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Conflitto E Coraggio

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    Daniele, L’ambasciatore Di Dio, 5 settembre

    Allora i prefetti e i satrapi cercarono di trovare un pretesto contro Daniele riguardo l’amministrazione del regno, ma non poterono trovare alcun pretesto o corruzione, perché egli era fedele e non si poté trovare in lui alcun errore o corruzione. Daniele 6:4CeC 252.1

    L’esperienza di Daniele come funzionario nei regni di Babilonia e Medo-Persia rivela il fatto che un uomo d’affari non è necessariamente un intrigante o un ambizioso ma che può essere un uomo che si lascia guidare e istruire da Dio costantemente. Daniele, primo ministro del più grande dei regni terreni, era nello stesso tempo un profeta dell’Altissimo e riceveva luce dall’ispirazione divina. Naturalmente non era perfetto; era un uomo simile a noi, ma la Parola di Dio lo descrive come irreprensibile. Anche i suoi peggiori nemici non potevano trovare nulla da ridire sul modo in cui adempiva il suo dovere. Il suo esempio dovrebbe mostrare agli uomini di Stato come comportarsi quando si è convertiti e consacrati al Signore.CeC 252.2

    Una scrupolosa ubbidienza alle esigenze divine è fonte di benedizioni temporali e spirituali. Daniele fu sempre fedele a Dio e non perse mai l’autocontrollo. Grazie alla sua nobile dignità e alla sua assoluta integrità, quando era ancora molto giovane, seppe conquistarsi il favore e l’affetto dell’ufficiale a cui era stato affidato. Le stesse caratteristiche distinsero la sua esperienza successiva per cui raggiunse rapidamente la posizione di primo ministro dell’impero babilonese. Durante il regno dei monarchi successivi, il crollo della nazione e la nascita di un altro impero mondiale, la sua saggezza, la sua competenza di governo, il suo tatto, la sua cortesia, la sua sincera bontà, la sua fedeltà ai princìpi furono tali che perfino i suoi nemici furono costretti a confessare che non riuscivano a trovare nessuna occasione per accusarlo perché “...era integro nella sua onestà e non gli si poteva rimproverare nulla”. Daniele 6:5.CeC 252.3

    Onorato come uomo politico, detentore di segreti di stato la cui portata rivestiva carattere universale, Daniele fu onorato da Dio come suo ambasciatore e gli furono trasmesse molte rivelazioni sui misteri del futuro. Queste straordinarie profezie, contenute nei capitoli da sette a dodici del libro che porta il suo nome, non furono completamente comprese da lui, ma prima di concludere la sua carriera ricevette la certezza che quando la storia del mondo si sarebbe conclusa avrebbe ricevuto la sua ricompensa. Ibid. 546-548CeC 252.4

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