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Gesù di Nazaret

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    Capitolo 16: Nel suo tempio

    “Dopo questo, scese a Capernaum egli con sua madre, con i suoi fratelli e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giorni. La Pasqua dei giudei era vicina e Gesù salì a Gerusalemme”. Giovanni 2:12, 13.GDN 106.1

    Per compiere questo viaggio, Gesù si unì a una delle affollate carovane che si recavano verso la capitale. Non avendo fatto conoscere pubblicamente la sua missione, poté mescolarsi inosservato tra la folla. In questo viaggio si parlò spesso della venuta del Messia, su cui la predicazione di Giovanni aveva attratto l'attenzione. Ci si soffermava sulle speranze di grandezza nazionale e gli animi si entusiasmavano. Gesù sapeva che queste speranze sarebbero state deluse, perché fondate su un'interpretazione errata delle Scritture. Si impegnava quindi a spiegare le profezie e indurre i suoi uditori a uno studio più attento della Parola di Dio.GDN 106.2

    I capi esortavano gli israeliti a recarsi a Gerusalemme per essere istruiti su come adorare Dio. Durante la settimana di Pasqua, nella capitale, erano in molti ad accorrere da ogni parte della Palestina e anche dai paesi più lontani. Una folla eterogenea occupava i cortili del tempio. Siccome la maggior parte delle persone non poteva portarsi dietro gli animali che dovevano essere immolati, per loro comodità si effettuava una vendita di animali nel cortile esterno del tempio. Qui tutti i fedeli, senza distinzione di classe, andavano a procurarsi le vittime e a cambiare ogni moneta straniera con quella del santuario.GDN 106.3

    Ciascun israelita doveva pagare ogni anno mezzo siclo per riscattare la sua persona. Cfr. Esodo 30:12-16. Il denaro così raccolto serviva per la manutenzione del tempio. Oltre a ciò, offerte volontarie di entità cospicua venivano portate nel tesoro del tempio. Ogni moneta straniera doveva essere cambiata con il siclo del santuario, unica moneta accettata nel servizio del tempio. Questo cambio, che offriva occasioni di inganni ed estorsioni, era per i sacerdoti una vergognosa fonte di guadagno.GDN 106.4

    I commercianti vendevano gli animali a prezzi esorbitanti e dividevano poi i loro guadagni con i sacerdoti e gli anziani che si arricchivano a spese del popolo. Si insegnava ai fedeli che, se non offrivano sacrifici, la benedizione divina non sarebbe scesa sui loro figli e sulle loro terre. Si alzavano i prezzi delle vittime, con la certezza che i fedeli, giunti da tanto lontano, non sarebbero tornati alle loro case senza aver compiuto gli atti di culto prescritti.GDN 106.5

    In occasione della Pasqua il numero dei sacrifici offerti era notevole e le vendite nel tempio aumentavano. La confusione faceva pensare a un mercato di bestiame più che al santo tempio di Dio. Si udivano il muggito dei buoi, il belare delle pecore, il tubare dei piccioni, mescolati con il tintinnio delle monete e le contrattazioni. La confusione disturbava i fedeli e sommergeva le preghiere. Gli israeliti erano orgogliosi del loro tempio e consideravano una bestemmia ogni parola pronunciata contro di esso. Erano scrupolosi nella celebrazione dei riti, ma per amore del denaro passavano sopra a questi scrupoli. Non si rendevano conto di quanto si fossero allontanati dall'obiettivo per cui Dio stesso aveva stabilito quel servizio.GDN 107.1

    Quando il Signore discese sul monte Sinai, consacrò con la sua presenza quel luogo. Mosè ricevette l'ordine di isolare il monte con delle barriere e di santificarlo. “Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano dovrà toccare il colpevole: questo sarà lapidato o trafitto con frecce; animale o uomo che sia, non dovrà vivere!” Esodo 19:12, 13. Dio insegnava che qualunque luogo dove si manifestava la sua presenza era santificato. I luoghi adiacenti al santuario avrebbero dovuto esser considerati sacri, ma l'amore del denaro aveva fatto perdere di vista tutto questo.GDN 107.2

