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Consigli su cibi e alimentazione

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    Appendice 1

    L'esperienza personale di ellen g. white nell'insegnamento della riforma sanitaria

    [Nel leggere le dichiarazioni di Ellen G. White riguardo alle sue abitudini alimentari, i lettori attenti scopriranno i seguenti princìpi:
    Primo: “La riforma sanitaria deve essere realizzata in modo graduale e progressivo”. — The Ministry of Healing, 320.
    CCA 336.1

    La luce non è stata ricevuta in un'unica volta. Venne concessa progressivamente, nella misura in cui la gente era più preparata a comprenderla e ad applicarla, anche in armonia con le pratiche e le abitudini alimentari del tempo.
    Secondo: “In merito alla dieta alimentare non fissiamo nessuna linea precisa a cui attenersi”. Testimonies for the Church 9:159 (1909). Sono stati rivolti molti avvertimenti contro alcuni cibi dannosi. Ma nel complesso, sono stati presentati i princìpi generali, e l'applicazione particolareggiata di questi ampi princìpi talvolta deve essere determinata da sperimentazioni e dalle migliori conclusioni scientifiche disponibili.
    Terzo: “Non presento me stessa come criterio di condotta per altri” — Lettera 45, 1903.
    CCA 336.2

    Avendo adottato, grazie a una saggia sperimentazione, alcune regole personali, la White a volte descrive il regime alimentare praticato nella sua famiglia, ma non come un modello che deve essere rigidamente seguito da altri. I compilatori]CCA 336.3

    La prima visione circa la riforma

    1. Fu il 6 giugno 1863, in casa del fratello A. Hilliard, a Otsego nel Michigan, che il grande soggetto della riforma sanitaria mi venne presentato in visione. — The Review and Herald, 8 ottobre 1867.CCA 336.4

    Rivelata come un'opera progressiva

    2. Secondo la luce accordatami in quel tempo (anno 1863), mi fu mostrato che l'intemperanza avrebbe prevalso nel mondo in proporzioni allarmanti, e che ogni figlio di Dio doveva prendere una nobile decisione per la riforma di costumi e abitudini... Il Signore mi pre sentò un piano generale. Mi fu mostrato che Dio intendeva dare al popolo che osservava i suoi comandamenti una riforma alimentare e che, se esso vi si fosse attenuto, le sue malattie e le sue sofferenze sarebbero diminuite. E mi si mostrò che quest'opera sarebbe progredita. — General Conference Bulletin, 12 aprile 1901; Counsels on Health, 531, 1890. CCA 336.5

    [Progredire con fermezza verso l'alimentazione ideale § 651] CCA 337.1

    [Essere cauti nel progredire troppo velocemente § 803]CCA 337.2

    Un accettazione personale del messaggio

    3. Ho accettato il messaggio della riforma sanitaria così come mi è stato dato ed è stata una grande benedizione per me. Nonostante i miei settantasei anni, ho una salute migliore oggi di quanta non ne avessi in gioventù. Ringrazio Dio per i princìpi della riforma sanitaria. — Manoscritto 50, 1904.CCA 337.3

    Dopo la prova di un anno, gli effetti benefici ricevuti

    Per anni ho creduto che le mie forze dipendessero dall'assunzione di carne. Fino a pochi mesi fa facevo tre pasti al giorno ed era molto difficile per me passare da un pasto all'altro senza soffrire di languore allo stomaco e di capogiri. Mangiando, queste sensazioni sparivano. Raramente mi concedevo di prendere qualcosa fra i pasti principali, e spesso ero solita andare a letto senza cena. Ma ho sofferto molto per la mancanza di cibo tra la colazione e il pranzo, e spesso sono svenuta. Mangiando carne mi riprendevo momentaneamente da questi malesseri. Perciò avevo la convinzione che nel mio caso la carne fosse indispensabile.CCA 337.4

