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Conflitto E Coraggio

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    Uniti Nella Diversità, 9 ottobre

    Quindi ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare. Marco 3:14CeC 286.1

    Si notava in questi primi discepoli una accentuata diversità. Chiamati a essere maestri nel mondo, rappresentavano tanti differenti tipi di carattere. Matteo Levi, il pubblicano, chiamato da una vita di attività commerciale al servizio di Roma; Simone lo zelota, il nemico implacabile dell’autorità imperiale; Pietro, impulsivo, pieno di sé ma dal cuore ardente, con Andrea suo fratello; Giuda l’Iscariota, uomo raffinato, capace, ma dallo spirito meschino; Filippo e Tommaso, sinceri e fedeli, sebbene un poco lenti a credere; Giacomo d’Alfeo e Giuda, meno in vista tra i fratelli, ma uomini forti, positivi tanto nei difetti che nelle virtù; Natanaele, fanciullo quanto a sincerità e fiducia, e infine gli ambiziosi ma amabili figli di Zebedeo... CeC 286.2

    Dei dodici discepoli, quattro avrebbero avuto una parte di primo piano, e ognuno in modo diverso. Il Cristo, prevedendo ogni cosa, ebbe cura di prepararli proprio in vista di questo. Giacomo, destinato a una prematura morte per spada; Giovanni, che doveva più di tutti e per più tempo seguire il Maestro sia nell’opera sia nelle persecuzioni; Pietro, pioniere nell’abbattere le barriere secolari e nell’insegnare in un mondo pagano; Giuda, capace di superare i fratelli nel servizio, ma nel cui cuore si annidavano, però, delle intenzioni le cui implicazioni egli non immaginava nemmeno. Ed 85,86CeC 286.3

    Per svolgere in modo efficace l’opera alla quale erano stati chiamati, questi discepoli, così differenti quanto a caratteristiche naturali, a preparazione e ad abitudini, avrebbero dovuto raggiungere l’unità di sentimenti, di pensiero e di azione. Per raggiungere questa unità, Cristo cercò di unirli a sé. Nella sua preghiera al Padre, Gesù espresse il fardello del suo impegno per loro: “...che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi... affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me”. Giovanni 17:21, 23. Ibid. 86CeC 286.4

    Gli apostoli del Signore non avevano motivi per vantarsi. Il successo delle loro fatiche era dovuto a Dio. La vita di questi uomini, il carattere che si formarono e l’opera potente che compirono sono una dimostrazione di ciò che Dio è pronto a fare per tutti coloro che sono docili e ubbidienti. ibid 250CeC 286.5

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