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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento

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    Appendice A

    Il posto di Cristo nella Divinità.7ACB 519.4

    Poiché gli scritti di Ellen G. White spesso sono stati mutilati nelle presunte “citazioni” dei critici o denigratori, presentiamo una serie completa degli insegnamenti riguardo la divinità e l’eterna preesistenza di Cristo, e il suo posto nella Divinità o Trinità, la sua natura durante l’incarnazione, il suo sacrificio espiatorio e il suo ministero sacerdotale.7ACB 519.5

    1. La divinità e la natura di Cristo7ACB 519.6

    Cristo, il Verbo, l’Unigenito di Dio, era uno solo col Padre eterno, uno solo in natura, nel carattere e nei propositi; era l’unico essere in grado di penetrare in tutti i disegni e i propositi di Dio. Egli, «... le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni» (Michea 5:2), «... sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace» (Isaia 9:5). (P.P. pag. 34) .7ACB 519.7

    I giudei non avevano mai ascoltato tali parole provenienti da labbra umane, e un influsso convincente li pervase; perché sembrava che la divinità risplendesse attraverso l’umanità quando Gesù disse: “Io e il Padre siamo uno”. Le parole di Cristo erano piene di profondo significato quando sosteneva l’argomento che Lui e il Padre erano una sola sostanza e possedevano gli stessi attributi (The Signs of the Times, Nov. 27, 1893, p. 54)7ACB 519.8

    Tuttavia, il Figlio di Dio era il Sovrano riconosciuto dal cielo, e godeva della stessa Autorità e potere del Padre. GC p. 4957ACB 520.1

    Per salvare il trasgressore della legge di Dio, Cristo, che è uguale al Padre, è venuto a vivere il cielo davanti agli uomini, affinché potessero capire in cosa consiste avere il cielo nel cuore. Illustrò quello che l’uomo deve essere per essere degno della preziosa benedizione della vita che si misura con la vita di Dio. (Fundamentals of Christian Education, p. 179) 7ACB 520.2

    L’unico modo per poter restaurare la razza caduta era attraverso il dono di suo Figlio, che è uguale a Lui, e possiede gli stessi attributi di Dio. Nonostante sia stato così esaltato, Cristo acconsentì ad assumere la natura umana, per poter operare in favore di questi sudditi sleali e riconciliarli con Dio. Quando l’uomo si ribellò, Cristo presentò i suoi meriti in loro favore e divenne il garante dell’uomo. Assunse il compito di combattere i poteri delle tenebre in favore di questi ultimi, e prevalse nel vincere il nemico delle nostre anime e nel presentare all’uomo il calice della salvezza. (The Review and Herald, Nov. 8, 1892)7ACB 520.3

    Il mondo fu fatto per Lui, “e senza di Lui nulla di quello che è stato fatto, fu fatto” (Giovanni 1: 3).7ACB 520.4

    Cristo fece tutte le cose, esisteva prima di tutte le cose. Le parole pronunciate riguardo a questo sono così decisive, che non ci sono dubbi. Cristo era Dio, in senso più elevato. Era con Dio da tutta l’eternità, Dio sopra tutto, benedetto per sempre . . .7ACB 520.5

    Prima che si stabilissero le fondamenta del mondo, vi era già luce e gloria nella Verità, che parla di Gesù come Uno con il Padre. Questa e come la luce che risplende in un luogo oscuro illuminandolo con la gloria divina. Questa verità, infinitamente misteriosa in sé stessa, spiega altre verità misteriose che in altro modo sarebbero inspiegabili, al contempo e rinchiusa come qualcosa di sacro nella luce, inaccessibile e incomprensibile. (RH, April 5, 1906, p. 8) 7ACB 520.6

    Il Re dell’universo convocò gli angeli per mostrare loro la vera posizione di suo Figlio in rapporto al creato. Il Figlio di Dio condivideva il trono con il Padre; entrambi erano circondati dalla gloria della divinità, eterna e non creata. PP p. 367ACB 520.7

    Per quanto un pastore ami il suo gregge, prova però un amore più grande per i suoi figli e le sue figlie. Gesù non è soltanto il nostro pastore, ma è anche il nostro «Padre eterno». Egli dice: «Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie mi conoscono, come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre». Quale consolante dichiarazione! La comunione che esiste fra lui — il Figlio unico, che è una cosa sola con il Padre, colui che Dio ha chiamato «l’uomo che mi è compagno» (Zaccaria 13:7) — e il Dio eterno, è considerata come un’immagine della comunione fra il Cristo e i suoi figli sulla terra. DA, p. 4837ACB 521.1

    Gesù per orientare la loro fede, Egli dichiarò: “Io sono la resurrezione e la vita”. Egli possiede la vita, una vita propria, non ricevuta. «Chi ha il Figliuolo ha la vita» (1 Giovanni 5:12). La divinità del Cristo è per il credente certezza di vita eterna. (Ibid. p. 530)7ACB 521.2

