Preghiera e fede
Spesso ho visto che i figli di Dio trascurano la preghiera, soprattutto quella personale; molti non esercitano la fede come sarebbe loro privilegio e dovere, aspettando solo di provare quelle sensazioni che la fede può dare. Ma la sensazione non è fede, le due realtà sono distinte. È nostro dovere esercitare la fede e sarà Dio a farci percepire quelle sensazioni che scaturiscono dalla gioia e dalle sue benedizioni. La grazia di Dio viene comunicata attraverso una fede vivente, quella fede che sta a noi esercitare.PSCR 81.1
La vera fede trae vantaggio dalle benedizioni promesse prima ancora che siano comprese e sentite. Dobbiamo far passare le nostre richieste, tramite la fede, oltre la seconda cortina e reclamare le promesse divine. Dobbiamo credere che riceveremo queste benedizioni, perché attraverso la fede ce ne appropriamo e secondo la Parola ci appartengono. “Le cose che desideri pregando, credi di averle già ricevute, e le riceverai”. Marco 11:24.PSCR 81.2
Ecco la fede, la fede pura: credere di ricevere le benedizioni prima ancora di sperimentarle. Quando la benedizione promessa si realizza, quando ne godiamo, la fede ha svolto il suo ruolo. Tanti pensano di avere molta fede quando beneficiano abbondantemente dell'influsso dello Spirito Santo e ritengono addirittura di non poter avere fede se non percepiscono la potenza dello Spirito. Si tratta di confondere la fede con le benedizioni che ne conseguono. Il momento migliore per esercitare la fede è quando ci sentiamo privi dello Spirito.PSCR 81.3
Quando fitte nubi sembrano circondarci è proprio il momento di rischiarare l'oscurità e dissipare le nuvole grazie a una fede vivente. La vera fede si collega alle promesse contenute nella Parola di Dio, e solo chi ubbidisce a quella Parola può richiederne le gloriose promesse. “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto”. Giovanni 15:7.PSCR 81.4
“E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che gli sono gradite”. Giovanni 3:22.PSCR 81.5
Dovremmo dedicare molto tempo alla preghiera personale. Cristo è la vite, noi siamo i tralci. Se vogliamo crescere e fiorire dobbiamo costantemente attingere la linfa e il nutrimento dalla vite vivente, perché separati dalla vite non abbiamo nessuna forza.PSCR 81.6
Chiesi all'angelo perché non ci fosse più fede e potenza in Israele. Egli mi rispose: “Avete lasciato troppo presto il braccio del Signore. Portate le vostre richieste al trono e attendete con fede. Le promesse sono sicure. Credete di ricevere le cose che chiedete e le otterrete”. Poi mi fu indicato l'esempio di Elia. Il profeta era soggetto alle nostre stesse passioni ma non smise di pregare. La sua fede resistette al di là delle difficoltà. Sette volte pregò il Signore e alla fine vide la nuvola.PSCR 82.1
Capii che avevamo dubitato delle promesse sicure e afflitto il Salvatore con la nostra mancanza di fede.PSCR 82.2
L'angelo disse: “Indossa l'armatura e soprattutto prendi lo scudo della fede, perché esso ti proteggerà il cuore e la vita stessa dalle frecce infuocate del male”. Se il nemico può riuscire a distogliere da Gesù gli sguardi degli scoraggiati e focalizzarli verso loro stessi e la propria indegnità, invece di contemplare i meriti del Salvatore, il suo amore e la sua grande misericordia, si impadronirà dello scudo della fede e raggiungerà i suoi obiettivi ed essi saranno esposti a forti tentazioni. I più deboli devono quindi rivolgersi a Gesù e credere in lui, così potranno esercitare la loro fede.PSCR 82.3