    I sacerdoti e gli anziani, rappresentanti di Dio presso il popolo, avrebbero dovuto reprimere gli abusi commessi nel cortile del tempio e offrire al popolo esempi di onestà e misericordia. Anziché ricercare guadagni personali avrebbero dovuto pensare alle condizioni e ai bisogni dei fedeli e venire in aiuto di chi non aveva i mezzi per procurarsi gli animali richiesti per i sacrifici. Ma trascurarono il proprio dovere perché l'avidità aveva indurito il loro cuore.GDN 107.3

    Venivano alla festa anche i malati, i poveri, i ciechi, gli zoppi, i sordi. Alcuni erano portati sui loro giacigli. Molti erano troppo poveri per poter offrire al Signore anche l'offerta più modesta e perfino per procurarsi il cibo con cui placare la fame. Erano molto turbati per gli insegnamenti dei sacerdoti che si vantavano della loro generosità e si proclamavano custodi del popolo, ma erano privi di simpatia e compassione. I poveri, i malati, i morenti si rivolgevano a loro inutilmente. In quei cuori induriti non si risvegliava nessun sentimento di pietà.GDN 107.4

    Entrato nel tempio, Gesù colse con un solo sguardo tutta la scena. Vide la disonestà; vide l'angoscia dei poveri che temevano, non potendo portare dei sacrifici, di non avere il perdono dei peccati. Vide che il cortile esterno del tempio era stato trasformato in un luogo di traffici profani: sembrava un grande mercato.GDN 108.1

    Sentì che doveva fare qualcosa. Era stato ordinato al popolo di seguire tante cerimonie senza che gli fosse data un'adeguata istruzione per comprenderne il significato. I fedeli non capivano che i loro sacrifici erano i simboli del sacrificio unico e perfetto. In mezzo a loro, né riconosciuto né onorato, stava colui a cui tutti quei sacrifici si riferivano, colui che li aveva previsti. Egli ne conosceva il valore simbolico e si rendeva conto che erano stati travisati e venivano interpretati falsamente. L'adorazione spirituale stava scomparendo e nessun legame univa più Dio, sacerdoti e classe dirigente. Cristo era venuto per stabilire un tipo di adorazione completamente diverso.GDN 108.2

    Appena entrò nel tempio colse con uno sguardo penetrante la scena che gli si presentava. Con occhio profetico vide il futuro, e non solo anni, ma secoli e millenni. Vide che sacerdoti e capi si sarebbero rifiutati di far giustizia ai miseri e avrebbero impedito la predicazione del Vangelo ai poveri. Vide che l'amore di Dio sarebbe stato nascosto ai peccatori e la sua grazia sarebbe stata oggetto di un vero commercio. Guardando quella scena si indignò e sul suo viso si leggevano forza e autorità. L'attenzione del popolo si volse verso di lui. Gli occhi dei trafficanti si fissarono sul suo volto. Non riuscivano a sfuggire al suo sguardo. Sentivano che quell'uomo leggeva i loro pensieri più intimi e svelava i loro segreti moventi. Cercarono di voltarsi, temendo che quegli occhi scrutatori potessero leggere nei loro le cattive azioni compiute. Immaginiamo la scena.GDN 108.3

    Il frastuono cessa. S'interrompe il brusio dei traffici e delle contrattazioni e il silenzio si fa opprimente. L'assemblea è dominata da un senso di timore, come se si trovasse davanti al tribunale di Dio. La divinità rifulge in Cristo attraverso il velo dell'umanità. La Maestà del cielo si erge come nell'ultimo giorno, non rivestita della stessa gloria, ma capace di leggere nell'animo. Il suo sguardo spazia sulla folla e si sofferma su ognuno. Il suo volto risplende di luce divina. Egli parla, e la sua voce chiara e potente — la stessa che ha proclamato la legge dal Sinai e che ora i sacerdoti e gli anziani non vogliono ascoltare — echeggia sotto i porticati del tempio: “Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato”. Giovanni 2:16.GDN 108.4