    Il silenzio cadde sulla vasta folla. Il nome di Dio, dato a Mosè per esprimere la presenza eterna era stato reclamato come suo da questo Maestro galileo. Aveva proclamato sé stesso come colui che aveva un’esistenza propria, il quale era stato promesso a Israele, “la cui preesistenza era da antico tempo, dai giorni dell’eternità”. (Ibid. p. 469)7ACB 521.3

    Il Redentore del mondo era uguale a Dio. La Sua autorità era come quella di Dio. Dichiarò che in Lui non vi era esistenza separata dal Padre. L’autorità della quale parlava e faceva i miracoli, era sua; tuttavia affermava che Lui e il Padre erano uno. (The Review and Herald, Jan. 7, 1890) 7ACB 521.4

    Dio, l’Essere eterno e non creato, origine e sostegno di ogni cosa, è l’unico soggetto degno della suprema venerazione e adorazione. PP, p.3057ACB 521.5

    Jehovah è il nome dato a Cristo. “Ecco, Dio è la mia salvezza — scrisse il profeta Isaia - io avrò fiducia e non avrò paura, perché l’Eterno, sì, l’Eterno è la mia forza e il mio cantico, ed è stato la mia salvezza. Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza, e in quel giorno direte: «Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome, fate conoscere le sue opere tra i popoli, proclamate che il suo nome è eccelso!7ACB 521.6

    “In quel giorno si canterà questo cantico nel paese di Giuda:7ACB 521.7

    Noi abbiamo una città forte; il SIGNORE vi pone la salvezza con mura e bastioni. Aprite le porte ed entri la nazione giusta, che si mantiene fedele. A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel SIGNORE, perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli.” (The Signs of the Times - May3, 1899, p. 2)7ACB 522.1

    Le porte del cielo si apriranno un’altra volta e il nostro Salvatore, accompagnato da milioni di santi, si eleverà come Re dei re e Signore dei signori. Jehovah Emmanuele “sarà re su tutta la terra. In quel giorno Jehovah sarà uno, e uno il suo nome”. MB, p. 1607ACB 522.2

    Questa sarà la ricompensa di tutti coloro che seguono il Cristo. Essi inizieranno ad amare, a conoscere ed essere in sintonia con Jaweh, Emmanuele - “nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti... perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Colossesi 2:3, 9) - nella misura in cui il loro cuore si aprirà per accettare di assomigliargli. Conosceranno il suo nome e la sua potenza e comprenderanno sempre meglio “... quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo, e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Efesini 3:18, 19). “... Questa è l’eredità dei servi del Signore, la giusta ricompensa che verrà loro da me, dice il Signore” (Isaia 54:17). (Ibid. pag. 57) 7ACB 522.3

    Prima che il male facesse la sua apparizione... Gesù, la Parola, l’unigenito di Dio, era uno con il Padre: uno per natura, carattere e obiettivi. Era l’unico essere nell’intero universo che conoscesse le intenzioni e i progetti di Dio. Tramite lui il Padre creò gli esseri celesti. GC, p. 4937ACB 522.4

    “Se gli uomini respingono la testimonianza delle Scritture ispirate in relazione alla divinità del Cristo, è inutile discutere di questo tema con loro; nessuna argomentazione, per quanto valida possa essere, potrebbe convincerli. «Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente» (1 Corinzi 2:14). Nessuno, fra coloro che accettano questo errore, può avere la giusta concezione della natura e della missione del Cristo e del grande piano di Dio per la redenzione dell’uomo”. Ibid. pag. 5247ACB 522.5

    2. L’eterna preesistenza di Cristo7ACB 523.1

    Il Signor Gesù Cristo, divino Figlio di Dio, esisteva da sempre, una persona distinta, e tuttavia Uno con il Padre. Era l’eccelsa gloria del cielo. Egli era il Comandante di tutte le intelligenze celesti, e l’omaggio di adorazione che gli angeli gli tributavano era ricevuto da Lui con ogni diritto. Questo non significa rubare a Dio. (RH, April 5, 1906, p. 8) 7ACB 523.2

    Parlando della sua preesistenza, Cristo retrocesse mentalmente verso epoche non datate. Ci assicura che non ci fu tempo in cui non era in intima comunione con il Dio eterno. Colui la cui voce gli ebrei stavano ascoltando, era stato con Dio come qualcuno intimamente legato a lui. (The Signs of the Times, Aug. 29, 1900) 7ACB 523.3

    Qui Cristo mostra loro che, benché essi potevano risalire alla sua vita e affermare che non arrivava a cinquanta anni, la sua vita divina non poteva essere misurata attraverso calcoli umani. L’esistenza di Cristo prima della sua incarnazione non si può misurare per mezzo di cifre. (The Signs of the Times, May 3, 1899) 7ACB 523.4

    Da tutta l’eternità Cristo era unito al Padre, e quando assunse la natura umana, continuò ad essere uno con Dio. (The Signs of the Times, Aug. 2, 1905)7ACB 523.5