    Ma dal giugno 1863, quando il Signore mi illuminò sul consumo di carne in relazione con la salute, ho smesso ogni alimento carneo. Per un certo tempo è stato piuttosto difficile abituarmi al pane, che non ho mai amato particolarmente; ma, perseverando, ci sono riuscita. Ho vissuto quasi un anno senza consumare carne. Per circa sei mesi sulla nostra tavola c'erano soltanto panini non lievitati, fatti con farina di grano integrale, acqua e pochissimo sale. Ci nutrivamo di frutta e verdura in abbondanza. Ho vissuto per otto mesi con soli due pasti al giorno. Ho impiegato la maggior parte del mio tempo, per oltre un anno, a scrivere e negli ultimi otto mesi non ho fatto che questo. Il mio cervello è stato sottoposto a un impegno pesante e non ho fatto che pochissimo esercizio fisico, eppure non sono mai stata così bene come in questo periodo. Non ho più sofferto di mancamenti e vertigini. Ogni primavera abitualmente soffrivo per mancanza di appetito, ma nell'ultima primavera non ho affatto provato questo disturbo.CCA 337.5

    Il nostro cibo è semplice, assunto due volte al giorno, e consumato con gusto. Sulla nostra tavola non ci sono né carne né dolci, e neanche cibi troppo elaborati. Non usiamo lardo ma latte, panna e un po' di burro. Il cibo è preparato con pochissimo sale e privo di ogni genere di spezie. Facciamo colazione alle sette e pranziamo alle tredici, ed è raro che io avverta una sensazione di languore. Riesco a soddisfare il mio appetito e mangio con una gioia mai provata prima. — Spiritual Gifts 4:153, 154 (1864).CCA 337.6

    [Un po' di sale è essenziale per il sangue §§ 571, 572]CCA 338.1

    Una battaglia per conquistare la vittoria

    5. Dal giorno che ho adottato la riforma sanitaria non ho apportato neppure il più lieve cambiamento al mio modo di vivere. E non ho fatto alcun passo indietro da quando, per la prima volta, la luce divina su questo soggetto ha illuminato il mio cammino. Ho abbandonato immediatamente l'uso della carne e del burro, l'abitudine al terzo pasto, e questo mentre ero impegnata in un faticoso lavoro mentale, scrivendo dal mattino fino alla sera. Ho ridotto i miei pasti quotidiani a due soltanto, senza modificare le mie attività.CCA 338.2

    Ho sofferto molto a causa di vari problemi di salute, avendo dovuto affrontare cinque attacchi di paralisi. Sono stata per mesi con il braccio sinistro legato al fianco per una grave sofferenza cardiaca. Quando ho apportato questi cambiamenti al mio regime alimentare, mi sono impegnata a non cedere all'appetito per impedire che mi dominasse. L'appetito m'impedirà forse di farmi ottenere una maggiore forza con cui glorificare il mio Signore? Mi ostacolerà il cammino anche soltanto per un attimo? Mai!CCA 338.3

    Ho sofferto intensamente la fame perché ero stata una grande consumatrice di carne. E quando mi sembrava di svenire, incrociavo le braccia sullo stomaco e dicevo: “Non prenderò neppure un boccone di cibo. Mangerò cibo semplice o non mangerò affatto”. Provavo una sensazione di disgusto per il pane, tanto che riuscivo a mangiarne soltanto dei pezzetti grandi come una moneta. Mi ero trovata subito a mio agio con certi alimenti proposti dalla riforma sanitaria, ma quando si trattava del pane, sentivo dentro di me una profonda avversione. Nel fare questi cambiamenti, mi sembrava di essere impegnata in una vera e propria battaglia. Per i primi due o tre pasti mi rifiutai addirittura di mangiare. Dicevo al mio stomaco: “Aspetterai finché non sarai in grado di accettare il pane”. Però presto riuscii a mangiare del pane, e anche quello integrale. E questo alimento che prima non gradivo, ora lo trovo gustoso, e non ho avuto nessun calo di appetito.CCA 338.4

    Coerenza con i princìpi

    Mentre scrivevo il terzo e il quarto volume di Spiritual Gifts, (1863, 1864), mi sentii spossata a causa dell'eccessiva fatica. Capii allora che dovevo cambiare il mio modo di vivere, e dopo essermi riposata alcuni giorni, mi sentii di nuovo bene. Agendo per profonda convinzione mi schierai per la riforma sanitaria. E da quel momento, fratelli, non mi avete mai sentito esporre un punto di vista estremista sulla riforma, tanto da essere costretta a ritrattarlo. Non ho proposto nulla che io non segua ancora oggi. Vi raccomando un regime sano e nutriente.CCA 338.5