    Scendendo lentamente i gradini, con in mano una sferza di cordicelle, ordina ai mercanti di lasciare i cortili del tempio. Con uno zelo e una severità che non aveva ancora manifestati, rovescia le tavole dei cambiavalute. Le monete, cadendo sui pavimenti di marmo, mandano un suono squillante. Nessuno osa porre in dubbio la sua autorità, né raccoglie il denaro guadagnato illecitamente. Gesù non colpisce nessuno, ma quella semplice sferza sembra fra le sue mani come una spada fiammeggiante. Gli addetti al tempio, i sacerdoti affaristi, i compratori e i mercanti di bestiame, insieme con i loro buoi e le loro pecore, si precipitano fuori, preoccupati unicamente di sfuggire alla condanna della sua presenza.GDN 108.5

    La folla, sentendo passare su di sé l'ombra della sua divinità, è presa dal panico. Da centinaia di labbra pallide sfuggono grida di terrore. Perfino i discepoli tremano, impressionati dalle parole e dall'atteggiamento di Gesù, così insoliti. Si ricordano di ciò che è stato scritto: “Mi divora lo zelo per la tua casa”. Salmi 69:9. Presto la folla tumultuosa, con la sua mercanzia, si trova lontana dal tempio del Signore. I cortili sono liberi dal traffico profano. Un silenzio profondo e solenne subentra alla confusione. La presenza del Signore, che una volta aveva santificato la montagna, ora ha santificato il tempio eretto in suo onore. Con la purificazione del tempio, Gesù proclamava la sua missione di Salvatore e inaugurava il suo ministero. Questo tempio, costruito come casa per il Dio vivente, doveva essere per Israele e per il mondo una parabola.GDN 109.1

    Il piano eterno di Dio era che ogni creatura, dal serafino risplendente e santo fino all'uomo, fosse un tempio dove potesse dimorare il Creatore. Ma a causa del peccato l'umanità non è stata più il tempio di Dio; offuscato e contaminato dal male, il cuore dell'uomo non rivela più la sua gloria. Ma il piano di Dio si adempie con l'incarnazione del suo Figlio. Dio abita in mezzo agli uomini tramite la sua grazia salvifica, e il cuore dell'uomo diventa nuovamente il suo tempio. Dio voleva che il santuario di Gerusalemme fosse una testimonianza perenne del grande destino di ogni uomo. Ma gli ebrei non avevano compreso il significato dell'edificio che era per loro fonte di grande orgoglio. Non volevano diventare i sacri templi dello Spirito divino.GDN 109.2

    I cortili del santuario, disonorati dallo scandalo di un traffico vergognoso, erano solo l'immagine fedele del loro cuore contaminato dalla presenza di passioni sensuali e pensieri profani. Scacciando dal tempio compratori e venditori, Gesù proclamava la sua intenzione di purificare il cuore dal peccato, dai desideri terreni, dall'avidità e dalle cattive abitudini. “E subito il Signore, che voi cercate, l'Angelo del patto, che voi desiderate, entrerà nel suo tempio. Ecco egli viene, dice il Signore degli eserciti. Chi potrà resistere nel giorno della sua venuta?GDN 109.3

    Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Egli infatti è come il fuoco del fonditore, come la potassa dei lavatori di panni. Egli si metterà seduto, come chi raffina e purifica l'argento, e purificherà i figli di Levi e li raffinerà come si fa dell'oro e dell'argento”. Malachia 3:1-3.GDN 110.1

    “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi”. 1 Corinzi 3:16, 17. Nessuno può liberarsi da solo dalla disonestà che ha invaso il cuore. Cristo solo può purificare il tempio dello spirito. Ma non ne forza l'ingresso. Non entra così come non entrò nel tempio antico, ma dice: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui”. Apocalisse 3:20.GDN 110.2

    Egli non verrà solamente per un giorno, perché dice: “Abiterò e camminerò in mezzo a loro... ed essi saranno il mio popolo”. 2 Corinzi 6:16. Egli “metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati”. Michea 7:19. La sua presenza purificherà e santificherà l'anima, e farà di essa un sacro tempio per il Signore, una “dimora a Dio per mezzo dello Spirito”. Efesini 2:22.GDN 110.3