    Una volta arrivato nelle sedi celesti, Gesù fu posto sul trono e qui ricevette l’adorazione degli angeli. E quando questa cerimonia terminò, lo Spirito discese abbondantemente, e Cristo fu glorificato e ricevette gli stessi onori che aveva condiviso con il Padre sin dall’eternità. (AA, pp. 38,39)7ACB 523.6

    La Parola di Dio non parla soltanto dell’umanità di Cristo, ma anche riguardo alla Sua preesistenza. La Parola esisteva come un essere divino, come l’eterno Figlio di Dio, in unione e unità con il Padre. Sin dall’eternità Egli, era il Mediatore del patto, Colui nel quale tutte le nazioni della terra, sia Giudei sia Gentili, dovevano essere benedetti a condizione che lo accettavano. “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio”. Giovanni 1:1 Prima della creazione degli uomini e degli angeli, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. (RH, April 5, 1906) 7ACB 523.7

    Un essere umano vive, ma la sua vita è concessa, una vita che si spegnerà. “Qual è la tua vita? Certamente è una nebbia che appare per un po’ e poi svanisce” Ma la vita di Cristo non è nebbiosa, è una vita senza fine, una vita che esisteva prima che il mondo fosse. (The Signs of the Times, June 17, 1897) 7ACB 524.1

    Dai giorni dell’eternità, il Signore Gesù Cristo era uno col Padre; era “l’immagine di Dio”, l’immagine della sua grandezza e maestà, “lo splendore della sua gloria” (DA, p. 19)7ACB 524.2

    Era uno col Padre prima che gli angeli fossero creati. (The Spirit of Prophecy, vol. 1, p. 177ACB 524.3

    Cristo era essenzialmente Dio nel senso più elevato. Era con Dio dal tempo dell’eternità, Dio sopra tutto, benedetto per sempre. (RH, April 5, 1906, p. 8)7ACB 524.4

    Il nome di Dio, dato a Mosè per esprimere la presenza eterna era stato reclamato come suo da questo Maestro galileo. Aveva proclamato sé stesso come colui che aveva un’esistenza propria, il quale era stato promesso a Israele, “la cui preesistenza era da antico tempo, dai giorni dell’eternità” (Michea. 5: 2) (DA, pp. 469,470)7ACB 524.5

    In essa [la Parola di Dio] possiamo comprendere quello che la nostra redenzione costò a Colui che fin dal principio era uguale al Padre. (Counsels to Parents and Teachers, p. 13)7ACB 524.6

    3. Le tre Persone della Divinità7ACB 524.7

    Ci sono tre persone viventi nella Trinità celeste; nel nome di questi tre grandi poteri il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono battezzati quelli che ricevono Cristo mediante la fede, e questi poteri collaborano coi sudditi ubbidienti del cielo nei loro sforzi per vivere la nuova vita in Cristo. (Ev. p. 615)7ACB 524.8

    La Divinità si riempì di compassione per la razza umana, e il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si dedicarono al piano di redenzione. (Counsels on Health, p. 222) 7ACB 525.1

    Quelli che proclamano il messaggio del terzo angelo si devono rivestire di tutta l’armatura di Dio, al fine di resistere e rimanere ai loro posti coraggiosamente di fronte alla denigrazione e alla falsità, combattendo la buona battaglia della fede, resistendo al nemico con l’espressione: “Sta scritto”. Mantenendosi dove i tre grandi poteri del cielo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo possano influenzarli. Questi poteri operano con chi si arrende senza riserve a Dio. La forza del cielo è agli ordini dei credenti di Dio. L’uomo che fa di Dio la sua fiducia è protetto da un muro inespugnabile. (The Southern Watchman, Feb. 23, 1904, p. 122) 7ACB 525.2

    La nostra santificazione è opera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. È il compimento del patto che Dio ha fatto con quelli che si uniscono a Lui, per rimanere con Lui, con suo Figlio e con lo Spirito in santa comunione. Sei nato di nuovo? Sei diventato una nuova creatura in Cristo Gesù? Quindi collaboriamo con i tre grandi poteri del cielo che stanno operando in nostro favore. Se faremo questo, riveleremo al mondo i princìpi della giustizia. (The Signs of the Times, June 19, 1901) 7ACB 525.3

    Gli eterni sottoscritti celesti - Dio, Cristo e lo Spirito Santo - armarono [i discepoli] con qualcosa di più di una semplice energia mortale. . . Avanzarono con loro per portare avanti l’opera e convincere il mondo dal peccato. (Ev. p. 616)7ACB 525.4

    Dobbiamo cooperare coi tre poteri più elevati del cielo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e questi poteri lavoreranno mediante di noi, trasformandoci in operai insieme con Dio. (Ibid. pag. 617)7ACB 525.5

    Quelli che sono battezzati nel triplice nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, proprio all’inizio della loro vita cristiana dichiarano pubblicamente di avere abbandonato il servizio di Satana e di essere diventati membri della famiglia reale, figli del Re del cielo. (6T, p. 91)7ACB 525.6

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