    Non considero che sia stata una grande privazione aver smesso di consumare tutti quei cibi che rendono l'alito pesante e lasciano un cattivo sapore in bocca. È forse un atto di abnegazione rinunciare a queste cose e mettersi nella condizione in cui tutto sembra dolce come il miele? Non si sente più nessun sapore sgradevole in bocca e non si prova nessuna sensazione di languore allo stomaco? Inoltre, tutto questo mi permetteva di avere molto più tempo. Prima mi succedeva diverse volte di svenire con mio figlio tra le braccia; ora non mi accade più. Posso forse chiamare tutto questo una privazione, quando invece posso stare in piedi davanti a voi, come faccio oggi? Non c'è una donna su cento che potrebbe sopportare il carico di lavoro che svolgo attualmente. Sono giunta a queste convinzioni sollecitata dai princìpi e non spinta dall'impulso, perché ho creduto che il Signore avrebbe approvato la condotta che stavo seguendo per arrivare alle migliori condizioni di salute possibili, affinché potessi glorificare Dio con il mio corpo e il mio spirito, che appartengono a lui. — Testimonies for the Church 2:371, 372 (1870).CCA 339.1

    Una vera lotta per vincere l'abitudine di usare aceto

    6. Ho appena letto la vostra lettera. Manifestate un profondo desiderio di lavorare con impegno in vista della vostra salvezza. Vi incoraggio a farlo e vi consiglio di rinunciare a tutto quello che potrebbe intralciare il vostro cammino nella ricerca del regno divino e della sua giustizia. Eliminate ogni forma di indulgenza che potrebbe ostacolare il vostro percorso verso la vittoria e chiedete a coloro che comprendono quanto avete bisogno di aiuto di pregare per voi.CCA 339.2

    Vi fu un tempo in cui ero in una situazione per certi versi simile alla vostra. Ero solita cedere al desiderio di usare l'aceto. Ma mi impegnai a vincere, con l'aiuto di Dio, questa mia passione. Cercai di contrastare la tentazione, decisa a non lasciarmi sopraffare da quest'abitudine. Per settimane stetti molto male; però continuai a ripetere: “Il Signore sa bene quel che mi sta accadendo; se devo morire, morirò; ma non cederò a questo desiderio”. La battaglia continuò, e stetti male per diverse settimane. Tutti pensavano che sarei morta. Potete immaginare con quanto fervore pregammo il Signore: le più ardenti preghiere furono innalzate per la mia guarigione. Così continuai a resistere alla voglia di usare l'aceto e finalmente vinsi. Ora non provo più nessun desiderio di assaggiare qualcosa del genere. In molti sensi questa esperienza mi è stata molto utile. Ho ottenuto una completa vittoria.CCA 339.3

    Vi riferisco questo episodio per incoraggiarvi. Credo, sorella mia, che lei supererà questa prova, testimoniando così che Dio soccorre i suoi figli ogni volta che ne hanno bisogno. Se è decisa a vincere la sua abitudine, e vorrà lottare con perseveranza, vivrà un'esperienza importante. Se si impegnerà a dominare questa tendenza, Dio le assicurerà l'aiuto di cui hai bisogno. Faccia questa prova, sorella mia. Quanto più si manifesterà indulgente, tanto più Satana avrà il predominio sulla sua volontà, inducendola a ubbidirgli. Ma se si impegnerà a vincere, il Signore la guarirà e le darà la forza sufficiente per resistere a ogni tentazione. Ricordi sempre che Cristo è il suo Salvatore e il suo aiuto. — Lettera 70, 1911.CCA 339.4