    I sacerdoti e i capi, in preda al terrore, erano fuggiti dal cortile del tempio, lontani dallo sguardo scrutatore che leggeva nel loro cuore. Durante la fuga incontrarono dei fedeli che si recavano al tempio. Dissero loro di tornare indietro e raccontarono ciò che avevano visto e udito. Cristo guardava con profonda pietà quegli uomini impauriti e in fuga, ignari della natura del vero culto. Quella scena anticipava la dispersione di tutto il popolo ebraico a causa della sua malvagità e impenitenza.GDN 110.4

    Perché i sacerdoti fuggirono così dal tempio? Perché non restarono al loro posto? Chi li aveva cacciati era il figlio di un falegname, un povero galileo, privo di ogni potenza terrena. Perché non resistettero? Perché abbandonarono il denaro guadagnato disonestamente e fuggirono davanti all'ordine di qualcuno dall'aspetto esteriore così dimesso?GDN 110.5

    Cristo parlava con l'autorità di un re e, davanti alla sua presenza e al tono della sua voce, nessuno poteva resistere. Compresero, come mai prima, di essere degli ipocriti e dei ladri. Mentre la sua divinità si manifestava, non videro soltanto l'indignazione del suo viso, ma ne intesero anche le parole. Si sentirono come davanti al trono del Giudice eterno, per udire la loro sentenza definitiva. Si formò in loro la convinzione che Cristo era un profeta e molti credettero nella sua messianicità. Lo Spirito Santo ricordava loro le profezie sul Messia. Avrebbero sostenuto questa convinzione? Ma i sacerdoti e gli anziani non vollero pentirsi. Videro che Gesù simpatizzava con i poveri; si resero conto di essere colpevoli di estorsione ai danni del popolo. Lo odiavano perché leggeva nei loro cuori. La sua riprensione pubblica aveva ferito il loro orgoglio ed erano invidiosi per la sua crescente popolarità. Decisero di chiedergli in base a quale autorità avesse agito così e chi gliel'avesse conferita.GDN 110.6

    Pensosi e pieni di odio, i sacerdoti rientrano lentamente nel tempio, ma in loro assenza si era verificato un grande cambiamento. Durante la loro fuga, i poveri erano rimasti e si erano avvicinati a Gesù, il cui aspetto esprimeva simpatia e amore. Commosso, egli diceva loro: “Non temete. Io vi libererò e voi mi glorificherete. Per questo sono venuto nel mondo”.GDN 111.1

    La folla si accalcava supplicante intorno a Cristo e invocava la sua benedizione. Gesù era attento a ogni invocazione. Si chinava sui piccoli sofferenti con una tenerezza maggiore di una madre. Si occupava di tutti. Ognuno veniva guarito dalle sue malattie. Le labbra dei muti intonavano canti di lode; gli occhi dei ciechi contemplavano il viso del loro liberatore; i cuori dei sofferenti si rallegravano.GDN 111.2

    Per i sacerdoti e gli ufficiali del tempio quelle voci furono una grande rivelazione. Coloro che erano stati guariti parlavano dei dolori sofferti, delle speranze deluse, dei giorni tristi e delle notti insonni. Quando l'ultima loro speranza sembrava estinta, Cristo li aveva guariti. Un altro raccontava che la sua croce era pesante, ma aveva trovato un soccorritore, il Messia, al cui servizio voleva consacrare la propria vita.GDN 111.3

    I genitori invitavano i loro figli a celebrare le lodi di chi li aveva guariti. Voci di bimbi e adolescenti, di padri e madri, di amici e spettatori si univano in un coro di ringraziamenti e di lode. Il loro cuore traboccava di speranza e di gioia. La pace scendeva nell'animo dei presenti. Guariti nel corpo e nello spirito, ritornavano a casa proclamando l'amore incomparabile di Gesù.GDN 111.4

