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Servizio cristiano

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    Il dovere del pastore

    Il migliore aiuto che i pastori possono offrire ai membri delle nostre comunità non riguarda la predicazione, ma l'organizzazione del lavoro missionario. Diamo a ciascuno qualcosa da fare a favore degli altri; aiutiamo tutti a rendersi conto che avendo ricevuto la grazia di Cristo hanno l'obbligo di lavorare per lui. Si insegni a tutti come offrire il proprio contributo. In modo particolare, coloro che sono da poco nella fede dovrebbero essere istruiti sul modo di operare con Dio. — Testimonies for the Church 9:82 (1909).SC 61.1

    Pastori, predicate le verità che stimoleranno all'impegno personale nei confronti di chi è lontano da Cristo. Incoraggiate in ogni modo possibile l'impegno attivo dei singoli. — Testimonies for the Church 9:124 (1909).SC 61.2

    I pastori insegnino ai membri laici che per crescere spiritualmente devono assumersi i carichi che Dio ha loro affidato, assolvere la missione di condurre altre persone alla verità. Quelli che non adempiono la loro responsabilità dovrebbero essere visitati, essere oggetto di preghiera e di un lavoro specifico. Non abituate le persone a dipendere da voi pastori; insegnate, piuttosto, che sono chiamate a usare i loro talenti diffondendo la verità a quelli che hanno intorno. Agendo in questo modo, potranno contare sulla collaborazione degli angeli e vivranno un'esperienza che migliorerà la loro fede e impareranno a contare su Dio. — Gospel Workers, 200 (1915).SC 61.3

    II pastore che lavora dove esistono già dei fedeli, dovrebbe cercare per prima cosa non tanto di convertire i non credenti, quanto di formare i membri presenti a prestare un'utile collaborazione. Egli si impegni per loro individualmente, sforzandosi di far nascere in essi il desiderio di ricercare un'esperienza più profonda e di mettersi al servizio degli altri. Quando saranno pronti a sostenere il pastore con le preghiere e l'azione, l'impegno di quest'ultimo sarà premiato con ottimi risultati. — Gospel Workers, 196 (1915).SC 61.4

    Per certi aspetti, il pastore occupa una posizione simile a quella del direttore di una squadra di operai o del capitano di un equipaggio navale. Ci si attende da questi uomini che veglino sui loro subordinati, perché svolgano correttamente e con rapidità il compito loro assegnato, ed eventualmente intervengano nel dettaglio solo in casi urgenti. Il proprietario di un grande mulino scoprì una volta il suo sovrintendente intento a fare semplici riparazioni su una macina mentre una mezza dozzina di lavoratori lo stavano guardando, senza fare niente. Il proprietario, dopo essere stato messo al corrente dei fatti per essere certo di non commettere alcuna ingiustizia, chiamò il sovrintendente nel suo ufficio, gli consegnò la lettera di licenziamento e gli pagò il salario mensile per intero. L'altro, sorpreso, chiese una spiegazione che gli fu resa in questi termini: “Ti ho impiegato per fare lavorare sei persone. Li ho trovati a oziare mentre tu facevi il la voro che uno solo di loro avrebbe potuto fare. Non mi posso permettere di stipendiare sette persone perché tu insegni a sei di loro come starsene inattivi”. Il fatto è applicabile ad alcune circostanze e ad altre no. Ma molti pastori vengono meno al loro dovere e non sanno, o non provano, come coinvolgere attivamente tutti i membri di chiesa nei vari dipartimenti della nostra opera. Se i pastori dedicassero maggior cura a far lavorare e tenere impegnato il gregge, otterrebbero risultati migliori, avrebbero più tempo da dedicare alle visite e agli studi biblici ed eviterebbero anche molti motivi di frizione. — Gospel Workers, 197, 198 (1915).SC 61.5

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