    Alimentazione frugale ma adeguata alle necessità

    7. Mangio quanto basta a soddisfare le necessità del mio organismo; ma quando mi alzo da tavola, il mio appetito è ancora uguale a quando mi ero seduta. E quando arriva l'ora del secondo pasto, sono pronta a ricevere la mia porzione, ma non di più. Se dovessi mangiare il doppio perché mi sembra giusto, come potrei inginocchiarmi e chiedere a Dio di aiutarmi nel mio lavoro di scrittrice, quando quasi non riesco a connettere a causa della mia ghiottoneria? Potrei mai chiedere a Dio di farsi carico del peso irrazionale che ho messo sul mio stomaco? Questo equivarrebbe a disonorarlo. Sarebbe come chiedergli di compiacermi nella mia golosità. Allora mangio la quantità di cibo che ritengo giusta, per poter chiedere a Dio di darmi la forza necessaria per compiere il lavoro che mi ha affidato. E so che, quando l'ho chiesto, il Signore mi ha ascoltato e ha risposto alla mia preghiera. — Testimonies for the Church 2:373, 374 (1870).CCA 340.1

    Una tavola ben fornita

    8. In tutte le occasioni la mia tavola è sempre ben fornita. Non faccio nessun cambiamento in presenza di ospiti, che siano credenti o meno. Cerco di non trovarmi mai in difficoltà nell'invitare alla mia tavola da una a sei persone arrivate improvvisamente. Ho pronto abbastanza cibo semplice e salutare per soddisfare la fame e supplire alle necessità dell'organismo. Se qualcuno vuole qualcosa in più, è libero di cercarlo da qualche altra parte. Né burro né cibi carnei di nessun tipo vengono serviti sulla mia tavola, e raramente vi è un dolce. In generale sono ampiamente provvista di frutta, buon pane e verdura. La nostra tavola è sempre ben fornita, e tutti coloro che condividono i pasti con noi si trovano bene e ne traggono vantaggio. Non hanno gusti da epicurei, e mangiano con piacere ciò che la generosità del nostro Creatore ha dispensato in abbondanza. — Testimonies for the Church 2:487 (1870). CCA 340.2

    [Gli alimenti sono stati in precedenza zuccherati per quanto necessario; non c'è zucchero in tavola § 532]CCA 340.3

    In treno

    9. Mentre genitori e figli stavano mangiando i loro alimenti raffinati, io dividevo con mio marito, alle tredici, ora abituale per noi, il nostro semplice pasto, costituito da pane integrale, senza burro, e da frutta in abbondanza. Lo consumavamo con vera gioia, e con i cuori riconoscenti per non essere costretti a portarci dietro un'intera drogheria per soddisfare appetiti capricciosi. Mangiammo con gusto e non provammo nessuna sensazione di fame fino al mattino successivo. Il venditore di arance, noci, popcorn e cioccolatini ci considerò dei clienti poco interessanti. — The Health Reformer, dicembre 1870.CCA 341.1

    [Nel 1873, un po' di latte e zucchero § 532]CCA 341.2

    Difficoltà incontrate e relativi compromessi

    10. Più di trent'anni fa provavo spesso una grande debolezza. Molte preghiere furono innalzate in mio favore. Si pensava che il cibo carneo potesse darmi vitalità e questo, quindi, era il principale alimento presentato sulla mia tavola. Ma invece di acquistare forza, diventavo sempre più debole. A causa del grave esaurimento spesso svenivo. Ma allora ricevetti un messaggio; mi fu mostrato il danno che uomini e donne stavano causando alle loro facoltà fisiche e morali per il fatto di mangiare carne. Vidi che l'intero organismo umano era indebolito da questa pratica alimentare, che rafforza le inclinazioni istintuali e il desiderio di bevande alcoliche.CCA 341.3

    Allora eliminai subito la carne dal mio regime. In seguito, a volte, sono stata costretta a mangiarne un po'. — Lettera 83, 1901. CCA 341.4

    [Obbligata, in certe occasioni, a mangiare un po' di carne per la mancanza di altro cibo § 699]CCA 341.5

    [Nota: Dal tempo della sua adolescenza, Ellen G. White ricevette l'incarico di scrivere e predicare, e quindi fu costretta ad affidare le responsabilità dei lavori quotidiani nella sua casa a domestiche e cuoche. Non sempre poté contare sui servizi di cuoche esperte nell'arte di cucinare in modo sano. Si presentarono quindi delle occasioni in cui fu costretta a trovare dei compromessi tra i princìpi ideali da un lato e la conoscenza, l'esperienza e le abitudini pratiche di una nuova cuoca. Tra l'altro, viaggiando spesso, doveva dipendere per il cibo da coloro che stava visitando. Anche se era in grado di adattarsi a una dieta frugale, a volte le sembrò necessario mangiare un po' di carne, che sapeva non essere il cibo migliore e che, se avesse potuto, non avrebbe mai scelto. I compilatori.]CCA 341.6