    Quando Cristo fu crocifisso, coloro che erano stati guariti non si unirono alla folla inferocita che gridava: “Sia crocifisso”. Avevano simpatia per Gesù perché avevano conosciuto il suo grande amore e la sua potenza straordinaria. Lo avevano riconosciuto come Salvatore personale perché aveva offerto loro la salute del corpo e quella dello spirito. Avevano ascoltato la predicazione degli apostoli e la Parola di Dio era entrata nei loro cuori e li aveva illuminati. Erano diventati strumenti della misericordia di Dio e della sua salvezza.GDN 111.5

    Le persone che erano fuggite in massa dal cortile del tempio, dopo qualche tempo ritornarono. Si erano riprese dal panico, ma portavano ancora sul volto i segni dell'indecisione e della timidezza. Guardarono con meraviglia ciò che Gesù aveva fatto e si convinsero che si adempivano in lui le profezie messianiche. Il peccato della profanazione del tempio ricadeva soprattutto sui sacerdoti. Per loro iniziativa il cortile si era trasformato in un mercato. Il popolo era molto meno responsabile. Esso rimase colpito dall'autorità divina di Gesù, ma sentiva ancora fortissimo l'ascendente dei sacerdoti e dei rabbini. Essi consideravano la missione di Gesù come un tentativo d'innovazione e mettevano in dubbio il suo diritto di modificare ciò che era stato permesso dalle autorità del tempio. Si risentirono per l'interruzione dei loro affari e commerci e soffocarono nel loro cuore la voce dello Spirito Santo.GDN 111.6

    Meglio di chiunque altro i sacerdoti e i capi avrebbero potuto riconoscere in Gesù l'unto del Signore, poiché avevano in mano i sacri rotoli in cui si annunciava la sua missione e si erano resi conto che nella purificazione del tempio si era manifestata una potenza divina. Sebbene odiassero Gesù, erano assillati dal pensiero che potesse essere un profeta inviato da Dio per ristabilire la santità del tempio. Con un rispetto nato dal timore si accostarono a lui e gli chiesero: “Quale segno miracoloso ci mostri per fare queste cose?” Giovanni 2:18.GDN 112.1

    Gesù aveva mostrato un segno. Aveva dato una chiara testimonianza della sua natura, illuminando il loro cuore e compiendo le opere che il Messia avrebbe compiuto. Di fronte alla loro richiesta di un segno rispose con un'immagine, mostrando di conoscere la loro malignità e di vedere fin dove essa li avrebbe condotti. Rispose loro: “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere!” Versetto 19.GDN 112.2

    Queste parole avevano un duplice significato. Egli si riferiva non solo alla distruzione del tempio e del servizio ebraico, ma alla sua morte, alla distruzione del tempio del suo corpo. A questo gli ebrei stavano già pensando. Tornando nel tempio, sacerdoti e capi avevano complottato per uccidere Gesù e sbarazzarsi di quell'elemento disturbatore. Ma quando rivelò il loro progetto non capirono. Interpretarono le sue parole come se si riferissero soltanto al tempio di Gerusalemme e replicarono indignati: “Quarantasei anni è durata la costruzione di questo tempio e tu lo faresti risorgere in tre giorni?” Versetto 20. Sentirono che avevano ragione a non credere in Gesù e rinsaldarono la loro decisione di respingerlo.GDN 112.3

    Cristo voleva che gli ebrei increduli non comprendessero le sue parole e che, in quel momento, non le comprendessero neppure i suoi discepoli. Sapeva che sarebbero state fraintese dai suoi nemici e ritorte contro di lui. Nel processo gli sarebbero state rinfacciate come un'accusa e sul Calvario ripetute come uno scherno. Ma, se le avesse chiarite, avrebbe fatto conoscere ai discepoli le sue sofferenze e avrebbe arrecato loro un dolore che non potevano ancora sopportare. Una spiegazione avrebbe inoltre svelato prematuramente agli ebrei il risultato dei loro pregiudizi e della loro incredulità. Essi avevano già assunto un atteggiamento che avrebbero mantenuto fino al momento di condurlo come un agnello allo scannatoio.GDN 112.4

