbia fede e ferma convinzione di poter ottenere il potere divino. Questa fu la prova per la quale Gesù passò. Egli non avrebbe potuto essere tentato in tutti i punti come lo è stato l’uomo, se non ci fosse stata alcuna possibilità di Sua caduta. Egli era una persona libera, sottoposta alle prove, come lo fu Adamo ed ogni altro uomo. Nel momento più doloroso, mentre era appeso sulla croce, Egli visse nella più ampia misura ciò che l’uomo deve provare quando lotta contro il peccato. Cristo comprese appieno quanto male un uomo possa fare quando cede al peccato. Egli realizzò le terribili conseguenze della trasgressione della legge di Dio, perché tutta l’iniquità del mondo era caduta su di Lui. (YI June 20, 1899)7ACB 16.3

    Cristo, una persona moralmente libera7ACB 16.4

    La tentazione a cui Cristo fu sottoposto era una terribile realtà. Come persona libera, era stato sottoposto alle prove e avrebbe potuto facilmente cedere alle tentazioni di Satana e, di conseguenza, diventare il suo alleato contro Dio. Se così fosse, cioè avere la possibilità di cadere, Egli non avrebbe potuto essere tentato, come è tentata la famiglia umana. (YI Oct. 26, 1899)7ACB 16.5

    Cristo sottoposto alle prove7ACB 16.6

    Per un certo periodo Cristo fu sottoposto alle prove. Prese su di Sé l’umanità, e con le prove che subì senza mai cadere, testimoniò il fallimento di Adamo. Se Egli avesse fallito nelle prove, sarebbe diventato un ribelle contro la voce di Dio e il mondo sarebbe stato perduto. (ST May 10, 1899)7ACB 16.7

    3,4 — Una discussione con Satana7ACB 16.8

    Dobbiamo ricordarci che solo Dio può affrontare le discussioni con Satana. (Letter 206, 1906).7ACB 17.1

    4 — I traviamenti sono più gravi della morte7ACB 17.2

    (Vedi commento di EGW nel capitolo Genesi 3:24 /Matteo 4:47ACB 17.3

    Gesù disse a Satana che al fine di prolungare la vita, l’ubbidienza alle esigenze di Dio è essenziale più del cibo temporale. Seguire un corso di traviamento dai propositi di Dio, anche se in minima parte, sarebbe più grave della fame o della morte. (Redemption: or The first Advent of Christ, p. 48)7ACB 17.4

    5, 6 - Chi può resistere al male?7ACB 17.5

    Gesù non si sarebbe mai esposto al pericolo di compiacere al male. Ma quanto pochi oggi non osano resistergli? (MS 17, 1893)7ACB 17.6

    8 — 10 L’aspetto delle condizioni reali - (Luca 4:5-8)7ACB 17.7

    Egli (Satana) ordinò al Salvatore di inchinarsi davanti a lui, promettendo che se lo avesse fatto, i regni del mondo sarebbero stati Suoi. Egli indicò a Gesù il suo successo ottenuto nel mondo, enumerando i principati e le potenze diventati sua proprietà. Dichiarò inoltre che ciò che Jehovah non era riuscito a compiere, lo avrebbe fatto lui. Ma Gesù rispose: Va via Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo, ed a Lui solo rendi il culto.7ACB 17.8

    Ecco cosa dichiara la Bibbia, quella era pura tentazione. In vista di simili tentazioni, il nemico aveva già guadagnato molti regni che lo fecero diventare potente e agli occhi di Cristo, Satana non era altro che un tiranno. Sotto il potere oppressivo di Satana, Gesù vide l’umanità piena di dolore e sofferenza. Vide la terra contaminata dall’odio, dalla vendetta, dalla malizia, dalla lussuria e dall’omicidio. Vide i demoni impossessarsi dei corpi e delle anime degli uomini. (MS 33, 1911)7ACB 17.9

    Satana costretto ad ubbidire a Gesù7ACB 18.1

    Gesù rispose al nemico: Vattene Satana, perché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo e a Lui solo rendi il tuo culto. Satana chiese a Cristo di dargli la prova che era il Figlio di Dio e dopo aver udito le Parole della Scrittura, quella prova gli fu data. Al comando divino di Cristo, egli fu costretto ad ubbidire. Fu respinto e messo a tacere e quindi costretto, senza una parola, a desistere immediatamente e a lasciare il Redentore del mondo. (RH Sept.1, 1874)7ACB 18.2

    Un consiglio riguardo alla strategia7ACB 18.3

    Anche se Satana aveva fallito nelle sue tentazioni, tuttavia non perse la speranza nel futuro successo dei suoi sforzi. Rifletté sulle nuove opportunità contro Gesù durante gli anni del Suo ministero. Satana, sconcertato e sconfitto, si ritirò dalla scena di quel conflitto e incominciò a programmare nuovi piani per allontanare gli Ebrei, il popolo eletto di Dio, da Cristo Redentore. Decise di riempire i loro cuori con l’invidia, la gelosia e l’odio contro il Figlio di Dio, in modo che essi non solo non volessero accettarlo ma che gli rendessero più amara possibile la Sua vita terrena. Satana convocò i suoi angeli in consiglio riguardo al piano che avrebbe voluto perseguire per impedire alla gente di avere fede in Cristo come Messia, Colui che era tanto atteso dagli ebrei. Egli diventò furioso perché nonostante molteplici tentativi, non riuscì a sconfiggere Gesù. Successivamente si propose invece di suscitare nei cuori della gente l’incredulità nei confronti del Figlio di Dio, per scoraggiarlo nella Sua missione e proteggere quegli ebrei che erano diventati suoi alleati per realizzare i suoi scopi diabolici. Così cominciò ad agire in modo subdolo, cercando di adempiere ciò che precedentemente non gli era riuscito, con una nuova strategia. (2SP 97, 98).7ACB 18.4

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