    Rammarico per la mancanza di una brava cuoca -1892

    11. Attualmente sto soffrendo molto per la mancanza di una brava cuoca, capace di preparare cibi che posso mangiare. I piatti sono preparati in un modo che non li rendono appetitosi, e che tendono a far perdere la voglia di mangiare. Pagherei un prezzo più alto per una cuoca che per qualsiasi altro collaboratore. — Lettera 19c, 1892.CCA 341.7

    Decisione definitiva per un regime alimentare senza carne

    12. Dal congresso di Brighton (gennaio 1894) ho eliminato completamente la carne dalla mia tavola. Ho la convinzione che, sia a casa sia fuori, nessun alimento del genere debba essere più usato nella mia famiglia o portato sulla mia tavola. Di notte, mi è stato più volte presentato questo argomento. — Lettera 76, 1895.CCA 342.1

    13. Noi disponiamo in abbondanza di buon latte, frutta e pane. Ho quindi purificato la mia tavola, eliminando ogni cibo carneo. È meglio per la salute fisica e mentale astenersi dal consumare carne. Quanto più possibile, dobbiamo tornare al piano originale di Dio. Da ora in poi la mia tavola sarà liberata da ogni carne di animali macellati e da tutti quei dolci che rubano tempo ed energie per essere preparati. Possiamo usare in abbondanza frutta, utilizzandola in diversi modi e non correndo il rischio di ammalarci, come accade quando si fa uso di carne di animali malati. Dobbiamo controllare il nostro appetito, consumando cibo semplice e salutare, avendone a disposizione quanto basta per soddisfare la fame di tutti. — Manoscritto 25, 1894.CCA 342.2

    Un anno dopo questo passo decisivo

    14. Noi siamo una grande famiglia, e ospitiamo molte persone, ma sulla nostra tavola non compaiono né burro né carne. Usiamo panna prodotta con il latte di mucche che alleviamo noi stessi e ci procuriamo il burro per gli usi di cucina da caseifici dove le mucche sono sane e dispongono di buon foraggio. — Lettera 76, 1895.CCA 342.3

    Due anni dopo il passo decisivo

    15. La mia famiglia è così numerosa che spesso raggiunge i sedici membri. In essa ci sono uomini che lavorano la terra e che tagliano alberi. Essi fanno il lavoro che richiede la maggiore energia fisica, ma neppure una minima porzione di carne è posta sulla nostra tavola. Dal congresso di Brighton abbiamo smesso di usare completamente la carne. In precedenza non era nelle mie intenzioni di servirne, ma c'erano sempre richieste insistenti in favore di qualcuno che non poteva mangiare questo o quello, il cui stomaco si sentiva meglio con la carne piuttosto che con qualsiasi altro cibo. Questo mi indusse allora a metterne a disposizione sulla mia tavola.CCA 342.4

    Tutti coloro che siedono alla mia tavola sono i benvenuti, ma io non servo loro nessun cibo a base di carne. Cereali, verdura e frutta fresca o in scatola costituiscono il menù delle vivande disponibili. Attualmente disponiamo di una grande quantità di arance e limoni, ed è l'unica frutta fresca che in questa stagione possiamo avere.CCA 342.5

    Ho scritto questo per darvi un'idea di come viviamo. Non ho mai avuto una salute migliore di quella di cui godo attualmente, e mai sono stata più impegnata a scrivere. Mi alzo alle tre del mattino e non dormo affatto durante il giorno. Spesso sono addirittura in piedi all'una di notte e, quando sono particolarmente preoccupata, mi alzo a mezzanotte per scrivere quello che ho in mente. Lodo il Signore con il cuore, lo spirito e la voce per la sua grande misericordia nei miei confronti. — Lettera 73a, 1896.CCA 343.1