    Queste parole furono pronunciate da Gesù per amore dei futuri credenti. Sapeva che sarebbero state ripetute. Essendo state pronunciate in occasione della Pasqua, sarebbero giunte alle orecchie di migliaia di persone e trasmesse in tutte le parti del mondo. Il loro significato sarebbe apparso chiarissimo dopo la sua risurrezione dai morti, costituendo per molti una prova convincente della sua divinità.GDN 113.1

    Perfino i discepoli di Gesù spesso non comprendevano le sue lezioni a causa della loro spiritualità insufficiente. Ma gli eventi successivi gliele avrebbero fatte comprendere pienamente. Una volta soli, i discepoli si sarebbero confortati con le parole di Gesù.GDN 113.2

    Le parole: “Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere”, in quanto si riferivano anche al tempio di Gerusalemme, avevano un significato profondo che i suoi ascoltatori non intesero. Cristo era il fondamento e la vita del tempio. Quei servizi rappresentavano il sacrificio del Figlio di Dio. Il sacerdozio era stato stabilito per raffigurare il carattere di mediazione dell'opera di Cristo. Tutto il servizio del tempio era un'anticipazione della morte del Salvatore per la redenzione del mondo. Nel momento in cui quel grande evento si sarebbe realizzato, tutte quelle offerte avrebbero perso la loro efficacia.GDN 113.3

    Poiché tutta l'economia rituale era un simbolo di Cristo, senza di lui non aveva valore. Quando gli ebrei rifiutarono Cristo condannandolo a morte, respinsero tutto ciò che dava significato al tempio e ai servizi. La sua sacralità spariva e veniva condannato alla distruzione. Da quel momento tutte le offerte e tutti i servizi sarebbero stati privi di valore. Non esprimendo la fede nel Salvatore, sarebbero stati simili all'offerta di Caino. Condannando Cristo a morte, gli ebrei distrussero virtualmente il loro tempio. Quando Gesù spirò, la cortina del tempio si strappò in due da cima a fondo, per significare che ormai il grande sacrificio finale era stato compiuto e che il sistema delle offerte si era concluso per sempre.GDN 113.4

    “E in tre giorni lo farò risorgere”. Sembrò che le potenze delle tenebre trionfassero al momento della morte del Salvatore ed esultassero per la vittoria. Ma Gesù uscì dal sepolcro di Giuseppe come un conquistatore. Egli ha “spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce”. Colossesi 2:15. Per la sua morte e la sua risurrezione, egli è diventato “ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto”. Ebrei 8:2. Gli uomini hanno prima innalzato il tabernacolo, poi costruito il tempio, ma il santuario del cielo, del quale quelli terreni erano una copia, non è stato costruito da un architetto umano. “Ecco un uomo, che si chiama il Germoglio. costruirà il tempio del Signore; egli costruirà il tempio del Signore, riceverà gloria, si siederà e dominerà sul suo trono”. Zaccaria 6:12, 13.GDN 113.5

    Tutto il servizio dei sacrifici che aveva annunciato Cristo è finito, ma gli occhi degli uomini sono stati diretti verso il vero sacrificio per i peccati del mondo. Il sacerdozio terreno si è concluso, ma noi guardiamo a Gesù, sommo sacerdote del nuovo patto, e al “sangue dell'aspersione che parla meglio di quello d'Abele”. “La via al santuario non era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo. Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano. è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna”. Ebrei 12:24; 9:8-12.GDN 114.1

    “Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro”. Ebrei 7:25. Il servizio doveva essere trasferito dal santuario terreno a quello del cielo, e il sommo sacerdote non sarebbe stato visibile a occhi umani; non per questo però i discepoli avrebbero subìto una perdita. La loro comunione non sarebbe stata interrotta, né la loro potenza diminuita per l'assenza del Salvatore. Mentre Gesù officia come sacerdote nel santuario in cielo, lo Spirito Santo è all'opera nella chiesa sulla terra. È invisibile agli occhi della carne, ma in lui si adempie la promessa fatta al momento della separazione: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente”. Matteo 28:20. Gesù ha delegato il potere ai suoi discepoli, ma la sua presenza vivificante è tuttora nella chiesa.GDN 114.2

    “Avendo dunque un grande sommo sacerdote... Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno”. Ebrei 4:14-16.GDN 114.3

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