    Uso moderato della frutta oleaginosa

    16. Non mangiamo né carne né burro e usiamo pochissimo latte per cucinare. In questa stagione non disponiamo di frutta fresca. Abbiamo una buona produzione di pomodori, ma la nostra famiglia apprezza molto la frutta oleaginosa preparata in vari modi, ma usandone solo la quinta parte della quantità prevista nelle ricette. — Lettera 73, 1899.CCA 343.2

    [I pomodori sono particolarmente buoni § 523]CCA 343.3

    Un'alimentazione adeguata

    17. Quando ero a Cooranbong (Australia), diverse persone che erano abituate a consumare molta carne entrarono a far parte del mio gruppo famigliare, e quando sedevano alla nostra tavola, vedendo che non veniva servito neppure un pezzetto di carne, dicevano: “Se ci offrite del cibo come questo, possiamo benissimo fare a meno della carne”. Penso che il cibo che usiamo soddisfi la nostra famiglia. Io dico ai miei: “Qualunque cosa facciate, non ricorrete a un regime misero e carente. Mettete cibo sufficiente sulla tavola in modo da nutrire adeguatamente l'organismo. Dovete farlo. Usate la vostra immaginazione e approfondite le vostre conoscenze per preparare i migliori piatti possibili, in modo da non avere un regime carente”. — Manoscritto 82, 1901.CCA 343.4

    Tè e caffè

    18. Per anni non ho speso un centesimo per comprare del tè. Conoscendo i suoi effetti, non oserei più consumarne, tranne nel caso in cui dovessi seriamente essere afflitta da vomito, utilizzandolo quindi come medicina ma non come bevanda...CCA 343.5

    Non consumo affatto del tè, tranne quello tratto dai fiori rossi del trifoglio pratense [tisana benefica per chi soffre di catarro o dispepsia, ndr] e se anche amassi il vino, il tè e il caffè, non utilizzerei queste droghe che minano la salute perché apprezzo la salute e anche l'esempio positivo che si può dare astenendosi da tutte queste cose. Voglio rappresentare per gli altri un esempio di temperanza e scelte positive. — Lettera 12, 1888.CCA 343.6

    [Una dichiarazione sul regime fatta nel 1902]CCA 343.7

    Un cibo semplice

    19. La mia salute è buona e il mio appetito eccellente. Io ho capito che, quanto più semplice è il mio cibo e minore è la varietà degli alimenti che consumo, più mi sento forte. — Lettera 150, 1903.CCA 344.1

    Sempre fedeli al messaggio del 1903

    20. Nella nostra famiglia abbiamo l'abitudine di far colazione alle sei e trenta del mattino, mentre il pranzo lo consumiamo alle tredici, e non ceniamo. Potremmo cambiare un po' le ore dei pasti, se non fosse per il fatto che queste sono le più adatte per alcuni membri della famiglia. Io faccio solo due pasti al giorno e seguo ancora le indicazione che ho ricevuto trentacinque anni fa. Non uso carne e, per quanto mi riguarda, ho superato il problema del burro: non ne uso. Questo problema può essere facilmente risolto in tutti quei luoghi dove non è possibile averne della migliore qualità. Noi abbiamo due mucche da latte, una Jersey e una Holstein. Usiamo la panna del loro latte con soddisfazione di tutti. — Lettera 45, 1903.CCA 344.2

    21. Ho settantacinque anni; ma scrivo quanto non ho mai fatto prima. La mia digestione è buona e il cervello è limpido. Il nostro regime è semplice e salutare. Sulla nostra tavola non compaiono né burro, né carne, né formaggio, né troppe varietà di cibo. Per alcuni mesi un giovane non credente, e che aveva mangiato sempre carne, è stato a casa nostra. Non abbiamo apportato nessun cambiamento nel nostro modo di mangiare a causa sua; e mentre era con noi il suo peso aumentò di quasi dieci chilogrammi. Il cibo che consumava da noi era migliore di quello al quale era stato abituato da sempre. Tutti coloro che si siedono alla nostra tavola si dichiarano soddisfatti del cibo che viene loro offerto. — Lettera 62, 1903.CCA 344.3

    Alla famiglia non sono imposte regole rigide

    22. Io consumo cibo semplice, preparato nel modo più semplice. Per alcuni mesi ho mangiato essenzialmente vermicelli (tipo di pasta alimentare, ndr) e pomodoro in scatola, cotti insieme. Mangio questo e anche del pane tostato. Poi consumo un po' di frutta cotta di vario tipo e a volte un dolce al limone. Mi capita anche di utilizzare mais fresco arrostito, cotto con il latte e un po' di panna.CCA 344.4

    Ma gli altri membri della famiglia non mangiano le stesse cose che mangio io. Non mi pongo come un modello per gli altri. Lascio che ognuno segua le proprie idee secondo quello che ritiene più adatto per lui. Non vincolo nessuna coscienza alla mia. Una persona non può rappresentare un criterio per gli altri in fatto di alimentazione. È impossibile stabilire una regola valida per tutti. Vi sono alcuni membri della mia famiglia che amano molto i fagioli, mentre per me i fagioli sono un veleno. Non c'è mai burro sulla mia tavola, ma se i membri della mia famiglia decidono di andare a prenderne un po', sono liberi di farlo. La nostra tavola si apparecchia due volte al giorno; ma se qualcuno desidera mangiare qualcosa nel pomeriggio non c'è nessuna regola che glielo impedisca. Nessuno si lamenta o si alza da tavola insoddisfatto. Abbiamo sempre a disposizione una quantità di cibo salutare e gustoso. — Lettera 127, 1904.CCA 344.5

    Una decisione per coloro che contestano il modo di mangiare di Ellen G. White

    23. Alcuni hanno detto che non ho vissuto i princìpi della riforma sanitaria, quelli stessi che io ho difeso con la mia penna. Ma devo dire, per quanto possa andare indietro con la memoria, che non ho mai tradito questi princìpi. Quelli che hanno mangiato alla mia tavola sanno bene che io non ho mai servito loro carne...CCA 345.1

    Sono trascorsi molti anni da quando si servivano cibi carnei sul tavola della mia casa; e non usiamo mai tè o caffè. Occasionalmente ho preso del tè ricavato dai fiori rossi del trifoglio pratense come tisana calda, ma solo pochi miei familiari bevono un qualche liquido al momento dei pasti. A tavola abbiamo panna al posto del burro, anche quando ci sono ospiti a pranzo. Non ho più usato burro da molti anni. E davvero non abbiamo un'alimentazione carente. Abbiamo a disposizione una grande quantità di frutta secca e in scatola. Se la nostra raccolta di frutta è scarsa, ne compriamo al mercato. La sorella Gray mi manda dell'uva che non ha seme, che cotta diventa un alimento molto appetitoso. Coltiviamo more rosse e ne consumiamo i frutti in abbondanza. Le fragole non crescono bene in questa località, ma compriamo dai nostri vicini more, lamponi, mele e pere. Disponiamo anche di una notevole quantità di pomodori e coltiviamo una buona varietà di mais dolce, che essicchiamo per usarne nei mesi invernali. Nelle vicinanze c'è una fabbrica di prodotti alimentari dove possiamo rifornirci di preparati a base di grano. CCA 345.2

    [Uso di mais e piselli essiccati § 524]CCA 345.3

    Cerchiamo di usare il buon senso per comprendere quali siano le migliori combinazioni alimentari per noi. È nostro dovere agire con saggezza riguardo alle abitudini alimentari, per essere temperati e imparare a collegare la causa con l'effetto. Se faremo la nostra parte, allora il Signore farà la sua per salvaguardare le nostre facoltà mentali. Per più di quarant'anni ho preso solo due pasti al giorno. E se ho un lavoro davvero importante da fare, mi limito ancora di più nel mangiare. Lo considero un mio dovere non ingerire del cibo che ritengo possa crearmi dei disturbi. La mia mente deve essere consacrata a Dio, e devo stare molto attenta nei confronti di quelle abitudini che possono indebolire le mie energie mentali. Io sono entrata nell'ottantunesimo anno d'età e posso assicurare che, come famiglia, non rimpiangiamo le pentole di carne d'Egitto. Ho sperimentato i benefici del vivere seguendo i princìpi della riforma sanitaria. Essere un riformatore della salute lo considero un privilegio e un dovere.CCA 345.4

    Mi dispiace dover rilevare che molti dei membri di chiesa non seguono rigorosamente le indicazioni della riforma sanitaria. Coloro che abitualmente trasgrediscono i princìpi della salute e non tengono conto delle indicazioni che Dio ha dato loro, ne subiranno sicuramente le conseguenze.CCA 346.1

    Vi scrivo questi particolari affinché sappiate come rispondere a chiunque ha qualcosa da dire sul mio modo di mangiare.CCA 346.2

    Io credo che una delle ragioni che mi hanno permesso di fare così tanto lavoro, sia nel parlare sia nello scrivere, è proprio l'essere strettamente temperante nel mangiare. Se mi si mettono davanti tante varietà di cibo, cerco di scegliere solo quelle che mi fanno bene, altrimenti non potrei conservare lucida la mia mente. Rifiuto di introdurre nello stomaco, sapendolo per esperienza, qualcosa che possa generare fermentazione. E questo è un dovere di tutti i riformatori della salute. Dobbiamo mettere in relazione la causa con l'effetto. È nostro dovere essere temperati in ogni cosa. — Lettera 50, 1908.CCA 346.3

    Princìpi generali della riforma

    24. Ho ricevuto una grande luce da parte del Signore sul soggetto della riforma sanitaria. Non ho cercato questa luce; non ho studiato per ottenerla; mi è stata donata dal Signore perché ne facessi dono agli altri. Io presento queste cose al pubblico, insistendo sui princìpi generali e, talvolta, se le persone che mi hanno invitato alla loro tavola mi rivolgono delle domande, rispondo secondo verità. Ma non mi sono mai opposta radicalmente a qualcuno per gli alimenti presenti sulla sua tavola, perché non lo ritengo né cortese né appropriato. — Manoscritto 29, 1897.CCA 346.4

    Tolleranza nei confronti degli altri

    25. Io non pretendo affatto di rappresentare un modello per altri. Ci sono cose che non posso mangiare senza provare poi una grave sofferenza. Cerco di capire che cosa sia meglio per me e, senza dire nulla a nessuno, consumo le cose che posso mangiare e che spesso consistono semplicemente in due o tre alimenti che non mi creano disturbi di stomaco. — Lettera 45, 1903.CCA 346.5

    26. Vi è una grande differenza tra costituzioni e temperamenti diversi, e le necessità dell'organismo variano molto da individuo a individuo. Un alimento che per qualcuno è un cibo, può rappresentare un veleno per altri; e quindi non si possono dettare delle regole precise, valide per ogni caso. Io non posso mangiare i fagioli, perché per me sono tossici; ma dire che per questo nessuno deve mangiarne, sarebbe semplicemente ridicolo. Io non posso prendere neppure un cucchiaio di salsa fatta con il latte e non posso mangiare del pane tostato insieme con il latte senza soffrirne le conseguenze; ma altri membri della mia famiglia ne possono mangiare senza problemi; perciò io mangio ciò che più si adatta al mio stomaco, ed essi fanno altrettanto. Tra di noi non ci sono contestazioni o discussioni; tutto procede in armonia nella mia grande famiglia, perché io non mi sogno di imporre a nessuno che cosa deve o non deve mangiare. — Lettera 19a, 1891.CCA 346.6

    Sono stata una fedele riformatrice

    27. Quando il messaggio della riforma sanitaria mi venne presentato per la prima volta, ero debole e soggetta a frequenti svenimenti. Supplicavo Dio di aiutarmi, ed egli mi presentò l'importante soggetto della riforma. Mi mostrò che coloro che vogliono osservare i suoi comandamenti devono porsi in una sacra relazione con lui, e che, mangiando e bevendo temperatamente, mantengono mente e corpo nelle condizioni migliori. Questo messaggio ha rappresentato una grande benedizione per me. Presi quindi la decisione di essere una riformatrice della salute, sapendo che il Signore mi avrebbe fortificato. Io ho una migliore salute oggi, nonostante la mia età, di quanta ne avessi nella giovinezza.CCA 347.1

    Qualcuno ha sparso la voce che non avrei seguito i princìpi della riforma che invece ho difeso con la penna; ma posso affermare che sono stata una fedele riformatrice della salute. Coloro che hanno fatto parte del mio nucleo familiare sanno che dico la verità. — Testimonies for the Church 9:158, 159 (1909).CCA 347.2

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